I protagonisti del giorno. Top e Flop del 12 dicembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

DANIELE NATALIA

Il sindaco di Anagni ha fatto un’accelerazione notevole, mettendo a punto con il Ministero una delibera che riduce a novanta giorni i tempi di attesa per le costruzioni industriali, anche in zona vincolata dal Sin (Sito di interesse nazionale). (leggi qui Un calcio alla burocrazia: varata la Delibera che abbatte i tempi in zona Sin).

Il sindaco di Anagni Daniele Natalia – Foto Cesaritti

È il primo provvedimento vero nell’area della Valle del Sacco. Si tratta sicuramente di un messaggio molto chiaro nei confronti delle imprese.

Daniele Natalia è anche uno dei tre commissari di Forza Italia e sul piano politico può giocarsi le sue carte soprattutto in prospettiva. Ha voluto battere un colpo importante sul piano ambientale ed economico, facendo capire che bisognerà fare i conti anche con lui. Perfino all’interno di un centrodestra che sembra dare troppe cose per scontate lungo l’asse Lega-Fratelli d’Italia. Sveglio.

ANTONIO POMPEO

La Commissione regionale di Garanzia ha deciso per l’espulsione di Antonella Di Pucchio dal Partito Democratico. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo l’ha difesa e si è rivolto al segretario regionale del Pd Bruno Astorre, attraverso una lettera inviata per conoscenza anche al leader nazionale Nicola Zingaretti.

Ha scritto: “Non entro nel merito della questione normativa, a mio avviso troppo rigida in un momento come quello che sta vivendo il nostro Partito, ma credo che ogni circolo viva situazioni differenti e tante sono le anomalie verificatesi nel corso degli anni che non hanno mai visto una presa di posizione così forte da parte del Pd”.

Antonio Pompeo © Imagoeconomica

Antonella Di Pucchio è una risorsa importante, un’amministratrice solida e radicata che si è sempre spesa per il partito e lo sta facendo anche in un momento storico delicato, soprattutto in provincia di Frosinone. Un momento in cui è necessario cercare di arginare una pericolosa emorragia di consensi e aggregare nuove forze per imprimere un rinnovato slancio all’identità del Partito”.

Una considerazione di realpolitik, ma pure di coraggio. Poi ha aggiunto: “Avviare la fase congressuale provinciale con queste premesse e senza aver costruito una fase pre-congressuale con cui stabilire oltre alle regole e ai tempi anche occasioni di confronto, sia una sconfitta per tutti”.  Antonio Pompeo non rinuncia alle sue “battaglie” e ha l’obiettivo di consolidare la sua corrente, Base Riformista. Orgoglioso.

FLOP

ALFONSO BONAFEDE

La gaffe del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede è destinata a passare alla storia. Nel salotto di Bruno Vespa a Porta a Porta ha detto:  “Quando per il reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi“.

Alfonso Bonafede

Infuriati gli avvocati, oltre alle inevitabili polemiche politiche. L’ordine degli avvocati di Palermo ha affondato il colpo. Spiegando: “Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si dimetta. Di certo è errata la prima parte della frase pronunciata dal ministro Bonafede. Non è assolutamente vero che se un reato non è doloso diventa colposo, perchè può essere che non ci sia proprio reato se non viene provato il dolo. Oltretutto un reato può essere non solo doloso o colposo ma  anche preterintenzionale”.

Sicuramente quello di Bonafede sarà stato un lapsus, ma in ogni caso un ministro della giustizia non può permetterselo, specialmente in un momento nel quale è impegnato a riformare parti importanti del processo civile e penale. Gaffe che non va in… prescrizione.

MATTEO RENZI

Il leader di Italia Viva ha commentato così l’esito delle elezioni in Gran Bretagna, che hanno visto il trionfo dei Conservatori di Boris Johnson e la disfatta dei Laburisti di Corbyn: “La sinistra radicale, quella estremista, quella dura e pura è la migliore alleata della destra. Continuate pure ad insultare Blair e tenervi Corbyn: alla fine così vince la destra più radicale. E alla fine la Brexit sarà colpa anche di questo Labour”.

Matteo Renzi © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Contemporaneamente il leader della Lega Matteo Salvini esultava così: “Boris Johnson ha detto agli inglesi cosa voleva proporre, un taglio delle tasse, mentre la sinistra voleva onnipresenza dello Stato e più tasse. È come adesso in Italia, con la differenza che in Gran Bretagna hanno avuto la fortuna di votare, mentre in Italia siamo ostaggio di una minoranza. Sono convinto che, se si votasse, anche qui finirebbe come in Gran Bretagna”. 

Che Salvini festeggi. Ma per quanto riguarda Matteo Renzi, ci sarà una volta che attacca il centrodestra e prova a dire qualcosa di sinistra? Dalla parte sbagliata. Dall’inizio però.