I protagonisti del giorno. Top e Flop del 28 aprile 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

EMILIO DEL BONO

Di notte ha accolto il presidente del consiglio Giuseppe Conte che ha effettuato la sua prima visita nella Lombardia devastata dal Covid. Di giorno Emilio Del Bono, sindaco di Brescia, ha detto le cose come stanno.

Emilio Del Bono

Lo ha detto al quotidiano La Repubblica: «Nell’onda altissima dell’epidemia la nostra piccola barca bresciana ha dovuto gestirsi da sola. In sei settimane nel bresciano ci sono stati 7mila ricoveri. Ufficialmente 2.500 morti che sono però realisticamente quasi il doppio, almeno 4mila. A Brescia città i decessi in due mesi sono stati 850 di cui ragionevolmente per Covid-19 saranno stati 600, 3 volte di più dello stesso periodo dell’anno precedente. I numeri ufficiali dicono 240».

Poi la bordata sul modello della sanità lombarda. Sul modello regionale: «La medicina territoriale è l’anello debole».

La questione non è politica, ma di gestione. Non c’entra nulla il fatto che la Lombardia sia guidata dalla Lega. Che qualcosa non abbia funzionato è evidente. E il sindaco lo ha detto.

Coraggioso.

ANTONIO TAJANI

Il vicepresidente di Forza Italia ha ribadito che gli “azzurri” non voteranno la sfiducia al ministro Roberto Gualtieri. Ha spiegato il perché: «Non abbiamo mai amato il voto di sfiducia individuale, lo consideriamo costituzionalmente dubbio. Poi qui la responsabilità sarebbe di Conte, non di Gualtieri. Infine, il voto di sfiducia individuale si da quando c’è la ragionevole certezza di vincere».

Antonio Tajani

Pragmatico e convincente. Poi però Forza Italia ha criticato l’operato del Governo, augurandosi che il premier riesca a dare qualche certezza. Non sta sbagliando nulla, dimostrando che nel momento politico più delicato il partito di Berlusconi è quello che meglio riesce a tenere la rotta.

All’opposizione ma con un atteggiamento costruttivo e lucido.

Autorevole.

GIAMPIERO PIGLIACELLI

L’oste Panzini ha sbroccato. Ha preso alcune taniche ed ha minacciato di dare fuoco alla sua Osteria nel cuore di Madonna della Neve. È uno dei ristoranti più conosciuti a Frosinone, tanto per i piatti che escono dalla cucina e tanto per il modo estroso in cui Giampiero tratta i suoi clienti: tutti come se fossero amici passati a casa per trovarlo e rimasti a pranzo, non sconosciuti clienti di un ristorante.

Giampiero Pigliacelli nell’Osteria Panzini

La Pandemia ha chiuso tutti i locali. Nessuno sa se, quando e come apriranno. Gli affitti intanto devono essere pagati, i fornitori reclamano, le bollette prima o poi andranno saldate. I soldi per la cassa integrazione ai suoi dipendenti non sono arrivati come non sono arrivati a migliaia di altri lavoratori: l’Inps si è ritrovata all’improvviso migliaia di pratiche da elaborare senza avere abbastanza personale per farlo. I contributi per le imprese non esistono. Se si vogliono chiedere i prestiti alle banche garantiti dallo Stato occorrono 19 moduli.

Uno privo di scrupoli se ne fregherebbe, un imprenditore con la coscienza no. Giampiero ha iniziato a preparare il cibo da asporto, regalato le porzioni a chi non poteva permettersi di pagare nemmeno il pranzo. Ma non è bastato: il mondo della ristorazione è fermo perché è fermo il mondo. Troppo pochi i soldi incassati per riuscire a fare fronte a tutto.

A Panzini va riservato un posto al Top non per il gesto dimostrativo messo in atto. Ma per la capacità di chiedere scusa: cosa che dopo poche ore ha fatto con un post su Facebook. Ha spiegato di avere sbroccato ed invitato tutti a non fare come lui.

Sale e pepe, quanto bastava.

FLOP

LUIGI DI MAIO

Il ministro degli esteri e vero leader dei Cinque Stelle ha detto nel corso della trasmissione “La Vita in Diretta”: «Sfido chiunque ad avere un documento del comitato tecnico scientifico secondo cui in caso di riapertura totale avremmo rischiato 151mila ricoveri in terapia intensiva e volere la riapertura totale. In queste ore è slittata l’apertura delle scuole in Francia. In Spagna il 2 maggio si riapre se i dati saranno confortanti. In Germania l’indice di contagio è salito».

Luigi Di Maio. Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Ha ragione su tutto il fronte. Ma torto sull’unico punto che conta: perché non lo hanno detto subito allora?

Aggiungendo che il Comitato scientifico ha elaborato un report con 92 (!) scenari possibili in caso di riapertura senza cautele? Il Comitato scientifico fa il suo mestiere, fornisce i dati al Governo. Che dovrebbe decidere, informando gli italiani su perché agisce in un determinato modo. E non rendere nota la situazione quando viene travolto dalle critiche.

Politicamente indifendibile.

MATTEO SALVINI

Secondo Dagospia, la rottura tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti sembra insanabile. Una parte della Lega è favorevole al Mes ed è quella che fa riferimento a Giorgetti. Ma il Capitano prova a minimizzare: «Mi sento ogni giorno con Giorgetti, Topolino è più credibile di certi report».

Il problema in realtà è sul tavolo.

Matteo Salvini © Imagoeconomica / Marco Cremonesi

La Lega sta scendendo nei sondaggi e nel centrodestra Silvio Berlusconi ha mandato all’aria ogni tipo di scenario precostituito.

Sull’emergenza Coronavirus Salvini ha cambiato strategia diverse volte. Senza la piazza e i “selfie” appare in difficoltà. Sul piano interno il Governatore del Veneto Luca Zaia sta scalando posizioni. E Giorgetti è tutto meno che allineato.

Se mi scappa il Partito.