I protagonisti del giorno. Top e Flop del 20 agosto 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

LUCA FANTINI

È tornato al lavoro dopo essersi concesso pochi giorni di vacanza. Il neo Segretario Provinciale del Partito Democratico sa che i posti vanno occupati: altrimenti se si lasciano spazi, poi qualcuno li occupa. Non solo in senso politico ma anche in senso fisico: per questo ha dettato a se stesso una regola che fino ad oggi non era mai stata prevista. Ha imposto che il Segretario debba essere fisicamente presente nel suo ufficio presso la Federazione provinciale: tutti i giorni. Un’ovvietà? Nel Pd di Zingaretti si.

LUCA FANTINI

Un’altra regola l’ha dettata a se stesso in senso politico: per quanto riguarda le prossime elezioni comunali, il Partito recepisce le scelte già adottate dai livelli locali. Cosa significa? Che Luca Fantini non rinnega alcuna delle scelte adottate legittimamente dai Circoli, anche se sono state al centro di contestazioni e lacerazioni, come a Ceccano e Pontecorvo. Ma i conti si faranno dopo: dopo il risultato, ci sarà l’analisi e l’autoritica.

Fantini si è messo al lavoro per la formazione della segreteria politica e delle successive comunali. Quelle porteranno la sua impronta politica, non queste. A cominciare da Alatri.

Lui è uno zingarettiano di ferro e quindi sa bene che da fine settembre in poi potrà succedere davvero di tutto. Il Pd ha bisogno di recuperare il bandolo della matassa, magari anche attraverso il congresso delle idee paventato da Nicola Zingaretti qualche mese fa. Mentre per quanto riguarda l’alleanza con i Cinque Stelle, difficile procedere in una provincia come quella di Frosinone, dove i pentastellati si vedono poco. Intanto però Fantini si è concentrato sulla ricostruzione del centrosinistra.

Idee chiare.

RICCARDO ROSCIA

Dicono che fosse divisivo, che fosse riuscito a spaccare chiunque si fosse avvicinato a lui. C’è del vero, almeno in apparenza. L’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia ha frantumato i Fratelli d’Italia, il Partito di cui è dirigente provinciale: l’ala dell’onorevole Alessandro Foglietta lo appoggia a spada tratta, l’ala del senatore Massimo Ruspandini invece sta con il suo avversario Anselmo Rotondo, il sindaco uscente.

RICCARDO ROSCIA

In testacoda è finita anche la Lega: l’onorevole Francesca Gerardi ha tenuto una conferenza stampa per annunciare che si candidava con lui, venendo sconfessata dopo una decina di giorni; tra poco il carroccio farà una dichiarazione di voto e molti sono certi che sarà a favore di Rotondo. (Leggi qui Gerardi, via dalla lista di Roscia. E pure da quella per Montecitorio).

Vista però da un altra latitudine, Riccardo Roscia è riuscito a dividere i suoi avversari. E prendere con se una parte. Ora il colpo da contropiede: nelle prossime ore annuncerà il ritiro della propria candidatura a sindaco il bancario Giacinto Carbone. Unirà le sue forze con quelle di Roscia. Nella convinzione di poter mettere in discussione la conferma di Anselmo Rotondo.

Se andrà a finire così o non, lo diranno le urne tra un mese. Ma intanto rimane il segnale politico. È stato uno dei rari casi in cui un candidato si è ritirato per fare squadra con un altro. E questo altro è Riccardo Roscia.

Aggregante.

FLOP

VITO CRIMI

“La costruzione di alleanze basate sui programmi, sugli obiettivi comuni, ancor prima delle persone, è un valore aggiunto, in quanto il risultato di un percorso comune, in cui i contenuti vengono prima del contenitore. Ma va fatto solo dove ci sono le condizioni”. Così,  ad Affaritaliani.it, il capo politico dei pentastellati, Vito Crimi.

Luigi Di Maio e Vito Crimi Foto © Imagoeconomica / Alvaro Padilla

Lo ha detto dopo che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha affermato (in un’intervista a Il Fatto Quotidiano) che la mancata alleanza tra Pd e M5S “in Puglia e nelle Marche è un’occasione sprecata”.

Bisogna soltanto mettersi d’accordo. Pochi giorni fa (non venti anni fa) sulla piattaforma Rousseau i Cinque Stelle hanno detto sì all’abolizione del tetto dei due mandati e sì alla possibilità di fare alleanze politiche. Con chi se non con il Pd? Quando, se non ora, visto che le regionali di settembre determineranno la sopravvivenza o meno del Governo guidato da Giuseppe Conte?

Ma poi, se Beppe Grillo e Luigi Di Maio hanno dettato la linea, perché la necessità del contrordine? Vito Crimi dà voce a più di qualche perplessità nel Movimento Cinque Stelle, ma le perplessità dovevano essere avanzate prima della decisione finale. Altrimenti si dà la sensazione di abbaiare alla luna o di contare davvero molto poco.

Fuori tempo massimo.

CECCARDI-GIANI

La notizia l’ha data il Corriere della Sera: “Si annuncia tosta la sfida in Toscana, con Matteo Salvini  che a cavallo di Ferragosto ha trasferito il suo quartier generale marittimo-elettorale da Milano Marittima alla Versilia per sostenere la sua fedelissima Susanna Ceccardi, il cui staff distribuirà in spiaggia anche i racchettoni. Il candidato del Pd Eugenio Giani, politico di lungo corso, per smuovere la sua immagine ha invece organizzato una campagna più vivace rispetto ai suoi standard e in spiaggia sono già arrivati: palloni, cuscini gonfiabili, borracce, gel disinfettante e mascherine”.

EUGENIO GIANI E SUSANNA CECCARDI. FOTO © PAOLO LO DEBOLE / IMAGOECONOMICA

Nell’anno del Covid, vietato provocare assembramenti. E quindi i comizi (già fuori moda) sono stati accantonati. La campagna elettorale si fa in spiaggia quindi. Tra distribuzione di racchettoni e cuscini gonfiabili, tra gel igienizzante e mascherine.

Uno scherzo? No. La politica è diventata anche questo. Poi qualcuno si meraviglia di come sia messa l’Italia. Ma i programmi che fine hanno fatto? Attenzione però perché si può sempre peggiorare. I candidati alla presidenza potrebbero anche decidere di guidare personalmente dei motoscafi per offrire ai bagnanti un giro sulle onde. Con la mascherina naturalmente.

Politica in alto mare.

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