I protagonisti del giorno. Top e Flop del 3 ottobre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore.

TOP

NICOLA ZINGARETTI

L’ordinanza l’ha firmata nella mattinata: riportando indietro le lancette al mese di luglio, reintroducendo l’obbligo di portare la mascherina se ci si trova all’aperto in qualsiasi luogo del Lazio. Contro il provvedimento preso da Nicola Zingaretti si è subito levata la fucileria del centrodestra nazionale, schierato nel dire che si trattava di un’esagerazione ed una privazione della libertà. (Leggi qui Covid, è allarme bis: torna la mascherina per tutti).

Nicola Zingaretti

In serata l’indscrezione autorevole secondo la quale il governo sta pensando ad una misura analoga su tutto il territorio nazionale. Il perché è presto detto: l’indice di trasmissibilità del virus è salito ad 1,01 con punte ancora maggiori. E il Ministero della Salute ha lanciato l’allarme per un probabile rischio di peggioramento se la situazione non cambia.

In realtà Nicola Zingaretti ha anticipato una misura che può essere catalogata come un vaccino rudimentale. Ma anche una misura d’emergenza lungo la strada che porta ad un nuovo lockdown se non funzioneranno i provvedimenti di queste ore.

Dal punto di vista politico invece, il presidente della Regione Lazio ha fatto capire, da segretario del Pd, che è anche in grado di dettare la linea perché è il suo Partito ad avere vinto l’election day. In altre parole Zingaretti ha anticipato una strategia di contenimento epidemiologico che sicuramente verrà imitata. Antipatica ed impopolare. Ma necessaria.

Anticorpi da leader

CLEMENTE MASTELLA

Alessandro Di Battista ha paragonato il Movimento 5 Stelle di questo periodo all’Udeur di qualche lustro fa. In questo modo però ha finito con il riportare il pensiero a quello che è stato il ‘miracolo‘ di Clemente Mastella da Ceppaloni in provincia di Benevento.

In realtà però la differenza non è di poco conto, perché l’Udeur partiva da una percentuale dignitosa ma bassa di consenso. E nonostante tutto è stato decisivo per il secondo governo di Romano Prodi fino a quando l’estrema sinistra non ha deciso di farlo cadere.

Clemente Mastella. Foto © Paolo Lo Debole / Imagoeconomica

In quella stagione Clemente Mastella era l’ago della bilancia in un sistema maggioritario tra la corazzata di Silvio Berlusconi ed il transatlantico di Romano Prodi.

Il M5S invece è partito da una percentuale superiore al 33% ora almeno dimezzata. Ma soprattutto non ha costruito nulla in termini di classe dirigente, cosa che invece l’Udeur aveva in quantità industriale. Cresciuto a pane e Democrazia Cristiana, Clemente Mastella è ancora un protagonista della politica e si leva diverse soddisfazioni specialmente nei confronti della Lega.

Alessandro Di Battista invece non si è candidato quando il Movimento 5 Stelle ha vinto, è rimasto fuori dalla compagine governativa. Ed ora non riesce a rientrare in una fase nella quale i pentastellati sono in caduta libera. Chissà che non sia il caso di chiedere davvero qualche consiglio a Clemente Mastella, che perfino da sindaco di Benevento ha dimostrato che le poltrone non vanno soltanto occupate ma pure gestite.

Infine grazie proprio a Di Battista è tornato sulle prime pagine di tutti i giornali. (Leggi qui Lombardi asfalta Di Battista: “Udeur a me? A te e li … tua”).

Sindrome da Vasco Rossi: Eh già sono ancora qua.

FLOP

MARIO ABBRUZZESE

Sulla sua pagina Facebook ha attaccato a testa bassa il Reddito di Cittadinanza. Con parole che non lasciano spazi per dubbi o ambiguità. ha detto: «Istituirlo è stato un errore enorme. Fino ad ora è servito solo a mantenere più delinquenti che persone perbene. La politica assistenzialista è stata fallimentare». (Leggi qui “Reddito di belligeranza”, guai Grossi per Abbruzzese).

Che la politica assistenzialista sia stata fallimentare è una verità storica… da Giovanni Giolitti ad oggi. Che il Movimento 5 Stelle non sia stato capace di produrre altro se non la decrescita infelice è altrettanto vero. Ma la questione sostanziale si racchiude in una domanda semplice: Mario Abbruzzese vuole ancora provare a fare politica a certi livelli dopo le sconfitte alla Camera dei Deputati ed a sindaco di Cassino?

Mario Abbruzzese

Se la risposta è si (e noi siamo convinti che sia si) allora basterebbe il coraggio del Mario Abbruzzese di qualche anno fa. Basterebbe cioè dire che intende far parte della Lega e non di Cambiamo. Senza provare a conquistare l’attenzione del Carroccio con uscite come questa.

Il reddito di cittadinanza è stato un fallimento sicuramente ma per molte famiglie ha rappresentato l’unico vero sostegno dopo anni di nulla. Anni nei quali nessuno né a destra né a sinistra, ha pensato di fare altrettanto.

Mario Abbruzzese è un uomo politico di ragionamento, non di slogan. Non è che snaturando se stessi si conquistano posti al sole.

Ansia da prestazione.

ANTONIO ANGELUCCI

La cronaca l’ha raccontata il Corriere della Sera. Antonio Angelucci, vulcanico patron del gruppo sanitario San Raffaele, è indagato per aver tentato di corrompere (istigazione) con 250mila euro l’assessore regionale alla Sanità del lazio Alessio D’Amato.

Antonio Angelucci

Il quale rispedì al mittente l’offerta ed andò a denunciare tutto alla Guardia di Finanza. Quella mazzetta doveva essere, nelle intenzioni di Angelucci, un modo per riottenere l’accreditamento della clinica San Raffaele Velletri. Proprio D’Amato l’aveva revocato per le gravi irregolarità riscontrate.

Angelucci si dichiara completamente estraneo alla vicenda e sottolinea di avere piena fiducia nella magistratura.

Al di là di come andrà la vicenda giudiziaria c’è da dire che da diversi mesi si era riscontrata un’antipatia reciproca tra Alessio D’Amato ed Antonio Angelucci. Il quale è sicuramente un imprenditore di riferimento della Sanità privata, ma in Parlamento si nota sempre e soltanto quando vengono pubblicate le classifiche sulle presenze in aula. In altre parole significa che Angelucci l’attività politica e parlamentare non la fa.

E questo è un peccato perché rinuncia sul nascere a dare un contributo, a cercare soluzioni, in altre parole a fare politica. E per un editore del suo livello questa sì che rappresenta una sconfitta annunciata .

Taglio basso in cronaca.