Top & Flop * Martedì 1 ottobre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

VINCENZO BOCCIA

Il presidente di Confindustria ha dato un’autentica lezione di realismo politico alla… politica. Lo ha fatto in un’intervista a La Stampa. Prima ha spiegato che “l’Italia non può cavarsela da sola, serve più Europa, altrimenti la partita è persa”.

Vincenzo Boccia Maurizio Stirpe © Imagoeconomica, Raffaele Verderese

Affermando: “Ora c’è bisogno di una svolta per l’integrazione politica. Le imprese di Francia e Germania sono d’accordo. A dicembre faremo una trilaterale a Roma”. Ancora una volta l’associazione di viale dell’Astronomia è più avanti rispetto alla “visione” del Governo del Paese. Ma Boccia è andato oltre dicendo: “Dobbiamo ringraziare Conte, perché ci ha risparmiato un comunicato che sarebbe stato un invito al Governo a non aumentare l’Iva. In ogni caso quella del ministro Gualtieri è un’operazione di realismo perché è corretto il concetto che ispira il ministro: non ci sono grandi risorse a disposizione e il ministro deve fare i conti con i saldi. E’ necessario disegnare dei provvedimenti partendo da quali saranno i loro effetti sull’economia reale. Dunque si deve puntare sull’incremento dell’occupazione e dei salari per i lavoratori italiani“. 

Semplice, conciso, realistico. Vincenzo Boccia ha ribadito che non ci sono le risorse e che bisogna spiegarlo agli italiani. Senza voli pindarici. Coraggioso.

STEFANO FASSINA

Onore al coraggio fisico e alla passione politica di Stefano Fassina. Il deputato di Liberi e Uguali è rimasto ferito nel corso di una manifestazione a Roma in cui si sono verificati momenti di tensione con le forze di polizia.

Stefano Fassina

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha chiesto al capo della Polizia Franco Gabrielli di avviare degli accertamenti.  Scrive l’Ansa: “Tutto è avvenuto in pochi minuti davanti alla sede di Roma Metropolitane…nel pomeriggio i lavoratori a rischio licenziamento hanno dato vita ad un sit in per protestare contro la scelta del Comune di non ricapitalizzare la società, al quale hanno partecipato alcuni esponenti politici tra cui proprio Fassina”.

Gli accertamenti diranno come sono andate le cose. Ma in ogni caso in un Paese in cui, a sinistra, in piazza non va quasi più nessuno, va sottolineata la scelta di uno come Fassina, che certamente non ha più nulla da dimostrare. Soprattutto perché, per dirla con Nanni Moretti, cose di sinistra le dice da una vita. Bandiera rossa.

FLOP

RENZI-DI MAIO

Per giorni hanno agitato lo spettro dell’aumento dell’Iva per provare ad “intestarsi” il… mancato aumento. In realtà non c’è mai stata questa ipotesi. E il ministro Dario Franceschini, capo delegazione del Pd al Governo, oggi lo ha detto in modo forte. Attaccando soprattutto Matteo Renzi.

Matteo Renzi © Stefano Carofei / Imagoeconomica

Un segnale, quello di Franceschini, che Nicola Zingaretti dovrebbe cogliere. Perché è davvero strano che Renzi e Di Maio adottino le stesse strategie e si muovano nello stesso modo. L’ex Rottamatore vuole diventare il leader della seconda forza di Governo, scavalcando proprio il Partito Democratico zingarettiano. Mentre Di Maio ha messo nel mirino Giuseppe Conte, per riprendersi i Cinque Stelle. Nonostante Beppe Grillo. La strana coppia Luigi-Matteo non ha la vocazione del gregariato. E neppure della seconda linea. Entrambi vogliono stare in prima fila. Protagonisti assoluti. Insieme rappresentano una enorme spada di Damocle sia per l’esecutivo che per il Pd. Zingaretti non faccia l’errore di sottovalutarli e di fidarsi a scatola chiusa dell’ex sindaco di Firenze.

Renzi e Di Maio sono pronti al “colpaccio”. Mine vaganti.

VIRGINIA RAGGI

Soltanto ieri il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti aveva firmato la proroga dell’ordinanza che consente a Roma di portare a trattamento i propri rifiuti negli impianti del Lazio per i prossimi quindici giorni.

Virginia Raggi

E la sindaca di Roma Virginia Raggi aveva ringraziato così: “Gli impianti, anche quelli romani, non sono tutti funzionanti e non lo saranno tra 14 giorni. Serve un arco più lungo per mettere in sicurezza la città”. Cioè, la Raggi non ci pensa proprio a creare le condizioni affinchè Roma smaltisca la sua immondizia in autonomia. Non chiede, pretende che se ne occupino sempre gli altri. Oggi il cda di Ama ha rassegnato le dimissioni: il secondo addio in pochi mesi, il quinti nei tre anni di governo della sindaca dei Cinque Stelle. Una crisi dietro l’altro.

La Raggi ha effettuato l’ennesima nomina lampo: il nuovo amministratore unico dell’Ama sarà Stefano Zaghis. Ma il problema rifiuti resta irrisolto. Strategia dell’emergenza continua.