Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 29 settembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 29 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 29 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

NICOLA OTTAVIANI

Nicola Ottaviani (Foto: Stefano Strani)

C’è una data. Anzi, ce ne sono due: 16 e 17 ottobre, giorni dell’inaugurazione della nuova sede comunale di Frosinone. Cioè  Palazzo Munari, che per decenni ha ospitato la filiale della Banca d’Italia.

Tra le tante opere che l’Amministrazione Ottaviani ha realizzato è sicuramente la più prestigiosa. Intanto perché riporta la sede comunale del capoluogo nella zona originaria, prima della distruzione a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Poi per il prestigio e la bellezza di un Palazzo che è già nella storia del capoluogo.

Infine, per una formula, rent to buy, che rappresenta una sorta di miracolo finanziario considerando che nel 2012 Nicola Ottaviani ha ereditato una situazione debitoria, come sindaco di Frosinone, di 50 milioni di euro. Una situazione proveniente dal passato. Lui non ha battuto ciglio ed è andato avanti. (Leggi qui I conti della serva: chi fa l’affare nell’operazione sul palazzo ex Bankitalia).

Ora, la nuova sede del Comune a Palazzo Munari non è la ciliegina sulla torta. E’ il lascito che questa Amministrazione, guidata da Nicola Ottaviani, consegna al capoluogo ciociaro.

Sindaco per sempre.

ROBERTO GUALTIERI

Roberto Gualtieri

In una lettera all’Huffington Post il candidato sindaco del centrosinistra a Roma ha scritto: “La candidatura di Roma all’Expo 2030 decisa dal presidente Draghi è un’occasione importante, irripetibile. Come ha ricordato il Presidente di Unindustria Angelo Camilli, PNRR, Giubileo ed Expo possono segnare i prossimi 50 anni di crescita e di sviluppo della Capitale. Roma può vincere tutte queste sfide”.

In un colpo solo Gualtieri ha toccato tutti gli argomenti clou: il riferimento al Governo di Mario Draghi, le ambizioni di una Capitale ripiegata su sé stessa, l’opportunità e il traguardo dell’Expo, ma anche il Pnrr e il Giubileo. Con citazione non a caso di Angelo Camilli, presidente di Unindustria.

Roberto Gualtieri, ex ministro dell’Economia, dimostra umiltà e capacità strategiche. Umiltà perché, consapevole di non partire in vantaggio, si è affidato al Pd romano e alle strategie di Goffredo Bettini, Bruno Astorre e Claudio Mancini. Con Nicola Zingaretti che ha osservato attivamente. Ma poi, quando il gioco si è fatto duro, lui ha tenuto la barra sulla visione di città e sul programma. Non era semplice, considerando anche l’ultima manovra di Giancarlo Giorgetti di legittimare Carlo Calenda.

Gualtieri è rimasto sul pezzo, ribadendo: “Il mio avversario è Michetti”.

Lucido.

FLOP

GIANCARLO GIORGETTI

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

È in silenzio stampa. Come le squadre di calcio quando sono in difficoltà e cercano di recuperare la concentrazione. Soltanto che Giancarlo Giorgetti non è un calciatore. Lui è il ministro dello Sviluppo Economico e anima della Lega di governo, quella che ha appena sfidato Matteo Salvini.

Insomma, nei giorni scorsi Giorgetti ha prima detto che a Roma si dovrebbe ripartire da Carlo Calenda (non da Enrico Michetti), poi è stato protagonista di un tour elettorale in autonomia in Piemonte, quindi ha messo sotto pressione il Capitano Matteo Salvini, alle prese con la situazione di Luca Morisi.

Insomma, nella sostanza Giorgetti ha aperto il congresso del Carroccio, lanciando il guanto di sfida per la leadership ad un certo Matteo Salvini. Ora il silenzio stampa francamente è un ridimensionamento sul versante di una leadership indubbia.

Braccino.

VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Potrebbero essere i suoi ultimi giorni da sindaca di Roma, anche se lei e Beppe Grillo continuano ad essere fiduciosi nella vittoria. Ma, al netto di tutte le cose che in questi anni non sono andate, è l’aria politica a fare la differenza.

Nel 2016 nella Capitale lo sapevano tutti che la Raggi avrebbe stravinto. Come in effetti successe. Oggi sono tutti convinti che perderà. Basterebbe questo per una riflessione serena a tutto campo da parte della sindaca.

Ha incarnato più di tutti la stagione del cambiamento a Roma, ricevendo dai cittadini pieni poteri. Davvero. Se alla fine sta lottando per arrivare al ballottaggio, allora qualcosa non avrà funzionato. D’altronde, non è che l’immagine di Roma ricoperta dai rifiuti l’ha inventata qualcuno che voleva strumentalizzare la situazione. Quello che stupisce è l’assoluta indisponibilità di Virginia Raggi alla minima autocritica.

Nel bunker.