I protagonisti del giorno. Top e Flop del 26 agosto 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CARLO CALENDA

«A me basta che non lanciate la Raggi. Poi lanciatevi tutto quello che volete». Così l’europarlamentare Carlo Calenda, leader di Azione ed ex ministro, ha risposto su Twitter all’articolo pubblicato da Alessioporcu.it dal titolo “Giachetti lancia Calenda. Morassut lancia i temi”. Dimostrando tre cose: 1) tempismo politico enorme; 2) ironia straordinaria; 3) ottime letture. (Leggi qui Giachetti lancia Calenda. Morassut lancia i temi).

Carlo Calenda. Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Entrando nel merito, Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, ha sostanzialmente detto che Carlo Calenda sarebbe perfetto come candidato sindaco di Roma. Anche perché il prossimo primo cittadino della Capitale dovrà gestire il Giubileo 2025. In realtà Calenda ha competenze e professionalità fuori dall’ordinario. Inoltre la sua candidatura potrebbe tenere insieme un fronte molto ampio: Pd, Italia Viva, Azione. Tanto per cominciare.

Ponendo le basi per una ricostruzione del centrosinistra. E siccome Virginia Raggi ha parecchi avversari nei Cinque Stelle, chissà che un’aggregazione del genere non possa aggregare anche ex pentastellati o pentastellati che non ce la fanno proprio a votare per Virginia.

Lui ha utilizzato l’ironia, che secondo Aristotele era un’arma di conoscenza. Per il resto si vedrà.

Pensiero stupendo più che Pazza idea.

LUCIA AZZOLINA

Ancora una volta insultata come ministra ma, soprattutto, come donna. La titolare del Ministero della Scuola, Lucia Azzolina, è stata vittima, su Facebook, di insulti sessisti nei commenti di un gruppo della Lega. A dare la notizia è stata, con un post sulla sua pagina social, la stessa ministra, che ha accompagnato il grafico con il montaggio delle frasi volgari scrivendo: «Nessuna donna dovrà mai più leggere commenti così infimi, subire attacchi volgari e abietti come questi. È e sarà la mia battaglia».

LUCIA AZZOLINA. FOTO © FILIPPO ATTILI, IMAGOECONOMICA

«E la faremo a scuola. Educando le nuove generazioni al rispetto dell’altro, uomo o donna che sia, al pensiero critico, allo scambio di idee fatto con i contenuti e non con la volgarità. Provo molta pena per chi si esprime in questo modo e per chi alimenta questo tipo di reazione, parlando solo alla pancia e mai alla testa delle persone. È un sistema che va combattuto ed è lapalissiano che la scuola sia il naturale antidoto».

Già a fine maggio Azzolina era stata vittima di analoghi oltraggi e minacce sessiste online,  tanto che fu messa sotto scorta e ancora viene guardata a vista da alcuni agenti della Guardia di Finanza. Ha voluto rendere pubblica la situazione lei stessa, dimostrando coraggio con pochi precedenti.

Poi c’è anche l’aspetto politico. Perché, comunque vada a finire, la ministra Lucia Azzolina sulla riapertura delle scuole sta fronteggiando da sola sia le opposizioni che altre formazioni. Un elemento di non poco conto, perché la battaglia politica se la sta intestando lei.

Giovanna d’Arco.

FLOP

MATTEO SALVINI

«Sul taglio dei parlamentari ho sempre votato sì e continuo a dire sì». Così il leader della Lega Matteo Salvini a Napoli, rispondendo alla domanda di un giornalista. Ha detto: «Io ho una sola faccia e la Lega una sola, a differenza del Pd e di Renzi che prima votano No e poi, per salvare la poltrona, dicono Sì. Secondo il Parlamento può lavorare tranquillamente anche con meno parlamentari».

Matteo Salvini Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

In realtà nella Lega i malumori non mancano e Claudio Borghi li ha esternati tutti con coraggio e determinazione. Ma aumentano pure i sil

enzi di chi non è d’accordo. Matteo Salvini se ne frega e va avanti su un tema che rappresenta un cavallo di battaglia soltanto per il Movimento Cinque Stelle. Per nessun altro.

La Lega è un Partito che proviene dalla Prima Repubblica, che ha sempre guardato al Parlamento con attenzione. Poi c’è un piano più squisitamente politico, perché 345 seggi in meno significano almeno 150 no che Salvini dovrà dire a chi intende ricandidarsi.

In realtà da un anno a questa parte Matteo Salvini non fa altro che inseguire. Soprattutto i Cinque Stelle. Gli manca il Governo, ma non lo ammetterà mai.

A rimorchio.

ANTONIO CONTE

«L’incontro di oggi tra il Club e Antonio Conte è stato costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto». Con questo comunicato l’Inter dopo oltre tre ore di incontro a Villa Bellini a Somma Lombardo, a due passi da Malpensa, ha ufficializzato la permanenza del tecnico leccese sulla panchina nerazzurra.

ANTONIO CONTE

All’incontro erano presenti oltre a Steven Zhang, i due ad Beppe Marotta e Alessandro Antonello, il ds Piero Ausilio e l’avvocato Cappellini. Dunque Antonio Conte resta l’allenatore dell’Inter. Ma non era stato lui a far capire in tutti i modi che così non poteva andare avanti? E per quale motivo poi? L’Inter ha fatto una stagione straordinaria: seconda ad un punto dalla Juve dei marziani, sconfitta in finale di Europa League per sfortuna, con un impianto di squadra eccezionale che ha costruito proprio lui, il tecnico leccese.

E se Suning prende Lionel Messi, sia aprono orizzonti sterminati. La realtà è che il problema di Antonio Conte è uno solo: non accetta le sconfitte. E quando succede cerca di distogliere l’attenzione accampando spesso delle scuse. Ma è tra i migliori al mondo.

Non sa perdere.

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