I protagonisti del giorno. Top e Flop del 9 luglio 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

AMBROGIO SPREAFICO

Papa Francesco lo ha nominato nel Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. In tutto 22 prelati, ma un solo italiano. Lui, il vescovo della Diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino. (leggi qui Il vento della Pace soffia da Frosinone: il Papa nomina Spreafico nel Consiglio per il Dialogo).

Un ulteriore riconoscimento ad una vocazione all’insegna dell’umiltà, della competenza, del dialogo e del confronto. Monsignor Ambrogio Spreafico non è uno che passa inosservato. E tantomeno ad un Pontefice come Bergoglio, che non fa altro che lanciare ponti e cercare mediazioni.

SE Ambrogio Spreafico

A Frosinone Ambrogio Spreafico è tra quanti si battono ormai da anni per la costruzione di una moschea. Dimostrando di essere costantemente avanti nel pensiero e nella sensibilità di confrontarsi con… l’altro. Il fatto che sia l’unico italiano “tra contanto senno” non è neppure casuale.

Tiene accesa la lanterna della tolleranza in un clima di odio e di scontro.

Episcopale.

NICOLA ZINGARETTI

Apparentemente si è stancato. L’inimitabile Alessandro De Angelis sull’Huffington Post ha scritto così: «A un certo punto, Nicola Zingaretti è diventato pressoché irreperibile. “Sono a Oriolo, del resto lo avevo detto…”. Il segretario del Pd non è una Cassandra. Ma effettivamente alla Direzione di un mese fa aveva chiesto, anche con una certa solennità, di sciogliere i nodi, elencandoli, prima del valzer degli Stati generali: Autostrade, Ilva, Semplificazioni, Alitalia».

Nicola Zingaretti

Poi aggiunge: «A Oriolo, piccolo paese in provincia di Roma, il segretario del Pd ha incontrato Sergio Flamigni, ex parlamentare del Pci, intellettuale, oltre novanta primavere sulle spalle, insomma quella generazione che ha costruito l’Italia, altra tempra. E ha preso l’impegno di portare la sua sterminata documentazione, sul caso Moro, le stragi, la mafia, in una sede dell’Ater della Garbatella».

«È la fotografia di un distacco disincantato, proprio mentre sul cellulare gli infiniti messaggi registrano l’ennesima convulsione sul Ponte di Genova, una di quelle destinate ad aprire i giornali: Palazzo Chigi che dice di essere stato informato dalla De Micheli, la rivolta dei 5 stelle su Conte, il giorno dopo le Semplificazioni e il giorno prima della prossima tappa del calvario, presumibilmente l’Ilva».

In realtà Nicola Zingaretti non crede più nel Governo, nell’alleanza con i Cinque Stelle e neppure nell’unità del Pd. Ma sa che a questo punto non può dipendere sempre e soltanto dalla sua capacità di mediare. Troppe trame e zero fatti. Se Zingaretti prende le distanze ora, a settembre potrà essere considerato una “riserva” della Repubblica.

Lucido disincanto.

FLOP

SIMONE COSTANZO

Non vuole la celebrazione del Congresso Provinciale del Pd, né in presenza né in teleconferenza. L’ex segretario dei Democrat da anni è preda della sindrome “muoia Sansone con tutti i Filistei”.

Simone Costanzo

Da diverso tempo non sembra fare più riferimento a Bruno Astorre. Si è posizionato con il presidente della Provincia Antonio Pompeo. Ma a cosa punta? Da Segretario si è dimesso nel gennaio 2018 per partecipare alle elezioni regionali. Dove però il tandem Mauro Buschini-Sara Battisti ha centrato un risultato eccezionale, la doppia elezione.

Costanzo è sindaco di Coreno Ausonio, ma alla segreteria del Pd resta legato. Un traguardo che ha raggiunto grazie all’accordo con Francesco De Angelis. Quei tempi sono finiti. Ma perché fare muro per non far celebrare il congresso?

Enigmatico.

GIUSEPPE CONTE

Stretto nella morsa dei Cinque Stelle e del Partito Democratico, il premier è diventato campione del mondo dell’arte di non decidere nulla. Poi, per cercare di rompere l’assedio, ha pensato bene di attaccare l’opposizione. Citando Nanni Moretti.

Ha detto: “C’è un po’ di difficoltà a concordare con l’opposizione un luogo e un tempo in cui confrontarsi“. Mi ricorda un po’ il Nanni Moretti di Ecce Bombo: “Mi si nota di più se lo facciamo a Villa Pamphilj o più istituzionalmente a Palazzo Chigi? Mi si nota più se si fa in un modo o in quell’altro?”.

Giuseppe Conte

Ma perché Lega e Fratelli d’Italia dovrebbe soccorrere e confrontarsi con un presidente del consiglio che, dall’inizio dell’emergenza Covid, non fa altro che ballare da solo? Ma soprattutto, Giuseppe Conte si nota di più a Palazzo Chigi oppure a Villa Pamphilj? Chi ha convocato gli inutili Stati Generali?

Per citare sempre Moretti, quando dirà qualcosa? Non necessariamente di sinistra.

La messa è finita.

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