I protagonisti del giorno. Top e Flop del 8 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

SPERANZA-D’AMATO

Il ministro della Sanità ha sospeso i voli dal Bangladesh accogliendo l’invito dell’assessore della Regione Lazio, reattivo nello spegnere ogni focolaio di Covid-19 che si accende. La dimostrazione di come deve funzionare la collaborazione tra istituzioni.

L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato © Imagoeconomica

La pandemia da Covid-19 è tutt’altro che domata, ogni giorno si continuano a registrare decine di casi e anche molti decessi. Per non parlare di quello che sta succedendo nel mondo: Usa, Israele, India. E Brasile dove, a furia di andare in giro senza precauzioni, anche il presidente Bolsonaro adesso è positivo al coronavirus.

L’istituto Spallanzani di Roma è diventato il simbolo del contrasto al Coronavirus e lo è diventato anche perché Alessio D’Amato ha puntato immediatamente su questo ospedale.

Dal canto suo il ministro Roberto Speranza è stato costantemente padrone della situazione, non lasciandosi mai andare né allo sconforto né al troppo entusiasmo. La decisione congiunta di oggi è il segnale dell’Italia che lotta, resiste in trincea e non molla mai.

Gioco di squadra.

NICOLA OTTAVIANI

Il sindaco di Frosinone non si ferma un attimo. Non a caso continua a crescere nel gradimento degli amministratori locali, come dimostra il sondaggio dell’istituto Noto sulla Governance Poll. Al Comune di Frosinone non molla su nessun punto amministrativo e anche nell’anno del Coronavirus sta comunque organizzando un’estate degna di questo nome.

Politicamente punta dritto al Parlamento e di questo passo otterrà sicuramente una candidatura alla Camera.

Nicola Ottaviani (Lega) © Stefano Strani

Rispetto al passato sta facendo anche maggiore vita di Partito, preoccupandosi perfino di chi potrà essere il suo successore. Infatti ha già fatto sapere che dalle primarie non si potrà prescindere.

Alla fine è il radicamento nel territorio che più gli interessa. E’ sui mandati da sindaco che ha costruito la sua carriera politica e non lo dimentica. Dimostrando umiltà e concentrazione.

Martello.

FLOP

ABBRUZZESE – CIACCIARELLI

Mario Abbruzzese è stato un politico che ha dato tanto al territorio. E che dal territorio ha ricevuto meno di quanto fosse giusto. Essere lasciato a Cassino per preferirgli una anonima Ilaria Fontana è moralmente un’ingiustizia, da qualunque latitudine politica la si osservi. Perché non ha colore politico la strategia grazie alla quale è nato il Polo Logistico al servizio dello stabilimento Fiat di Cassino: si rivelò strategico per mantenere in attività le linee di montaggio. Non hanno colore politico le rotatorie con cui mettere in sicurezza lo stradone Fiat e la Cassino – Mare.

MARIO ABBRUZZESE

Furono il risultato di un’abile operazione di equilibri intessuta con il centrosinistra di Francesco De Angelis. Nell’ambito di un rapporto non ortodosso e secondo alcuni contronatura ma che in cambio garantiva  stabilità al territorio. E la stabilità è una merce dal valore inestimabile: è la prima mercanzia che gli investitori chiedono per scommettere i loro soldi su un territorio ed impiantarci una loro fabbrica.

Mario Abbruzzese ne fu capace. Poi però ogni mezzogiorno politico, come ha avuto un’alba, ha un tramonto. Che può essere romantico, struggente o, come in questo caso, patetico.

Andare nell’ospedale di Cassino con una bandiera, al fine di farsi fotografare e dire che si sta combattendo per evitare che ne vengano smantellati i reparti, è l’indice di un tramonto triste. Soprattutto se si è stati il Presidente del Consiglio Regionale del Lazio quando governava Renata Polverini: che firmò il provvedimento con il quale si ordinò la chiusura d’una decina di ospedali in provincia di Frosinone.

Autorizzando – per decreto – il massacro della Sanità. Per nascondere la polvere sotto al tappeto ci si inventò le Macroaree: le zone con meno letti del dovuto in Ciociaria fecero media con le zone che avevano letti in eccesso a Roma. Così Frosinone restò sotto organico ed a Roma si evitò di tagliare. Parlano i decreti. Pasquale Ciacciarelli lo ha seguito, ancora una volta. Per lui, parlare di tramonto è improprio.

Prima occorre avere un’alba.

DAVIDE CASALEGGIO

Si è recato dal premier Giuseppe Conte per ribadire le priorità del Movimento Cinque Stelle e per dire no all’utilizzo del Mes. Tutto normale e perfino giusto. Ma quello che Davide Casaleggio non ha calcolato è che quel Movimento non esiste più.

Oggi i Cinque Stelle sono governativi, forgiati a immagine e somiglianza politica di Luigi Di Maio e di tutta l’ala ministeriale. Un Movimento che non vuole andare a casa, che vede le elezioni come il peggiore di tutti i mali, che ormai non combatte più le battaglie di un tempo.

Luigi Di Maio con Davide Casaleggio © Imagoeconomica, Sergio Oliverio

E su questa linea c’è soprattutto il fondatore Beppe Grillo, preoccupato esclusivamente di restare alleato del Pd, di mantenere Giuseppe Conte a Palazzo Chigi e di indirizzare i “vaffa” ai nostalgici del passato pentastellato.

Recandosi da Giuseppe Conte con il sostegno del solo Alessandro Di Battista, Davide Casaleggio ha reso evidente a tutto il mondo politico che è lui ad essere isolato nel Movimento. Anche se è lui ad avere ragione.

Autogol da fine corsa.

ANTONIO TAJANI

In piazza Forza Italia sta con la Lega di Matteo Salvini e con Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Così, nel caso di elezioni anticipate, si resta agganciati al carro del centrodestra. Ma poi, quando si torna alla politica a tavolino, gli “azzurri” flirtano con Giuseppe Conte. E proprio il vicepresidente del partito Antonio Tajani non esclude un governo di salute pubblica anche con una parte dei Cinque Stelle.

ANTONIO TAJANI, FOTO © LIVIO ANTICOLI / IMAGOECONOMICA

Dopo che Forza Italia aveva letteralmente fatto a pezzi la Lega per il fatto di aver partecipato ad un Governo con i Cinque Stelle. Ma soprattutto, in vista dell’autunno, Silvio Berlusconi e Antonio Tajani stanno preparando il grande ribaltone.

Non escluso neppure un accordo sia con i Cinque Stelle che con il Pd.

Molto di governo e poco di lotta.

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