I protagonisti del giorno. Top & Flop del 11 novembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP

HELGA COSSU

«Licenziate, cacciate la giornalista!». Ignazio La Russa, ospite di Sky Tg 24, ha reagito in questo modo a un servizio andato in onda sull’emittente satellitare riguardante il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. Il servizio era della giornalista Tiziana Prezzo.

Helga Cossu

Per iI vicepresidente del Senato della Repubblica la giusta causa per il licenziamento stava nel fatto che la giornalista non avesse mai pronunciato la parola “comunismo all’interno del suo servizio. E ha urlato: «Licenziatela, cacciatela! Vergogna, avete fatto un pessimo lavoro, abbiamo bisogno di un’altra narrazione».

In studio c’era Helga Cossu, giornalista di punta e conduttrice di prima fascia di Sky. Ha faticato parecchio ma alla fine è riuscita a riportare la calma nello studio con una classe e un’eleganza che da queste parti ricordiamo bene. Regina.

FRANCESCO DE ANGELIS

Il leader del Partito Democratico è letteralmente scatenato. Venerdì ha incontrato, da presidente dell’Asi, i parlamentari del Movimento Cinque Stelle Luca Frusone ed Enrica Segneri, lanciando un messaggio politico enorme: l’alleanza con i pentastellati resta all’ordine del giorno dei Dem. La subordinata, semmai, è il loro ingresso… nel Pd. (leggi qui I tre morsi di Francesco De Angelis detto Bokassa).

Francesco De Angelis

Poi ha proseguito con un intervento pubblicato da Ciociaria Oggi, dicendo al collega Corrado Trento che lui farà di tutto per convincere il presidente della Provincia Antonio Pompeo a restare nel Partito. Evitando cioè che possa aderire a Italia Viva. (leggi qui De Angelis tra aperture e chiusure)

Quindi la stoccata a Matteo Renzi: “Da queste parti le sirene renziane non cantano”, Oggi altri segnali di un attivismo politico che si spiega soltanto con l’odore di elezioni politiche anticipate.

Il Bokassa Pacificatore. 

FLOP

SILVIO BERLUSCONI

Ormai parla soltanto di Mara Carfagna. Il fondatore e leader di Forza Italia non riesce a capacitarsi del fatto che la Carfagna possa dissentire con il silenzio e con i fatti. Berlusconi, nel corso di una cena ad Arcore con i fedelissimi, ha ripetuto che dipingere una situazione di Forza Italia a rimorchio dei sovranisti di Lega e Fratelli d’Italia non corrisponde alla realtà.

Mara Carfagna, Silvio Berlusconi © Imagoeconomica, Benvegnu’ Guaitoli

Invece è proprio questa la realtà politica, come dimostrano i risultati dell’Umbria, i sondaggi e tutto il resto. Le carte nel centrodestra le danno ormai Matteo Salvini (Capitano coraggioso) e Giorgia Meloni (donna, madre, cristiana).

Mara Carfagna ha rivendicato la sua appartenenza al centrodestra, non vuole far da stampella al Governo, ma neppure rimanere in una coalizione dominata da altri. Berlusconi non accetta una posizione forte di disaccordo. Ormai vicina allo strappo.

Ma dovrà farsene una ragione. Maravigliato!

IGNAZIO LA RUSSA

Dell’ira funesta di Ignazio La Russa a Sky abbiamo detto. Ma il senatore di Fratelli d’Italia è stato protagonista anche a Tagadà, su La7. La conduttriceTiziana Panella gli ha chiesto: “È così difficile definirsi antifascisti?“.

Ignazio La Russa © Imagoeconomica, Sara Minelli

La Russa ha risposto: “Io non sono antifascista per esempio. Il termine antifascismo è stato colonizzato da una parte dei vincitori della guerra civile di liberazione, da quella parte che voleva sostituire al fascismo una dittatura molto più feroce, quella stalinista. Io con quelli non ho proprio nulla a che spartire. Se io dicessi che sono antifascista sarei nello stesso spazio di dove sono coloro che volevano portare l’Italia ad avere il dramma dei paesi dell’Est”.

Il giornalista Parenzo ha obiettato: “Ma la Costituzione italiana è firmata da un signore del partito comunista che si chiama Terraccini”.E La Russa: “Io non sono antifascista. Il fascismo è morto prima che io nascessi. E che oggi uno debba dire obbligatoriamente che è dalla parte dei partigiani rossi, non ci sto. Non ci sto”.

Ma in Italia c’è stata la dittatura fascista o stalinista? La storia non passa la mano (De Gregori).