I protagonisti del giorno. Top e Flop del 9 gennaio 2020

Top e Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

LE SARDINE

Stanno cambiando passo. Domani saranno a Foggia. E hanno voluto spiegarlo così: “Siamo Sardine. E siamo e saremo sempre contro la mafia, fenomeno indegno contro cui serve un impegno forte, duraturo e costante dello Stato, ma anche dei cittadini liberi e onesti”.

Mattia Santori

Per questo saremo domani a Foggia, alla manifestazione di Libera, convinti che alle “batterie” delle cosche che si spartiscono il territorio, ci si contrapponga con la partecipazione, la testimonianza e la presenza sia ideale che fisica”. 

Le Sardine si stanno organizzando anche per un possibile congresso, il che significa che stanno guardando in prospettiva. E lo stanno facendo sul piano politico. Intanto, comunque vada, hanno riportato in piazza la sinistra e hanno dimostrato che valori come la solidarietà sono ancora attuali. Una cosa è certa: il centrosinistra non potrà prescindere da loro. Visionari lucidissimi.

FRANCESCO DE ANGELIS

Non gli è concesso di ritirarsi. Se non interverrà lui ben difficilmente si sbloccherà la situazione riguardante la convocazione del congresso provinciale del Partito Democratico.

Francesco De Angelis

Il suo passo di lato ha messo in evidenza soprattutto una cosa: non esiste al momento un altro leader del suo livello, capace cioè di mettere tutti d’accordo. De Angelis vorrebbe tanto dedicarsi ad altro: al Consorzio industriale unico del Lazio, poi ad una eventuale candidatura al Senato o alla Camera.

Vorrebbe fare il “padre nobile” del Pd e del centrosinistra in Ciociaria. Sono decenni che è in trincea. Però ha capito che la strada per la sua successione è ancora lunga.

Dovrà sbrogliarla lui questa vicenda. Pacificatore for ever.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

La gaffe diplomatica del Governo Conte bis è di quelle destinate a passare alla storia. Il pasticcio sulla Libia, con l’incontro con Haftar, che ha provocato l’ira di Al Sarraj, preoccupa molto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Corriere della Sera ha scritto: “A Palazzo Chigi si giustificano, respingono la parola flop, non vogliono sentir parlare di autogol di Giuseppe Conte e rivendicano addirittura un «mezzo risultato».

Il Presidente del Consiglio ha incontrato questo pomeriggio a Palazzo Chigi il Generale Haftar

Ma sono gli stessi diplomatici, alla Farnesina così come in Libia, a parlare di «errore madornale», di «pasticcio che ci costerà caro». Di sicuro più di qualcosa non ha funzionato se ieri i nostri servizi segreti erano già diretti a Ciampino per scortare il capo del governo legittimo della Libia, Fayez al Sarraj, sino a Palazzo Chigi.

E di sicuro non ha giocato a favore dello sforzo diplomatico del presidente del Consiglio la scelta di vedere prima il generale Khalifa Haftar, soprattutto a pochi giorni dal massacro dei cadetti dell’accademia militare di Tripoli. Dunque non solo per una ragione di protocollo, ma anche di opportunità politica”.

Benzina nel motore di Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Poi ci si meraviglia che gli Stati Uniti non ci avvertono più di nulla o che Francia e Germania ci bypassano.

Dilettanti allo sbaraglio.

STEFANO PATUANELLI

Non c’è scritto da nessuna parte che ci sia il closing entro il 31 maggio, è materialmente impossibile”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, alla Commissione Trasporti della Camera sul decreto Alitalia, rispondendo ad una domanda dei membri della Commissione.

Stefano Patuanelli

Ha affermato: “Il 31 maggio è il termine che viene dato al commissario per espletare la procedura di cessione: il 31 maggio è paragonabile al 31 ottobre 2018. Continuare a parlare di Atlantia è assolutamente inutile”.

Ma esiste una sola vertenza, una sola vicenda sulla quale questo Governo riesce a dare delle risposte chiare e univoche? No, perché le frammentazioni sono talmente forti da consigliare a tutti un eterno rinvio. Il Movimento Cinque Stelle non fa altro, con il capo politico Luigi Di Maio che ha indicato benissimo la strada.

L’unica parola d’ordine è “tirare a campare”. Ma la vicenda di Alitalia è fondamentale e delicata. Per il Governo però meglio prendere tempo. Calcio d’angolo continuo.