I Protagonisti di lunedì 28 ottobre 2019 * Top & Flop

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

SALVINI-MELONI

Hanno avuto ragione loro. Su tutta la linea, dall’inizio alla fine. La Lega di Matteo Salvini è la prima forza del Paese, con percentuali da Democrazia Cristiana dei bei tempi. Ha stravinto in Umbria, roccaforte rossa.

Giorgia Meloni con Matteo Salvini

Il Capitano in pochi anni ha portato il Carroccio dal 4% a quasi il 40%. E tutto è cominciato levando il “Nord”. Salvini ha anche cambiato comunicazione e la Bestia (il suo formidabile apparato “media” e social) si è ammansita. Ora Salvini è istituzionale e rassicurante, ma fa sempre i selfie. Giorgia Meloni ha riportato la Destra italiana in doppia cifra, come ai tempi di Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini. È lei il volto nuovo della politica italiana. Insieme viaggiano al 48%, percentuale che uno come Nicola Zingaretti teme molto. E non contano i voti di Silvio Berlusconi.

Formidabili.

FRANCESCO DE ANGELIS

A viale Mazzini per l’inaugurazione della nuova sede del Consorzio Asi (peraltro già operativo da mesi) c’erano centinaia di persone. E soprattutto non mancava nessun rappresentante di istituzioni, autorità militari e civili, associazioni ed enti vari.

Il taglio del nastro nella nuova sede Asi

Se Nicola Zingaretti avesse una cinquantina di Francesco De Angelis sparsi in Italia viaggerebbe tra il 70 e l’80%. Al presidente dell’Asi è bastato diramare la notizia che sono accorsi tutti. Anche chi è fuori dalla vita politica da tempo. Per esempio, vedere nella stessa piazza Loreto Gentile e Francesco Scalia è una roba da collezionisti. Se De Angelis avesse invitato Papa Bergoglio, il Pontefice sarebbe andato.

Ha una capacità di mobilitazione spaventosa, peraltro trasversale. Con lui sul palco improvvisato c’erano, oltre al presidente della Regione Nicola Zingaretti, il Prefetto Ignazio Portelli, il presidente della Provincia Antonio Pompeo (suo avversario interno nel Pd) e il sindaco leghista di Frosinone Nicola Ottaviani. Della serie, “misurati dagli avversari che hai”.

Francesco De Angelis ha dimostrato ancora una volta che è tra i pochi a fare davvero la differenza. Gli manca solo il conclave.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Si è intestato la sonora  sconfitta dell’Umbria facendosi fotografare con i leader dei partiti che lo sostengono: Luigi Di Maio (Cinque Stelle), Nicola Zingaretti (Pd) e Roberto Speranza (Leu).

Foto © Filippo Attili / Imagoeconomica

Matteo Renzi, che è uno che non fa stare sereno nessuno, ha definito quella mossa una genialata. Viene il sospetto che Di Maio l’abbia organizzata per rifilare un abbraccio mortale al Presidente del Consiglio, che gli ha sottratto la leadership dei Cinque Stelle. Negli ultimi mesi, infatti, Luigi Di Maio non vince neppure se gioca da solo.

Ma per quale motivo Conte (che non è stato eletto) ha ritenuto necessario mettere il cappello su una sconfitta complicata da assorbire? Mistero della fede della chiesa pentastellata.

Fatto sta che ora davvero questo Governo è chiuso in fortino mentre il popolo sovrano non aspetta altro che impugnare la matita per mandarlo a casa. La resa di… Conte.

CLAUDIO FAZZONE

Nei mesi scorsi ha dato carta bianca a Gianluca Quadrini sul territorio, promuovendolo vicecoordinatore regionale sul campo. E Quadrini ha risposto avviando l’operazione “recupero” di tanti che da Forza Italia erano andati via. Soltanto che adesso quell’onda lunga è finita.

Claudio Fazzone con Rossella Chiusaroli

In diversi che si erano riavvicinati a Forza Italia, sono andati via di nuovo. Come Thaira Mangiapelo, consigliere comunale di Frosinone. Ma sono andati via anche perché non si capisce dove vuole arrivare Fazzone. Quali sono gli spazi e le prospettive nel partito. Il senatore di Fondi, che è anche coordinatore regionale, sta andando avanti alla giornata. Senza rotta e senza prospettive. Con Forza Italia sempre più marginale.

Di tattica si muore.