I protagonisti del giorno. Top e Flop del 5 maggio 2020

Top e Flop.I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CARLO BONOMI

L’intervista del neo presidente di Confindustria Carlo Bonomi al Corriere della Sera è il segnale del cambio di rotta degli imprenditori. Ha detto Bonomi: «Stabiliamo pure che le imprese non debbano licenziare. Ma non si salvano per legge le aziende dal fallimento. Se questa è la rotta del Governo, l’approdo non può essere che uno: l’esplosione di una vera e propria emergenza sociale già a settembre-ottobre».

Carlo Bonomi © Imagoeconomica / Canio Romaniello

Come ingresso in scena non c’è male. Il meglio arriva qualche riga dopo. «Abbiamo Reddito di Emergenza, Reddito di Cittadinanza, Cassa Ordinaria, Straordinaria, in Deroga, Naspi, Discoll. Potrei continuare: la risposta del Governo alla crisi si esaurisce in una distribuzione di danaro a pioggia».

È un crescendo rossiniano. «Danaro che non avevamo, si badi bene, si tratta di soldi presi a prestito. Possiamo andare avanti così un mese, due, tre. Ma quando i soldi saranno finiti senza nel frattempo aver fatto un solo investimento nella ripresa del sistema produttivo, allora la situazione sarà drammatica».

Finito? Per nulla. Ancora Bonomi: «Le proposte non ci mancano. Peccato che al Governo difetti la volontà di ascoltare. Ho l’impressione che ci si prepari a scaricare le responsabilità su banche e imprese. Non lo permetteremo».

Terminator.

LUCA ZAIA

Il presidente della Regione Veneto continua a salire nelle classifiche di gradimento proprio nel periodo in cui il suo partito, la Lega, scende nei sondaggi. E il Capitano Matteo Salvini sembra aver perso quel “tocco magico” che ne aveva caratterizzato gli ultimi anni.

Luca Zaia

Eppure una ragione c’è sempre. Luca Zaia, che ha fatto benissimo anche da ministro, ha un approccio democristiano alla politica. Tende a risolvere i problemi tenendo tutti dentro. Non strappa, non fa polemiche. Preferisce telefonare, non citofonare.

Ormai è evidente che c’è anche un’altra via per il Carroccio. Quella di Zaia, che ha fronteggiato meglio di chiunque altro l’emergenza Coronavirus.

Due Leghe sotto i mari.

FLOP

MARIO ABBRUZZESE

Ma che bisogno c’era di contestare il progetto che porterà a Ferentino la stazione provinciale della Ferrovia ad Alta velocità?. Quella che ci porterà nel centro di Firenze in un paio d’ore ed a Milano in poco più di tre. Quella che nel frattempo da luglio fermerà quattro volte al giorno proprio a Cassino ed a Frosinone.

Il video con il quale oggi l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese invita il popolo alla ribellione sembra solo il pretesto per poter dire “Anche io avevo fatto fare un progetto ma non lo hanno voluto vedere”.

Mario Abbruzzese

Cosa cambia per il territorio? Gli studi dicono che Cassino avrà una crescita della sua ricchezza anche standosene ferma. (leggi qui Una Tav per la luna: mentre tanti guardano al dito). Allora perché pestare i piedi e battere i pugni sul tavolo, con il rischio che le Ferrovie dicano: “Considerata la pessima accoglienza avuta sul territorio, il progetto è revocato, la stazione andremo a farla a Battipaglia”.

Se poi lo scopo è solo quello di dire “Anche io sono bravo ma Zingaretti si è preso la gloria”, il rischio è quello di fare una pessima uscita di scena perché Zingaretti è il Governatore del Lazio oltre che il Segretario del Pd, Abbruzzese è un consigliere comunale di minoranza di Cambiamo. Più edificante il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco che appena saputo della decisione ha detto “Per me è importante che si faccia, se l’avessero fatta qui sarebbe stato meglio. Ma crescerà tutto il territorio”.

Su un binario morto.

GIUSEPPE CONTE

Gli italiani hanno risposto benissimo all’inizio della Fase Due. Con calma e con consapevolezza, come hanno fatto da marzo a questa parte d’altronde. Il presidente del consiglio Giuseppe Conte, invece, non ha fatto altro che ripetere negli ultimi giorni che c’erano molte preoccupazioni.

Giuseppe Conte

Non riesce a trasmettere sicurezza e probabilmente è consapevole che finita l’emergenza sanitaria, non basteranno più i Dpcm. Occorrerà cambiare passo davvero e non sembrano esserci i presupposti.

Il ruggito di Confindustria è indicativo.

I decreti non bastano più.

DONALD TRUMP

«Da tutte le prove viste, più di 15.000 sequenze genetiche, ritengo che questo virus sia di origine animale». Lo ha dettola dottoressa Maria Van Kerkhove dell’Oms, in merito alle dichiarazioni del segretario di Stato Usa Mike Pompeo secondo il quale il virus potrebbe essere nato in laboratorio cinese.

Donald Trump

Ha aggiunto: «C’è un legame coi pipistrelli, dobbiamo capire l’ospite intermedio. Possiamo imparare dagli scienziati cinesi e scambiarci conoscenze ma se questo diventa un’indagine aggressiva verso un comportamento sbagliato allora è un problema politico, non scientifico. La scienza dev’essere al centro e una ricerca su basi scientifiche sulle origini del virus sarebbe di beneficio per tutti».

L’interpretazione esegetica è: Trump la sta buttando in politica. Il perché è chiaro: dopo essere stato lanciatissimo per la riconferma alla Casa Bianca, ora i sondaggi dicono che rischia di perdere. E cerca di spostare il tino.

Sindrome cinese.