I protagonisti del giorno. Top e Flop del 3 febbraio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

MATTEO RENZI

Il leader di Italia viva ha dato un vero e proprio ultimatum ai Cinque Stelle, alla maggioranza e soprattutto al premier Giuseppe Conte. Dicendo in modo inequivocabile che sulla riforma della Prescrizione i voti dei renziani non ci saranno. Una posizione largamente condivisa dagli operatori del Diritto: siano essi magistrati o avvocati. Perché con questa visione talebana della Giustizia chiunque rischierebbe di ritrovarsi all’interno di un girone dantesco: già oggi la media di un Giudizio è di 8 anni, con la riforma durerebbe all’infinito.

Matteo Renzi © Imagoeconomica / Marco Cremonesi

Matteo Renzi lo fa in una fase nella quale in troppi giocano a nascondino per paura di assumere una posizione chiara e perdere per questo fette di elettorato. Invece il leader di Italia Viva dice che mai Giuseppe Conte potrà essere il leader del centrosinistra o addirittura il nuovo Romano Prodi. Che se i grillini continuano a non volersi confrontare si andrà a sbattere.

In uno scenario nel quale tutti cercano di lasciarsi aperte più porte possibile, un po’ di sana chiarezza è utile al dibattito. A meno che Renzi non ci ripensi con una delle sue giravolte alla quale ci ha abituato negli ultimi mesi. Coraggioso fino a provacontraria.

LE SARDINE

Sono scese in campo sia Palermo che a Napoli. Dovrà ricredersi chi pensava che potessero essere un fenomeno passeggero, limitato alla sola Emilia Romagna, innescato da chissà quale forza occulta intenzionata ad indebolire Matteo Salvini e la Lega.

Manifestazione Sardine a Firenze © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

Questo movimento al momento rappresenta l’unico vero antidoto del centrosinistra alla Lega. Perché rappresenta ciò che la sinistra era alle sue origini: movimento di massa, spontaneo, di piazza, disinteressato. Le Sardine sono l’altra faccia di quel Paese che rimprovera alla politica la sua incapacità di ascoltare e tradurre quell’ascolto in azione politica. Un segnale da non sottovalutare.

Nicola Zingaretti lo ha capito e manda in continuazione segnali: non tanto per accalappiare i loro voti ma per agganciare la loro capacità di intercettare le richieste dei cittadini, le loro attese, ciò che si aspettano dalla politica. È quello che facevano gli eletti fino a quando c’erano le preferenze.

C’è poi da sottolineare il linguaggio: le Sardine hanno riportato la politica in un contesto di rispetto e di tolleranza. Con il turbo.

FLOP

IGNAZIO LA RUSSA

Una giornata segnata dall’intolleranza nei confronti dei cittadini cinesi che studiano o lavorano in Italia. Le cronache raccontano di sassi su allievi dell’Accademia di Belle Arti a Frosinone (ma è una Fake News), di una giovane cacciata da un bus a Torino, di esami negati a studenti appena rientrati a Firenze dalla Cina. Atti che non trovano alcuna giustificazione scientifica, sintomo dell’ignoranza diffusa nel Paese che per primo ha isolato il Coronavirus, spianando la strada alla ricerca dell’antidoto.

Ignazio La Russa

In un clima del genere il vicepresidente del Senato Ignazio La Russa (Fratelli d’Italia) non trova di meglio da dire che “Per evitare contagi usate il saluto romano“. Senza rendersi conto che in questo modo non fa altro che incoraggiare quegli atti, rischiando addirittura di legittimarli. In un clima normale si potrebbe parlare di goliardia, in una situazione di panico come quella in atto è benzina sul fuoco dell’intolleranza. Ed un vice presidente della seconda istituzione dello Stato dovrebbe avere ben chiara la situazione.

Lo stesso La Russa se ne rende conto e alla fine viene data la colpa ad un responsabile della comunicazione. Imbarazzante scivolone.

ALFONSO BONAFEDE

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede continua a chiudere ogni varco ad una possibile rivisitazione del testo sulla Prescrizione. Posizione del tutto legittima se ne è personalmente convinto ed ha il sostegno del suo Partito. Ma… Bonafede non si sposta di un millimetro anche dopo l’annuncio di Matteo Renzi: Italia Viva mai voterà quel testo. Ed anche Nicola Zingaretti ha detto che il Pd vuole una sintesi diversa, in mancanza della quale sarà complicato dare il via libera.

Alfonso Bonafede

In democrazia, se si sta in un governo di coalizione, non si gioca a chi impone la sua volontà sull’altro. Ma a chi è più bravo nella mediazione e nel trovare una sintesi. Che tenga conto delle opinioni degli altri: legittimamente eletti da cittadini italiani tanto quanto lo è stata la forza politica cui Bonafede appartiene.

In questo modo non si dà un buon esempio al Paese. Si lascia credere che la democrazia si esercizio del potere, imposizione della propria volontà sull’altro. Senza considerare poi le conseguenze politiche di un inutile braccio di ferro. Perché una eventuale crisi di governo avrebbe effetti negativi sul Paese ma soprattutto sui Cinque Stelle già decimati ad ogni prova elettorale. Di corsa verso il baratro.