I protagonisti del giorno. Top e Flop del 4 giugno 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

LUCA ZAIA

Veleggia in tutte le classifiche di gradimento, spinge perché si possa votare a luglio alle regionali, non entra mai nelle vicende politiche. E soprattutto non nomina mai il Capitano Matteo Salvini. Sta nella Lega, ma incarna la Liga Veneta, che è cosa diversa dal Carroccio “lumbard” di Umberto Bossi e Bobo Maroni.

Luca Zaia

Il Governatore però ha fatto una cosa che nessuno è riuscito a fare: ha gestito al meglio l’emergenza del Coronavirus. A febbraio l’esplosione del contagio avvenne contemporaneamente in Lombardia e in Veneto.

Ma Zaia ha circoscritto in tempi rapidi i focolai e con la strategia dei tamponi a tappeto è riuscito a battere il virus. Adesso cerca la conferma come presidente della Regione Veneto, ma in futuro giocherà le sue carte anche per la presidenza del consiglio se dovesse vincere il centrodestra.

Non finisce qui però: perché Luca Zaia potrebbe diventare l’anti Salvini nella Lega. Specialmente se il Capitano dovesse commettere altri errori politici.

L’uomo nuovo.

CLAUDIO FAZZONE

Sono bastati pochi ragionamenti per mandare all’aria ipotesi di soccorso “azzurro” al sindaco di Sora Roberto De Donatis. Nell’intervista rilasciata a Ciociaria Oggi, il senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Claudio Fazzone ha detto: «Al di là del feeling che si può avere nei rapporti personali, dobbiamo essere coerenti con la nostra linea politica: lavorare per un centrodestra compatto e unito che sappia scegliere e indicare un candidato sindaco per Sora».

Claudio Fazzone. Foto © Imagoeconomica / Stefano Carofei

Domanda: quindi niente accordi con la squadra di De Donatis? Risposta di Fazzone: «Forza Italia è all’opposizione con la consigliera Petricca, che ringrazio per il ruolo che svolge. Poi abbiamo il coordinatore cittadino Vittorio Di Carlo. Sono loro che devono farci capire quali sono gli orientamenti dei cittadini. I rapporti contano sul piano personale ma non nella strategia politica del centrodestra».

Per far capire che la linea all’interno degli “azzurri” la detta soltanto lui. Nessun altro.

Padrone.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Il premier ha parlato di tutto: di pandemia e di economia, di tasse e di dialogo (che non c’è) con le opposizioni. In realtà però non ha parlato di niente di specifico. Ha nostalgia della Fase Uno, quella delle conferenze stampa annunciate alle 20.20 (che poi cominciavano alle 21.12), quella dei Dpcm nei quali se la cantava e se la suonava.

Giuseppe Conte

Alessandro De Angelis sull’Huffington Post ha scritto: «Insomma, l’unico punto fermo è il “metodo”, molto quirinalizio, anzi quasi pedissequamente quirinalizio: l’invito alla concordia, allo spirito “costituente”, al dialogo, al confronto con tutti: parti sociali, istituzioni, menti brillanti, uomini di buona volontà. E opposizioni, anche se, nel corso della conferenza stampa, c’è voluta una domanda specifica per far nominare a Conte la parola “opposizioni”».

«Sia come sia, come si dice in gergo, ha “aperto”, rinunciando anche, con aplomb istituzionale, a una facile polemica sull’assembramento sovranista del 2 giugno».

Il metodo: è veramente il tratto distintivo di Giuseppe Conte premier, che nelle classifiche di gradimento sta perdendo punti. Ma anche il ruolo. E l’ambizione: punta al Quirinale. Ma con quale maggioranza politica? Non si sa, l’importante è parlare tanto per non dire nulla.

Sognando il lockdown.

JAIR BOLSONARO

Mentre in Brasile è nuovo record di decessi (oltre 31.199 vittime per 555.383 contagi), a una sostenitrice che chiedeva conforto per le migliaia di lutti nel Paese, il presidente Jair Bolsonaro ha risposto così: «Mi dispiace per le vittime di Covid ma moriremo tutti. Abbi fede che cambieremo il Brasile».

Il Paese sudamericano è al quarto posto nella tragica classifica delle nazioni con il più alto numero di vittime dopo Stati Uniti, Regno Unito e Italia, ma secondo la comunità scientifica le cifre sono largamente sottostimate.

Jair Bolsonaro ed il suo gesto dell’ombrello di qualche tempo fa

Scrive La Repubblica: «I principali focolai della pandemia si trovano nello stato di San Paolo, locomotiva economica e culturale del Paese e in quello di Rio de Janeiro. Entrambi hanno iniziato un processo di deconfinamento anche se, avverte Rafael Galliez, infettivologo dell’Università Federale de Rio (Ufrj): “Nella situazione attuale, allentare le misure di lockdown corrisponde a gettare benzina sul fuoco”. Il presidente Jair Bolsonaro continua a chiedere di eliminare le restrizioni per preservare l’economia e l’impiego».

Ma chi lo ha votato?