I protagonisti del giorno. Top e Flop del 30 marzo 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

NICOLA ZINGARETTI

«Dopo 23 giorni di isolamento domiciliare sono risultato negativo a due tamponi consecutivi. Ho passato delle brutte giornate ma sono guarito, ce l’ho fatta». Nicola Zingaretti, segretario nazionale del Pd e presidente della Regione Lazio, è guarito. (leggi qui Zingaretti: “Sono guarito, ora immaginiamo insieme l’Italia che verrà”).

Nicola Zingaretti

Non è stata una passeggiata e ha voluto dirlo. Poi il pensieroa chi invece non ce l’ha fatta. Ha detto: «Il mio primo pensiero va ai deceduti, a coloro che non ce l’hanno fatta e alle loro famiglie che stanno soffrendo per questo momento drammatico e ovviamente a tutti coloro che sono in cura». Quindi lo sguardo al futuro: «Da subito dobbiamo cominciare a immaginare insieme l’Italia che verrà, perché anche questo aiuta a superare questa fase difficile. Ci vediamo presto per continuare la battaglia, riprendere a ricostruire questo nostro bellissimo Paese».

Infine l’appello all’unità: «Ora quindi restiamo uniti per sconfiggere questa bestia, aiutando le persone, sostenendo le imprese e le famiglie».

Un discorso, al tempo stesso, di grande umanità e di prospettiva politica. Anche dalla quarantena il leader dei Dem ha guidato il Partito, blindando il Governo. Ma stavolta ha vinto l’uomo. Uno di noi.

STEFANO LORUSSO

Il direttore generale della Asl è intervenuto nel momento più delicato sul piano dei rapporti tra le istituzioni, dopo lo polemica tra il Prefetto Ignazio Portelli e il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. (leggi qui: Lorusso tra prefetto e sindaco: “Nessuna istituzione da sola può fronteggiare il Covid-19”).

Il Dg della Asl di Frosinone Stefano Lorusso © Giornalisti Indipendenti

Stefano Lorusso ha voluto ricordare a tutti che per superare questa emergenza occorre l’unità delle istituzioni. Ha scritto: «La pandemia che stiamo combattendo non solo ha costretto tutti a cambiare abitudini. Ha fatto emergere, ammesso ce ne fosse bisogno, con ulteriore chiarezza e contorni, il prezioso e potente lavoro che le istituzioni attive sul territorio (non sempre viste con occhi attenti) stanno compiendo nell’interesse di tutti. Questa che un po’ da tutti è stata definita una “guerra”, non si può combattere e vincere senza una squadra. Che deve essere coesa ed unita».

Non sarà un medico, ma un manager sanitario ed un diplomatico si e con certezza. Il Dg della Asl di Frosinone ha dimostrato che nello skill del manager deve esserci la conoscenza della materia Sanità più che dell’argomento Medicina. Infatti nel momento dell’emergenza ha impelato pochi secondi per sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda dell’assessore regionale Alessio D’Amato ed avviare un lavoro di spostamenti, cucitura e riconversione che sta garantendo la tenuta del fronte ciociaro in questa prima ondata di Covid-19. A sorpresa ha sfoderato anche l’abilità ed il garbo del diplomatico. Raffreddando subito un’inutile tensione che è fisiologico possa innescarsi tra due istituzioni impegnate al massimo contro il coronavirus. Pacificatore.

FLOP

SALVINI-D’URSO

Matteo Salviniche recita con Barbara D’Urso la preghiera “Eterno riposo” per i morti da Coronavirus, nel corso del programma “Live non è la D’Urso” su Canale 5 è una scena che resterà impressa nella storia della televisione italiana: come uno dei suoi momenti più bassi.

Matteo Salvini e Barbara D’Urso durante la recita del Requiem

Lasciamo stare gli insulti che ci sono stati sui social, anche quelli sbagliati. Il punto è uno soltanto: chi ha responsabilità politiche di quel livello tutto può fare meno che esibire il sentimento religioso in televisione. Perché si prega in chiesa e si fa politica in televisione, pregando in tv si svilisce la preghiera a recita finalizzata alla politica.

Non è la prima volta inoltre. Sicuramente Salvini ci crede, ma questo non cambia nulla. Perché inevitabilmente il suo gesto sarà interpretato come una strumentalizzazione. È come la beneficenza: si fa, non si strombazza. Non si esibisce. Si prega in chiesa. Oppure a casa. Insieme o da soli. Ma non in diretta tv. A meno che non si sia il Papa.

Quanto a Barbara D’Urso, anche lei ha una responsabilità mediatica non indifferente. Vale lo stesso discorso di Salvini. Non si può fare qualunque cosa per l’Auditel. Tornando al Capitano leghista, chissà magari adesso aspira al conclave. Senza porsi limiti naturalmente. La religione non è l’oppio dei popoli.

VIKTOR ORBAN

Da oggi democrazia, libertà d’informazione, istituzioni e valori dello Stato di diritto sono sospesi in Ungheria. Con buona pace dell’Unione Europea (a proposito: dove sta?). Il tutto con il pretesto della lotta al Coronavirus.

Giorgia Meloni con Viktor Orban

Ha scritto La Repubblica: «Viktor Orbán ha diritti di governo e superpoteri eccezionali rinnovabili senza limite, governerà per decreto, può chiudere per periodo a sua discrezione il Parlamento, saranno accettate solo informazioni di fonte ufficiali sulla pandemia e chi verrà accusato dall’esecutivo di diffondere fake news – cioè potenzialmente anche critiche alla gestione dell’allarme sanitario e al disastroso stato della sanità pubblica o ad altre decisioni del potere- potrà essere condannato con fino a 5 anni di prigione nelle sovraffollate carceri magiare. L’emergenza in vigore dall’11 marzo dunque viene ulteriormente e gravemente inasprita».

Democrazia in quarantena.

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