I protagonisti del giorno. Top e Flop del 5 febbraio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

RULA JEBREAL

È lei la protagonista di questa prima fase del Festival di Sanremo. Più di Fiorello, più di Amadeus, più di Al Bano e Romina. La prima sera, con il suo monologo contro la violenza sulle donne (geniale l’idea del doppio leggio, uno nero e uno bianco) è un affresco del giornalismo contemporaneo.

E lei, Rula Jebreal, è soprattutto una giornalista. Questo uno dei passaggi più importanti del suo monologo: “Ogni sera, prima di dormire, ci liberavamo tutte insieme di quelle parole di dolore. Io amo le parole. Ho imparato, venendo da luoghi di guerra, a credere nelle parole e non ai fucili, per cercare di rendere il mondo un posto migliore. Anche e soprattutto per le donne. Ma poi ci sono i numeri. E in Italia, in questo magnifico Paese che mi ha accolta, i numeri sono spietati.

Rula Jebreal a Sanremo

Negli ultimi 3 anni sono tre milioni cento diciotto mila le donne che hanno subito molestie sessuali sul lavoro.Negli ultimi 2 anni in media 88 donne al giorno hanno subito violenza e abusi. Una ogni 15 minuti.
Ogni tre giorni è stata uccisa una donna.

6 donne sono state uccise la scorsa settimana. E nell’80% dei casi, il carnefice non ha bisogno di bussare alla porta per un motivo molto semplice: ha le chiavi di casa. Ci sono le sue impronte sullo zerbino, il segno delle sue labbra sul bicchiere in cucina”.

Ha raccontato anche della tragedia della mamma, suicida dopo aver subito delle violenze. E pensare che sulla sua partecipazione si erano scatenate delle polemiche politiche da parte di chi temeva che parlasse di politica.

Lei invece ha scritto una pagina di letteratura. Gigantesca.

LUCIANA LAMORGESE

Il ministro dell’Interno è tutto il contrario del suo predecessore Matteo Salvini: zero social, zero selfie. Nulla concede all’apparenza e alla politica. Poi però ci sono le notizie. Come quella riportata da La Repubblica.

Il ministro Luciana Lamorgese

Il ministero dell’Interno ha inviato una circolare ai prefetti per aumentare i rimborsi per i migranti accolti. L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva infatti tagliato da 35 a 19-26 euro il rimborso per ogni migrante ospitato nelle strutture di accoglienza e per effetto del taglio tanti bandi lanciati dalle prefetture sono andati deserti, creando un problema che le prefetture hanno segnalato al Viminale”.

Il ministro Luciana Lamorgese è un tecnico. Come tecnici erano e sono Mario Monti e Mario Draghi. Ad avercene di politici così. Efficace ed efficiente.

FLOP

DI MAIO-BONAFEDE

Il primo continua a comandare all’interno del Movimento Cinque Stelle. Il secondo è il ministro di Grazia e Giustizia. Entrambi hanno alzato un muro su possibili modifiche alla riforma sulla prescrizione. Non ci sono i numeri per il via libera e questo significa che il rischio politico è quello della crisi di Governo e di maggioranza.

Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede

Ma non è nemmeno questo il punto politico vero. In realtà Luigi Di Maio e Alfonso Bonafede ragionano come se fosse il 5 marzo 2018, quando i Cinque Stelle erano il primo Partito italiano con il 34% dei voti. Da allora sono passati quasi due anni e i Cinque Stelle hanno percentuali da “discesa ardita”. Come dimostrano le regionali dell’Emilia Romagna e della Calabria.

Il Movimento non scende neppure in piazza, luogo simbolo, occupato peraltro dalle Sardine. Alla faccia di chi voleva aprire il Parlamento come una scatola di… tonno.

Di Maio e Bonafede sono rimasti a due anni fa. L’importante è andare a sbattere.

SALVINI-MELONI

In primavera si voterà in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia di ferro M5S-Pd. La Toscana è la nuova Emilia Romagna: il Granducato “rosso” ha un’importanza enorme. La Lega e Fratelli d’Italia appaiono confusi e ancora non hanno scelto il candidato presidente.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Il Corriere della Sera ha scritto: “Matteo Salvini sembra aver tirato i remi in barca e non pretende più di scegliere il nome del candidato governatore, come pattuito invece con gli alleati. Il Pd e Italia viva, pur assai litigiosi sulle candidature sui territori, hanno un accordo blindato su Eugenio Giani, dna socialista e oggi dem, politico di lungo corso e attuale presidente del Consiglio regionale. Un nome il suo, che alla fine potrebbe essere digerito (previa intesa nazionale) anche dal M5S, che al momento ha candidato la consigliera Irene Galletti, scelta su Rousseau.

Il centrodestra, così come avviene storicamente da almeno 20 anni, rischia di presentarsi con un candidato dell’ultimo momento. In un primo tempo Salvini voleva candidare l’europarlamentare Susanna Ceccardi, ribattezzata la “zarina” e per questo troppo divisiva per il centrodestra. Poi è arrivato il “no” del forzista Antonfrancesco Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto. E ora?”.

Già, e ora che succede? Fra l’altro arriveranno le Sardine, autentico incubo di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Le sconfitte logorano.