Fischi e fiaschi della settimana XXII 2021

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Terzo tempo. I fatti centrali ed i protagonisti della settimana. Per capire meglio cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

FISCHI

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni

La leader di Fratelli d’Italia cresce in ogni sondaggio e il suo Partito è ormai stabilmente al secondo posto. Sorpassato il Pd, ha ormai nel mirino la Lega di Matteo Salvini. Continua ad avanzare stando all’opposizione del Governo Draghi ma non rinunciando ad avanzare proposte. (Leggi qui Inarrestabile Giorgia: FdI è ancora più il 2° Partito).

Il problema è che non ha una classe dirigente alla sua altezza. Non ancora perlomeno. Però ci sta lavorando, come dimostrano le adesioni avvenute nei mesi scorsi da parte di esponenti di Forza Italia. Proprio per questo è scattato l’allarme rosso nel centrodestra, al punto che Matteo Salvini ha lanciato l’idea della Federazione, subito accolta da Silvio Berlusconi, anche se in Forza Italia è esplosa la rivolta vera e propria.

Giorgia Meloni va avanti per la sua strada e per il momento appare inarrestabile.

Ondata di piena.

DE ANGELIS – BUSCHINI

Francesco De Angelis non è mai sazio. Per questo lo chiamano il Cannibale. Ha centrato un risultato storico: la costituzione del Consorzio industriale unico del Lazio, che sarà lui a presiedere. Un organismo che, occhio e croce, vale circa 2-3 assessorati regionali.

C’è riuscito con l’impegno, il lavoro, la dedizione, l’offensiva diplomatica. E quando la giunta regionale guidata da Nicola Zingaretti ha dato il via libera, lui era già proiettato ai passi successivi. Visto che nei prossimi 45 giorni i diversi Consorzi dovranno approvare la fusione. Cioè De Angelis non ha allentato la concentrazione neppure nel momento del massimo successo. (Leggi qui La giunta dice si al Super Consorzio Industriale)

Un successo talmente grande da oscurare quello annunciato appena poche ore prima: giovedì sera durante A Porte Aperte su Teleuniverso ha annunciato che le province di Frosinone e Latina sono ad un passo dall’agganciare i maxi tagli sulla fiscalità per le imprese. Un’enorme calamita di investimenti. (leggi qui Intesa Pd – Lega per i tagli alle tasse nel Sud Lazio)

Poche ore dopo questi due traguardi, a Collepardo c’è stato l’abbraccio tra Nicola Zingaretti e Mauro Buschini. Quest’ultimo si era dimesso da presidente del Consiglio regionale dopo l’esplosione della vicenda legata al concorso di Allumiere. Tornando consigliere semplice. C’erano state forti tensioni, Le cronache di qualche mese fa assicuravano che Zingaretti lo avesse ‘scomunicato’ politicamente. Che avesse detto “Non lo voglio più vedere, mi ha deluso”. A Collepardo Zingaretti ha negato “Non ho mai detto quella frase. Non posso averla detta perché non penso e non ho mai pensato questo di Mauro”. (Leggi qui L’abbraccio di Nicola e Mauro: “Mai dubitato di lui”).

Il ritorno di Mauro Buschini sulla scena politica provinciale rafforza ulteriormente Pensare Democratico di Francesco De Angelis.

Gemelli del gol.

DANIELE NATALIA

Il sindaco di Anagni può ulteriormente diventare uno dei punti di riferimento del centrodestra provinciale. Su un tema delicato come l’ambiente ha saputo introdurre il dibattito nel modo giusto, quello che tocca anche l’economia circolare e il trattamento dei rifiuti. Ha proposto al suo Partito, Forza Italia, un’Agenda Green: che prenda posizione sulla gestione dei rifiuti, sul loro futuro nello scenario economico della provincia e della Regione. Un tema che fino ad oggi è stato appannaggio esclusivo della Lega. (Leggi qui Natalia: «Una Forza Italia più green e moderna»).

Sul piano politico resta sempre attento e cauto. E in questo momento si deciderà davvero il futuro di Forza Italia. L’idea di una Federazione con la Lega non entusiasma il gruppo parlamentare e molti amministratori. Bisognerà vedere quello che succederà, ma in ogni caso Daniele Natalia è uno dei pochi ad essere nelle condizioni di poter provare sia a prendersi il Partito in Ciociaria sia a guardare altrove. Ha molti estimatori anche in altre importanti realtà del centrodestra.

Infine, è uno dei pochissimi big che può candidarsi al secondo mandato da sindaco. E questo rappresenta un valore aggiunto.

Vento in poppa

SANDRO BARTOLOMEO

Amato La Mura, Sandro Bartolomeo e Maurizio Costa

Le vecchie volpi non finiscono mai in pellicceria. E Sandro Bartolomeo è una vecchia volpe della politica laziale: un totem vivente. Quattro volte sindaco di Formia, simbolo della contrapposizione alle destre. Capace però di vedere con largo anticipo le dinamiche che portarono alla nascita dell’Ulivo e applicarle su Formia ben prima che Romano Prodi lo facesse nello scenario nazionale. Con lo stesso coraggio e la stessa capacità di visione ora ha detto al Pd che non è più tempo per fare battaglie di rappresentanza: è tempo di farle per vincere le elezioni e contribuire a governare Formia.

Per farlo ha definito un progetto civico con gli avversari storici, confluiti ora nella Lega. Imponendo a tutti la formula della Piattaforma Civica: via i simboli di Partito, via le battaglie ideologiche, un progetto concreto basato su traguardi pratici per la città.

Dall’interno del Pd hanno provato ad isolarlo: gli idoli possono essere attaccati ed anche buttati giù dalla rupe talvolta. Non se sono divinità politiche vere. Come ha dimostrato Sandro Bartolomeo: nel giro di 48 ore chi ha provato ad isolarlo si è ritrovato privato del simbolo Pd, senza la patente per partecipare a trattative in nome del Pd, su ordine del Partito regionale che non ha contestato la linea ma la forma in cui si è giunti a determinarla. Delitto politico perfetto. (Leggi qui La scomunica di Astorre: niente simbolo al Pd).

E così Bartolomeo, con i suoi avversari interni ormai sconfessati, ha potuto condurre la sua flotta nell’ampio schieramento che aveva teorizzato, candidando a sindaco il dottor Amato La Mura. Per una nuova battaglia elettorale e non di rappresentanza. Ha già vinto.

Eterno

FRANCESCO BORGOMEO

Francesco Borgomeo a Uno Mattina su Rai Uno

Nella stessa settimana è stato protagonista di un servizio su Uno Mattina, la seguitissima trasmissione di Rai Uno; poi è stato al centro della trasmissione di approfondimento domenicale su SkyTg24 condotta da Helga Cossu. Il fondatore e presidente del gruppo industriale Saxa Gres Francesco Borgomeo si è ritrovato al centro di un’esposizione mediatica nazionale che le aziende del Sud Lazio hanno avuto solo per Fiat e solo in occasione del lancio di qualche nuovo modello prodotto a Piedimonte San Germano.

Significa una cosa ben precisa: aveva ragione lui a parlare di economia circolare e di Circular factory cioè di una fabbrica che produce cose nuove inserendo nel suo ciclo produttivo una parte di ciò che normalmente finiva in discarica. Nel caso del suo grès porcellanato è la cenere da termovalorizzatore. Ma è il principio ad essere centrale: ciò che ha finito il suo ciclo vitale non deve essere considerato un rifiuto ma nuova materia prima. Basta solo lavorarla. È l’estensione di quello che per decenni abbiamo fatto con la carta, la plastica, i metalli: qui si generano prodotti diversi e soprattutto si eliminano scarti che fino ad ora finivano in discarica.

Soprattutto si genera nuova economia, nuova occupazione, evitando di impoverire l’ambiente risparmiando materia prima, evitando di inquinarlo trattandolo come una pattumiera.

Il profeta circolare

FIASCHI

ENRICO LETTA

Enrico Letta

Invece che continuare a parlare di anima e cacciavite dovrebbe preoccuparsi di come conquistare… voti. Perché il Pd sta affondando nei sondaggi. E’ il terzo partito italiano, sopravanzato anche da Fratelli d’Italia.

Inoltre, in tutti i grandi Comuni nei quali si va al voto il Partito Democratico sulle candidature a sindaco ondeggia tra asse con i Cinque Stelle, nuovo centrosinistra e non si sa bene che cosa. A Roma l’errore più grande, quello di essersi arreso ai diktat di Virginia Raggi, impedendo la possibilità che scendesse in campo Nicola Zingaretti.

Il quale Zingaretti nella Capitale poteva centrare un doppio risultato: la vittoria e lo spostamento dell’attenzione sul suo mandato da Segretario. Un mandato che ha rilanciato il Pd e che rischia di diventare un termine di paragone insostenibile per Enrico Letta.

Infine, il segretario sta caratterizzando il Pd su tematiche sui massimi sistemi perdendo di vista il quotidiano. E nel Governo l’impronta della Lega è più forte.

Passi falsi a ripetizione.

CONTE-CASALEGGIO

Giuseppe Conte

Rousseau ha consegnato la lista degli iscritti del Movimento Cinque Stelle. E’ il primo passo che porterà alla guida di Giuseppe Conte. Ma l’ex premier, sinceramente, cosa ha da festeggiare?

Arriva al vertice dei Cinque Stelle su input di Grillo. Senza una reale legittimazione politica dal basso. Esattamente come avvenne quando fu indicato come premier, non è stato eletto da nessuno. Dovrà convivere con colonnelli e generali pentastellati che non lo sopportano. E in ogni caso il suo  Movimento non avrà nulla a che fare con quello che nel 2018 conquistò il 33% dei voti.

Il Movimento di Conte sarà a vocazione proporzionale con due obiettivi: restare centrale in Parlamento e provare a far cadere il Governo Draghi in ogni modo. Quanto a Davide Casaleggio, non può essere contento di uscire dal Movimento che suo padre ha fondato e plasmato.

Sconfitti diversi.

BERLUSCONI-TAJANI

Antonio Tajani con Silvio Berlusconi Foto: Daina Le Lardic / Imagoeconomica

Ma davvero il futuro di Forza Italia sta nell’essere annessa dalla Lega? Perché di questo stiamo parlando. E la mossa (disperata) di Silvio Berlusconi tende solo ad evitare emorragie “azzurre” che stanno raggiungendo proporzioni enormi e insostenibili. Anche per il pressing fortissimo di Giovanni Toti e Luigi Brugnaro.

L’operazione Coraggio Italia ha spaventato (e molto) Berlusconi. Antonio Tajani è il coordinatore  nazionale del Partito. Possibile che non abbia mai una linea diversa da quella del fondatore? Possibile che non riesca mai a raccogliere il grido di allarme di chi, come la Gelmini, nel Partito sta da sempre con una lealtà encomiabile?

Fino a pochi giorni fa sia Berlusconi che Tajani dicevano che la caratterizzazione politica di Forza Italia era quella di un centro moderato e cattolico, autonomo e indipendente. Poi sono scattati sull’attenti davanti a Salvini.

In confusione.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright