I protagonisti del giorno. Top e Flop del 6 dicembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

I TRENTA SINDACI

Non siamo la pattumiera di Roma‘”. Indossando con orgoglio la fascia tricolore, una trentina di sindaci dell’area nord della Ciociaria e di quella sud della provincia di Roma si sono presentati in Campidoglio per il consiglio straordinario del Comune di Roma sui rifiuti. (leggi qui Rifiuti, la Provincia: “Bonificare Roccasecca”. Il sindaco: “Stop alla discarica”).

I sindaci delle province riuniti in Campidoglio per dire no ai rifiuti di Roma

Certo, Virginia Raggi ha fatto di tutto per mettere a segna una figuraccia di dimensione storica. Minacciando di togliere l’acqua ai Comuni della provincia se dovessero obbligarla a tenersi i rifiuti. Dicendo che “Tre milioni di cittadini di Roma hanno la stessa dignità dei cittadini dei vostri Comuni“. Dimenticando così che ‘i cittadini dei vostri Comuni‘ i rifiuti di Roma se li tengono sul groppone da anni.

L’apoteosi la raggiunge quando dice che è giusto mandare nelle province i rifiuti di Roma: perché ci sono migliaia di pendolari che ogni giorni vengono a lavorare nella Capitale e producono lì i loro rifiuti.

Il sindaco di Colleferro Pierluigi Sanna ha detto: “Dal 1993 i rifiuti di Roma arrivano da noi, non abbiamo più forze e capacità di sostenere uno sforzo del genere. Roma apra la sua discarica. Il contratto ventennale con la discarica di Colleferro è in scadenza, i conferimenti sono stati prorogati fino al 15 gennaio, quel giorno saremo tutti lì”. Senza scendere al suo livello. prospettando una soluzione.

La rabbia e l’orgoglio.

MARIO MONTI

Il senatore a vita ed ex premier Mario Monti ha detto dallo studio di Agorà (Rai3): «Le guardo con molto interesse, queste Sardine. Mi sembra che stiano dando gambe e voce ad esigenze molto elementari di una società che però nella politica italiana sono state abbastanza dimenticate».

Mario Monti

Quali? «Che si ragioni e si parli delle cose in modo pacato, che chi governa se possibile non sia totalmente privo di competenze. Sono punti un po’ dimenticati, è un po’ paradossale che occorra andare nelle piazze per farli valere».

E alla domanda se scenderebbe in piazza con loro la risposta è stata la seguente: «Perché no». Un guizzo di grande prospettiva quello di Mario Monti. Visionario.

FLOP

MATTEO RENZI

Una giornata di “provocazioni” contro il Governo di cui fa parte. Anzi, che ha fatto nascere. Matteo Renzi ha detto: “Non lo so se questo governo reggerà, spero di sì ma non lo saprei dire, perchè ho visto litigate sul niente in questa settimana. A me pare che la situazione si stia ingarbugliando, fossi il presidente del Consiglio e ministri cercherei di trovare soluzioni e lavorare”.

Matteo Renzi © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Poi, a Fatti e misfatti a TgCom24, ha aggiunto: “Penso che sia un errore andare a votare, abbiamo fatto il governo per evitare l’aumento dell’Iva e l’aumento delle tasse e per evitare che il presidente della Repubblica dal 2022 sia espressione di un fronte anti-euro. Fossi la maggioranza, cercherei di creare un clima di tranquillità per arrivare al 2022 e fare delle cose buone per gli italiani. Io non vorrei andare a votare, ma se ci costringono lo faremo. È un peccato ma dobbiamo prenderne atto. Questa partita è in mano al governo, a Conte e alle forze di maggioranza. Non ho nessun tipo di paura, ci mancherebbe…”.

L’uso dei verbi evidenzia che Matteo Renzi si sente estraneo al Governo. Meriti sempre e solo suoi, colpe sempre e solo degli altri.

GLI ITALIANI

Lo stato d’animo dominante tra il 65% degli italiani è l’incertezza.  Lo rileva il Censis nell’ultimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese. Dalla crisi economica, l’ansia per il futuro e la sfiducia verso il prossimo hanno portato anno dopo anno ad un logoramento sfociato da una parte in “stratagemmi individuali di autodifesa e dall’altra in crescenti pulsioni antidemocratiche, facendo crescere l’attesa messianica dell’uomo forte che tutto risolve.

Italia Turrita © Wasp in Italy

L’Ansa ha sintetizzato in questo modo: “Il 62% degli italiani è convinto che non si debba uscire dall’Unione Europea, ma il 25%, uno su quattro, è invece favorevole all’Italexit. Se il 61% dice no al ritorno della lira, il 24% è favorevole e se il 49% si dice contrario alla riattivazione delle dogane alla frontiere interne della Ue, considerate un ostacolo alla libera circolazione di merci e persone, il 32% sarebbe invece per rimetterle”.

Ancora: “Negli ultimi tempi sembra essere montata una pericolosa deriva verso l’odio, l’intolleranza e il razzismo nei confronti delle minoranze. Il 69,8% degli italiani è convinto che nell’ultimo anno siano aumentati gli episodi di intolleranza e razzismo verso gli immigrati. Un dato netto, confermato trasversalmente, con valori più elevati al Centro Italia (75,7%) e nel Sud (70,2%), tra gli over65 (71%) e le donne (72,2%). Per il 58% degli intervistati è aumentato anche l’antisemitismo”.

Impauriti e cinici.