I protagonisti del giorno. Top e Flop del 8 dicembre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MASSIMILIAMO BRUNI

La vendetta è un piatto che si consuma freddo. In questo caso Massimiliano Bruni ha aspettato che fosse ghiacciato per servirlo al sindaco di Sora Roberto De Donatis. (Leggi qui De Donatis sotto verifica, la vogliono i Fratelli d’Italia).

Il comunicato con il quale Fratelli d’Italia ha sbarrato la strada al primo cittadino è un concentrato di linea politica del partito di Giorgia Meloni in Ciociaria. Ogni frase è ponderata per mandare un messaggio semplice: non s’ha da fare. Ecco il testo: «Al sindaco De Donatis, rivolgiamo ufficialmente l’invito ad effettuare una verifica di maggioranza. E a farlo usando lo stesso criterio utilizzato quando si compose il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. Questo anche in considerazione del fatto che, nel 2016, il Partito Lega Salvini era contrapposto elettoralmente a questa maggioranza».

Massimiliano Bruni

A novembre 2019, quando Fratelli d’Italia costituì ufficialmente il gruppo consiliare con l’adesione di Antonio Lecce e Simona Castagna il sindaco non gradì. Accusò Massimiliano Bruni di avere rotto la Piattaforma Civica sulla quale fino a quel momento si era basata l’amministrazione. Oggi Bruni ha voluto ribadire la strategia che il senatore Massimo Ruspandini ha disegnato parecchi mesi fa: nessuna subalternità alla Lega. Anzi, il modello Terracina può essere preso in considerazione.

Ma anche porta in faccia alle strategie di Nicola Ottaviani e Pasquale Ciacciarelli, rispettivamente coordinatore provinciale e segretario organizzativo della Lega in Ciociaria. I quali avevano provato a mettere il cappello su De Donatis candidato sindaco del centrodestra.

Massimiliano Bruni oggi ha riportato tutti sulla terra: sindaco, e alleati. Chiedendo pure la verifica.

Terminator.

LUCIO MIGLIORELLI

Tende a passare inosservato, ma il presidente della Saf Lucio Migliorelli è un “caterpillar”, uno che riesce a realizzare progetti che altri non avrebbero neppure letto. Sul tavolo della Società Ambiente Frosinone, la società pubblica che gestisce il trattamento dei rifiuti in provincia di Frosinone, c’è un progetto. Progetto ambizioso e all’avanguardia con quelle che sono le strategie in atto nel Nord Italia e in Europa. La Saf sta valutando l’opzione di smettere di portare fuori regione gli avanzi delle cucine per estrarne bio metano da destinare alle scuole ed alle auto sul territorio, ammendante di qualità per l’agricoltura. (Leggi qui Saf, si al metano bio con gli avanzi delle nostre cucine).

LUCIO MIGLIORELLI

E alla domanda precisa di Alessioporcu.it ha risposto: «Fino ad un paio di anni fa Saf si occupava direttamente anche di quelli che voi giornalisticamente chiamate ‘avanzi di cucina’. Mentre per noi tecnicamente si chiamano “Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani”. Poi abbiamo fatto delle scelte di carattere industriale, lo stabilimento di Colfelice doveva diventare la nostra Fabbrica dei Materiali. L’impianto per la gestione della frazione Organica realizzato con tecnologie di ultima generazione doveva essere realizzato in un’area esterna e nuova rispetto allo stabilimento».

«Abbiamo fatto partire un bando per la scelta della localizzazione e del partner con cui realizzare l’impianto. E nel frattempo li portiamo fuori regione, con un costo di circa 140 euro a tonnellata e chi li prende ci ricava il metano ed il compost per l’agricoltura. Che resta a loro».

Lucio Migliorelli sta rivoluzionando la materia dei rifiuti in Ciociaria. Lo sa, ma non vuole che in troppi lo capiscano. Così avrà sempre un margine di manovra incolmabile.

Metà volpe e metà leone.

FLOP

VITO CRIMI

Per essere il capo politico del Movimento che voleva aprire il Parlamento come una scatola di tonno è davvero sorprendente. Perché nemmeno il leader dei dorotei della Democrazia Cristiana (il centro del centro) sarebbe riuscito a dare una linea del genere. Vito Crimi, numero uno dei Cinque Stelle, ha detto chiaramente che il Mes non piace ai pentastellati ma chi dovesse mettersi di traverso voterebbe “contro”. Dove per “contro” si intendono il presidente del consiglio Giuseppe Conte, l’intero Movimento Cinque Stelle e tutti i ministri, a cominciare naturalmente da Luigi Di Maio.

Vito Crimi con Luigi Di Maio foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Come dire: chi vota contro è fuori. In politica ci sta, ma resta il fatto che il Movimento ha perso ogni tipo di connotazione di forza rivoluzionaria. Diventando invece il Partito del sistema. A dimostrazione che Giulio Andreotti aveva ragione quando diceva che il potere logora chi non ce l’ha.

Ormai non è più importante sapere se la classe dirigente dei Cinque Stelle è all’altezza del ruolo governativo oppure no. Ormai è importante soltanto “resistere” nel Palazzo. A dispetto dei santi e facendo anche incazzare i fanti.

E’ il trionfo della realpolitik e della difesa del potere per il potere. Ma in questo modo i Cinque Stelle continuano a mettere all’angolo partiti apparentemente più scafati e navigati. Come i Democrat di Zingaretti o Italia Viva di Renzi. Va tutto bene, ma certamente la visione di Gianroberto Casaleggio è stata archiviata.

Te la do io la rivoluzione.

SALVATORE FONTANA

Ammassati. Uno accanto all’altro, molti senza neppure la mascherina a fare da schermo. Tutti a due passi dalle bancarelle. Il consigliere comunale renziano di Cassino Salvatore Fontana non ha perso l’occasione. Ha svolto fino in fondo il suo ruolo ed ha denunciato all’opinione pubblica di Cassino l’evidente violazione delle norme e del buon senso. E l’evidente assenza di controlli al mercato settimanale di Cassino. Anzi no.

Proprio no. Qualcuno fa notare al Consigliere che quella foto non è stata scattata a Cassino. E che quegli assembramenti non riguardano la città, le carenze sui controlli non dipendono dall’amministrazione Salera.

Salvatore Fontana

Fontana rimuove subito il post. E siccome, gli va riconosciuto, ha una faccia e le spalle larghe, ha ritirato il post ed ammesso pubblicamente il suo errore.

Però nel frattempo i ruggiti dei leoni da tastiera si erano già levati alti, dando vita al consueto scambio di accuse tra i tifosi delle opposte fazioni.

Nella fretta, un po’ a tutti è sfuggito che, anche se fosse stato, la competenza sulle bancarelle non è del sindaco Salera bensì della Regione Lazio.

Il virus dell’errore.