I protagonisti del giorno. Top & Flop del 26 novembre 2019

Top & Flop. Ogni notte, i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende l’indomani.

TOP 

MAURO  BUSCHINI

Sulla Sanità il presidente del Consiglio Regionale del Lazio è sempre stato attentissimo. Nel bene e nel male. Quando si è trattato di contrastare l’allora manager della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono, quando ha subito blindato il commissario straordinario Luigi Macchitella. Sa benissimo che sulla Sanità si vincono o si perdono le elezioni. Perché tutti i cittadini, chi più e chi meno, chi direttamente e chi attraverso un familiare, si confrontano con l’efficienza del servizio.

Mauro Buschini © Imagoconomica, Stefano Carofei

Non è appena si è reso conto del taglio di 8 milioni di euro per la sanità ciociara, si è attivato per ripristinare quelle risorse. Con un “contro blitz” da manuale di strategia politica. Rivolgendosi all’assessore alla sanità Alessio D’Amato e confrontandosi direttamente con il presidente Nicola Zingaretti. (leggi qui Via otto milioni dai conti Asl. «Restituiteli prima di subito»).

Nel Pd Mauro Buschini ha dimostrato da giovanissimo di saper aspettare. Adesso ha iniziato il percorso che lo porterà a raccogliere il testimone da Francesco De Angelis per la guida di Pensare Democratico.

Con calma, come nel suo stile. Adulto dall’età di dieci anni.

GIORGIA MELONI

Momento magico per la leader di Fratelli d’Italia. I sondaggi fanno letteralmente volare il suo Partito, lei sta cavalcando perfino l’onda del remix sulle sue frasi simbolo nel comizio di piazza San Giovanni: donna, madre, cristiana.

Giorgia Meloni © Imagoeconomica, Livio Anticoli

Ha duettato su La7 con la conduttrice Myrta Merlino. Mettere in nota il suo pensiero si è rivelato uno straordinario effetto traino. Il tutto senza perdere mai di vista i temi concreti e attuali. Perché Giorgia Meloni sta lavorando per demolire il provvedimento simbolo del Movimento Cinque Stelle: il reddito di cittadinanza.

In Parlamento sarà bagarre e i 500 emendamenti di Fratelli d’Italia potrebbero trovare sponde clamorose. Perfino in Italia Viva di Matteo Renzi. Il reddito di cittadinanza non è servito ai pentastellati per vincere le elezioni Europee. Anzi. Ma è evidente che la cancellazione del provvedimento, destinando gli 8 miliardi di euro ad altre misure, sarebbe il De Profundis sul Movimento di Beppe Grillo e Luigi Di Maio.

La Meloni è determinata. Io sono Giorgia.

FLOP

GIUSEPPE CONTE

Dopo l’ammissione che sulla crisi dell’Ilva il Governo non ha una soluzione, il “raddoppio” da brividi su Alitalia. Il premier Giuseppe Conte ha detto: “Su Alitalia alla scadenza prevista non è stata formalizzata l’offerta vincolante da parte del Consorzio. Dunque resta la disponibilità di Fs, di Delta, vediamo se si confermerà l’interesse di Lufthansa ma è chiaro che in questo momento non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano”.

Giuseppe Conte

E poi la solita frase: “Stiamo valutando anche alternative”.

Che tipo di Governo può essere quello che non risolve nulla? Che tipo di presidente del Consiglio può essere uno che non fa che ammettere di non avere soluzioni e di valutare alternative. In realtà nella maggioranza giallorossa c’è chi comincia a pensare che alla fine il problema più grande è proprio il premier. Fuffa a tutto campo.
   

MATTEO SALVINI

Governeremo noi la Regione Lazio perchè Zingaretti non né ha la voglia né il tempo, faremo un piano rifiuti serio che punterà sulla differenziata e sui termovalorizzatori. Se una parte dovrà finire in discarica sarà residuale, come accade in tutta Europa. L’unica cosa da fare è vincere a Roma e nel Lazio e avere il coraggio di fare quello che altri non hanno fatto. E serve più di un termovalorizzatore”.

Matteo Salvini: © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Civitavecchia, durante un comizio con il sindaco, comizio nel quale ha attaccato l’assurda decisione della sindaca di Roma Virginia Raggi di riempire Civitavecchia della monnezza romana.

Ma nella foga Salvini si è avventurato su un terreno che non conosceva. Infatti La Repubblica scrive: “Ma in molti gli hanno fatto notare che un termovalorizzatore era previsto proprio lì vicino e che la città non lo voleva. Così il leader leghista ha aggiustato il tiro, attraverso le parole dell’amico sindaco: “Sì, Salvini vuole i termovalorizzatori nel Lazio ma non qui a Civitavecchia nè nella vicina Tarquinia, dove c’è il progetto di una multiutility milanese“. Gaffe da Capitano.
 

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