I protagonisti del giorno. Top e Flop del 6 gennaio 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

FRANCESCO BORGOMEO

Rileggiamo con calma l’incipit dell’articolo di Alessioporcu.it: “Francesco Borgomeo si mette in società. Con un colosso. Il più grosso player arrivato in provincia di Frosinone dai tempo di Fiat a Cassino”. (Leggi qui Un colosso per Borgomeo: Saxa Gres si sposa con A2A).

Quel colosso ha un nome: A2A. Parliamo di 7,3 miliardi di fatturato, di oltre 12.000 dipendenti. Ma c’è un dettaglio strategico e straordinario sfuggito a tutti: chi c’è dietro quel colosso? Il 25% delle azioni è del Comune di Milano ed un altro 25% sta nelle mani del Comune di Brescia. È una società che per metà sta in mano ai cittadini. Un po’ come la nostra Saf.

Francesco Borgomeo

Borgomeo ha realizzato un matrimonio con A2A portando in dote il 27,7% del gruppo Saxa Gres. Un “matrimonio” attraverso il quale in provincia di Frosinone si apre un’autostrada (per rimanere in tema di operazioni che hanno fatto la storia) di possibili investimenti. Perché lo stabilimento Saxa di Anagni è la prima Circular factory italiana: trasforma gli scarti degli scarti in nuovo prodotto che ha un costo sui mercati. È l’economia circolare allo stato concreto, è l’economia del futuro. Applicata in maniera green all’ambiente. È su questo che A2A ha voluto investire. Perché tutti gli analisti dicono che lo sviluppo dei prossimi vent’anni passerà da lì.

Francesco Borgomeo proietta così su una dimensione nazionale la sua visione di industria etica, la sua filosofia che sta consentendo di risparmiare suolo, salvaguardare montagne, evitare lo sfruttamento dei bambini nelle cave asiatiche.

Imprenditore visionario e sempre capace di stare un passo avanti, dopo la nomina a presidente della Territoriale di Cassino-Formia di Unindustria, ora la mossa che lo fa entrare di diritto nella storia dell’economia nazionale.

Ingresso nell’Olimpo.

CLAUDIO DURIGON

Il coordinatore regionale della Lega ha opzionato la candidatura a sindaco di Formia per il suo Partito. Lo ha fatto sulla base di un articolato ragionamento politico. (Leggi qui Caso Formia al regionale. Durigon candida la Lega).

Claudio Durigon- (Imagoeconomica)

Prima mossa: l’importanza di una città come Formia richiede il tavolo regionale del centrodestra. Ma questo non vuol dire bypassare la classe dirigente locale, vuol dire valorizzare invece le elezioni comunali di quel Comune. Inserendolo in un contesto che comprende le scelte per quanto riguarda Roma e poi, a cascata, Latina.

Seconda mossa: non esiste una necessità immediata di arrivare a sintesi, perché in ogni caso le elezioni non sono dietro l’angolo. Vuol dire che gli “azionisti” del centrodestra (Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia) hanno tutto il tempo di trovare intese ad ampio raggio che tengano insieme equilibri e bilanciamenti.

Terza mossa: “aggancio” alla linea di Nicola Calandrini (Fratelli d’Italia), ma soprattutto alle parole di Claudio Fazzone (Forza Italia). Cioè: a Formia non basta vincere, è necessario governare. E a questo punto Claudio Durigon ha calato il poker, sottolineando che la Lega a Formia ha una classe dirigente di primo livello. Quindi può perfino esprimere il sindaco.

Scala reale.

FLOP

GIULIO GALLERA

L’assessore regionale al welfare della Lombardia è perfetto come “capro espiatorio”. Nel senso che la sua spiegazione sui ritardi della Lombardia sul fronte dei vaccini (“medici e infermieri sono in vacanza”) ha dato al Capitano della Lega Matteo Salvini la possibilità di procedere lungo la strada alla quale pensava da mesi. Quella del rimpasto. Con il Governatore Attilio Fontana che non potrà che rispondere “obbedisco”.

L’assessore regionale Giulio Gallera con il presidente della Lombardia Attilio Fontana Foto © Imagoeconomica / Sergio Oliverio

Salvini ha contattato Silvio Berlusconi, per chiedere a Forza Italia un nome per sostituire Gallera. E il nome è di assoluto prestigio: Letizia Moratti, ex sindaco di Milano e già individuata da Berlusconi per la sfida a Beppe Sala.

Però in questo momento il futuro del centrodestra passa dal rimpasto in Lombardia. Per dare un segnale forte dopo quasi un anno di difficoltà politiche legate anche alla gestione dell’emergenza Coronavirus.

Certo fa riflettere la parabola discendente di Gallera: fino a pochi mesi fa front-man della Giunta della Lombardia, fino a poche settimane fa possibile candidato sindaco del centrodestra. Però lo scivolone sui ritardi all’inizio della stagione vaccinale hanno pesato moltissimo Matteo Salvini non vedeva l’ora di un’occasione così.

Autogol da antologia.

LUIGI DI MAIO

Tutti negano di volerlo, ma in realtà stanno lavorando proprio a quello. Ad un mega rimpastone di Governo. Perfino il premier Giuseppe Conte sta cedendo alla pressione fortissima di Matteo Renzi.

Luigi Di Maio. Foto © Saverio De Giglio / Imagoeconomica

Fra le varie ipotesi ce ne sono alcune di rilievo: una delega al Recovery Plan per Andrea Orlando (numero due di Nicola Zingaretti) e il Ministero dell’Interno al capo dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, che così coronerebbe il sogno di salire al Viminale come un tempo faceva Matteo Salvini.

Ma proprio Di Maio potrebbe pagare un prezzo politico durissimo. Sì perché tra le ipotesi che circolano c’è quella di Maria Elena Boschi ministro del Lavoro o dei Trasporti. Sì, proprio Maria Elena Boschi: la stessa che i Cinque Stelle hanno attaccato per anni, forse perfino di più di Matteo Renzi in persona. Se questo dovesse accadere, sicuri che per i Cinque Stelle non sarebbero preferibili elezioni anticipate?

L’ingresso della Boschi nella squadra dei ministri cancellerebbe la linea politica che Luigi Di Maio ha tenuto per anni.

Come se il Real Madrid incoronasse il Barcellona.