I protagonisti del giorno. Top e Flop del 30 settembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

DAVID SASSOLI

Poche parole per tirarsi fuori definitivamente dalla possibilità di una candidatura a sindaco di Roma. David Sassoli è stato categorico: «Una mia candidatura a sindaco di Roma sarebbe un brutto messaggio dall’Italia verso l’Ue. Rispetterò il mio mandato da presidente del Parlamento Europeo fino in fondo, l’Europa non è un autobus».

David Sassoli, presidente del Parlamento Ue (Imagoeconomica)

Il presidente del Parlamento Europeo lo ha detto intervenendo in collegamento streaming, al Festival delle Città. Il suo nome circola da mesi per il Campidoglio. Ma in questo modo Sassoli ha voluto far passare il messaggio che non esistono cariche buone per tutte le stagioni. E neppure uomini.

La presidenza del Parlamento europeo è la maggiore carica istituzionale del Continente e non può essere messa a bagnomaria o in discussione per altri possibili ruoli. Ci sarebbero le dimissioni, ma pure in questo caso sarebbe complicato spiegarne i motivi. Inoltre David Sassoli, da giornalista navigato, sa pure far passare il messaggio giusto al momento giusto.

In questo momento coerenza e serietà “tirano” maggiormente. Infine, da presidente del Parlamento europeo potrebbe diventare una “risorsa” del Paese. Più che del Campidoglio.

Impeccabile.

NICOLA OTTAVIANI

Ha davanti gli ultimi venti mesi del secondo mandato da sindaco. Con un programma da completare che fa tremare i polsi: conferma sine die della fermata dell’Alta Velocità a Frosinone, riqualificazione dell’area Permaflex, completamento della Monti Lepini, riassetto del quartiere Scalo e tanto altro ancora.

NICOLA OTTAVIANI, FOTO NANDO POTENTI E STEFANO STRANI

È esattamente su queste grandi opere che Ottaviani confida (anzi, è certo) di poter continuare ad esercitare un ruolo di primo piano nell’amministrazione del Comune capoluogo anche… dopo di lui.

Ma è anche su questo programma che punterà tutto per cercare di ottenere una candidatura alla Camera.

Il Capitano della Lega Matteo Salvini non fa che ripetere di voler puntare sui sindaci e sugli amministratori. Nicola Ottaviani farà pesare, e molto, i dieci anni da primo cittadino. In ogni caso ha pronto il piano B. Provare a vincere da solo se dai partiti non arriveranno segnali. Con un esempio, quello di Luca Zaia in Veneto.

O me la danno o me la piglio.

 FLOP

FORZA ITALIA

Per quanto tempo ancora gli “azzurri” pensano realisticamente di andare avanti in questo modo in provincia di Frosinone? Cioè come? Così. Da una parte i commissari Adriano Piacentini, Daniele Natalia e Rossella Chiusaroli, dall’altra Gianluca Quadrini (con diversi amministratori locali). In contrapposizione perenne e su tutto. Facendo aleggiare sempre l’ombra dell’ulteriore strappo, nella logica del “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

In questo momento il senatore e coordinatore regionale Claudio Fazzone è impegnato nel doppio ballottaggio di fuoco a Fondi e Terracina. Poi dovrà necessariamente occuparsi della questione Ciociaria. Infine, il vicepresidente nazionale Antonio Tajani, che una volta da queste parti organizzava tre giorni come l’Italia e l’Europa che vogliamo. Quest’anno c’è il Covid, ma dodici mesi fa la rassegna si svolse a Viterbo.

Forza Italia non ha più le percentuali di un tempo, ma si comporta come fosse la Dc dei tempi d’oro, quella delle correnti. Non è più così e quindi dividersi non ha molto senso. Non c’è nemmeno più l’alibi che ci sono Mario Abbruzzese, Pasquale Ciacciarelli e Nicola Ottaviani. Tutti trasmigrati altrove. Nella Lega. Anche se Abbruzzese formalmente è con Cambiamo.

I fatti dicono che in Ciociaria manca un leader e il triumvirato (la storia lo insegna) non può durare molto. Nessuno, infine, lavora per ricucire.

Grande Fratello (e nemmeno Vip).

ROBERTO CALIGIORE

Uno che ha vinto come ha vinto lui avrebbe dovuto già fare la giunta. Insomma, è stato sfiduciato anche su iniziativa di una parte del centrodestra e della sua maggioranza e poi è stato riconfermato in maniera decisa. Sono gli altri ad avere bisogno di lui, non viceversa.

Roberto Caligiore

Il centrodestra può sfiduciarlo per la seconda volta dopo averlo eletto per il mandato bis? No, non più. Le quasi due settimane trascorse tradiscono le difficoltà di conciliare diverse esigenze.

Quelle del senatore Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia), quella della Lega, perfino di Forza Italia. Ma pure di Federica Aceto e Ginevra Bianchini, di Riccardo Del Brocco e Stefano Gizzi. Ceccano è diventata da due elezioni una roccaforte del centrodestra, dopo esserlo stato per decenni del centrosinistra.

Roberto Caligiore, se vuole far capire che la musica è cambiata, dovrebbe imporre il suo metodo. Evitando di restare invischiato in trattative sfibranti. Invece non riesce a decollare.

Imbrigliato.