I protagonisti del giorno. Top e Flop del 26 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

GIOVANNI TURRIZIANI

Ha concluso il mandato di presidente della sede territoriale di Unindustria, salutando tutti e tracciando la rotta dell’economia del futuro. Ma quello di Giovanni Turriziani non è un addio. Semmai un arrivederci, a prestissimo. (Leggi qui L’ultimo consiglio di Turriziani: pensare e agire come Lazio Meridionale).

Giovanni Turriziani

Intanto perché ha la delega alla green economy di Unindustria regionale, dove è vicepresidente. Ma poi perché l’intero percorso di questi quattro anni va nella direzione di una carriera associativa che è appena iniziata.

Giovanni Turriziani da tempo porta avanti la battaglia per la bonifica della Valle del Sacco e, soprattutto, della riperimetrazione del Sin.

Per dirla con le parole dello scrittore Carofiglio, Giovanni Turriziani ha gestito la carica con “gentilezza”, intesa come determinazione che si distingue da un approccio rabbioso e poco lucido. Come punto di riferimento ha Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria nazionale da diversi lustri e ancora in ascesa.

C’è un appuntamento che Turriziani sta preparando con attenzione, quello dell’elezione del presidente della Camera di Commercio del Basso Lazio. Lui punta su Marcello Pigliacelli.

Idee chiarissime.

NICOLA OTTAVIANI

«Credo che sia un atto doveroso, sotto il punto di vista della programmazione urbanistica ed economica, oltre che di confronto democratico portare in consiglio comunale, quanto prima, la pratica relativa alla riqualificazione dell’ex sito della Permaflex. Poiché le scelte che si dovranno adottare non sono, certamente, relative ad atti di ordinaria amministrazione. Ma a delibere che trasformeranno l’ingresso della città per il prossimo futuro».

Nicola Ottaviani

Il capolavoro politico di Nicola Ottaviani si materializza nel primo pomeriggio di oggi. Il via libera del consiglio regionale al cambio d’uso dell’area dell’ex Permaflex apre scenari enormi per Frosinone.

Un parco tematico e un centro commerciale senza neppure entrare o uscire (dipende dalla direzione) dal casello autostradale. Roba da far impallidire l’outlet di Valmontone.

Spiega Ottaviani: «È, quindi, assolutamente corretta e condivisibile la richiesta. Di valutare, adeguatamente e per tempo, il progetto dei privati, non appena verrà depositato presso gli uffici comunali. Perché sono scelte epocali che riguardano la trasformazione di un intero comparto urbanistico non attengono solo alla maggioranza, ma a tutte le forze politiche e amministrative presenti in consiglio».

In realtà Ottaviani in questo modo mette tutti davanti alle loro responsabilità amministrative. In modo che nessuno poi possa dire di essersi trovato davanti al fatto compiuto. Si tratta di un’opera sulla quale hanno competenza la Regione Lazio, il Consorzio Asi e il Comune capoluogo. In questo modo Ottaviani farà in modo che si vedrà bene chi alza la mano e chi no.

Il più furbo del reame.

 FLOP

VITO CRIMI

Da una parte la posizione netta dell’ex ministra Barbara Lezzi. Che ha detto: «Voglio prendermi una pausa dalla chat. Non voglio, per un po’, neppure vedere le notifiche sul display. Le mie opinioni le conoscete, non sono cambiate. Farò uno sforzo per farmi andare bene il matrimonio con il Pd se così si deciderà (al 90%). Se non riuscirò, ho una vita che mi aspetta fuori dal Parlamento (quindi dimissioni) e non c’è solo la politica. Se avete bisogno di me chiamatemi. Buon lavoro e grazie di tutto».

Luigi Di Maio e Vito Crimi Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Dall’altra i bizantinismi dorotei di Vito Crimi, reggente dei Cinque Stelle. Per il quale è necessario che i grillini si dotino «di una nuova organizzazione». Su facebook scrive: «E dobbiamo pensare ai temi del futuro, ai nuovi obiettivi che intendiamo porci. Al nuovo sogno che vogliamo realizzare per il Paese. Per fare questo è necessario un percorso condiviso, che affronti le questioni di principio e non solo. Il punto di partenza e arrivo è l’assemblea degli iscritti».

Il percorso ipotizzato dovrebbe passare attraverso una sorta di mini-direttorio. «Stando allo statuto – spiega Crimi – M5S dovrebbe convocare le consultazioni per il nuovo capo politico il prima possibile. Ma da più parti si chiede per il Movimento una diversa tipologia di guida, una maggiore collegialità e condivisione delle scelte. È impellente, dunque, la necessità di interrogarci prima su come deve essere definita questa guida. E quali obiettivi debba porsi».

«Una strada consiste in un’immediata consultazione sulla guida del Movimento e nella sua conseguente elezione. L’altro percorso possibile, invece, parte dal basso dalle assemblee territoriali. E prevede l’individuazione dell’agenda, dei temi e delle questioni che devono essere affrontate». 

Ma come mettere in pratica tutto questo? Afferma Crimi: «Una commissione di 10 persone avrà il compito di effettuare una sintesi. Elaborando gli argomenti che dovranno poi essere rimessi al voto degli iscritti. Tramite una consultazione che consenta tempi giusti per dibattere dei contenuti, fisicamente oppure online».

Non vuole cambiare nulla. Il fiume di parole vuol dire questo.

Pifferaio (non) magico.

ALESSANDRO FOGLIETTA

Il senatore Massimo Ruspandini non gli lascerà alcuno spazio all’interno di Fratelli d’Italia. Né alle Regionali né in qualunque altra elezione. L’appoggio a Riccardo Roscia alle elezioni comunali di Pontecorvo si è rivelato perdente. E l’ex europarlamentare adesso difficilmente potrà organizzare un’opposizione interna (a Ruspandini) all’interno di Fratelli d’Italia.

Alessandro Foglietta

Anche perché Antonello Iannarilli sta seguendo un’altra strada (nell’area di Francesco Lollobrigida). Poi il taglio di 345 seggi parlamentari restringerà gli spazi per tutti e alle regionali Ruspandini vuole puntare su esponenti del suo gruppo storico. (Leggi qui Quel pollice di Foglietta che dà il via alla guerra in Fratelli d’Italia).

La vittoria di Ceccano ha dato ulteriore forza al senatore e non c’è stata la spallata che Foglietta sognava. Dovrà rivedere i piani.

Ai margini.

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