Top e Flop, i protagonisti del giorno: 13 luglio 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 13 luglio 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 13 luglio 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARCO DELLE CESE

Marco Delle Cese

L’assemblea generale dei soci del Cosilam ha approvato all’unanimità il progetto di fusione che condurrà al Consorzio unico regionale del Lazio. Alla seduta hanno partecipato 32 soci, detentori del 89,35%. Il presidente Marco Delle Cese ha sviluppato un ragionamento ad ampio raggio, proiettato nel futuro.

Ha detto:  «L’industria è cambiata e sta cambiando molto nel nostro Paese. In questo territorio stiamo vivendo entusiasmanti esperienze di economia circolare e stiamo muovendo passi veloci e decisi sulla strada della mobilità sostenibile. Nell’ultimo periodo abbiamo messo in campo progetti e attività fortemente innovative: la Green Valley, l’aeroporto di Aquino, il casello autostradale di Roccasecca, l’Apea. Progetti che hanno permesso a questo territorio di registrare un rinnovato fermento industriale, oggi dobbiamo passare allo step successivo, mettere a terra questi progetti».

Ha messo in evidenza che fino ad oggi i Consorzi avevano solo tre strumenti per rispondere alle esigenze industriali: «poche, e a volte complesse, opportunità urbanistiche; pochi, e spesso poco moderni, servizi offerti negli agglomerati; poche, e poco interconnesse, infrastrutture». Ecco spiegato il perché del si convinto alla confluenza del Cosilam nel Consorzio unico. «Ci vedrà affrontare sfide più difficili, più ambiziose e anche più stimolanti, saremo il più grande consorzio industriale d’Italia. Tutto questo lo faremo, però, con nuovi e più potenti strumenti».

Quali? Marco Delle Cese osserva il futuro. E prevede il più grande investimento sulla digitalizzazione degli agglomerati (20 milioni di euro); opere infrastrutturali e di complemento per 50 milioni di euro; risorse ed incentivi per la modernizzazione e i nuovi insediamenti industriali per 113 milioni di euro che lo Stato ha deciso di assegnare ai consorzi industriali.

 «L’industria si è modernizzata e noi proviamo a modernizzare l’interlocutore istituzionale – è andato avanti -. La Regione Lazio con visione ha acceso un faro sui Consorzi industriali, grazie soprattutto al Capo di Gabinetto Albino Ruberti che ha guidato con capacità e determinazione questo percorso».

Un ragionamento lucido e concreto, basato su numeri e opere. Senza fronzoli e senza neppure nostalgia.

Il futuro è adesso.

ENRICO LETTA

Enrico Letta

Il Segretario nazionale del Pd intende candidarsi alle suppletive al collegio uninominale 12 della Camera in Toscana, quello di Siena. Una sfida importante, che Enrico Letta raccoglie e rilancia.

Dimostra di avere coraggio e visione politica. Intanto perché il segretario nazionale di un partito come il Pd non può non stare a Montecitorio o Palazzo Madama.

Soltanto in quel modo può provare davvero a governare il Partito e a confrontarsi con le diverse correnti. Nicola Zingaretti non ha potuto farlo perché presidente della Regione Lazio. In secondo luogo in questo modo Letta potrebbe misurare la valenza di un’alleanza tra Democrat e Cinque Stelle.

Italia Viva di Matteo Renzi ha detto a Letta che senza il loro sostegno rischia di non vincere. Ma a questo punto appare anche chiaro come il segretario nazionale del Partito Democratico intenda portare allo scoperto Renzi. Cioè Italia Viva non fa campagna elettorale per la coalizione? Si tratta pure di una partita giocata sul filo dei nervi. Enrico Letta ha deciso di accettare il confronto politico in campo aperto. Dal Ddl Zan a tutto il resto.

O la va o la spacca.

FLOP

MARIA ELISABETTA CASELLATI

Maria Elisabetta Alberti Casellati – Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha alzato la voce: «I mondiali, anzi gli Europei li abbiamo già vinti, non voglio un clima da stadio». Ma il clima da stadio era già esploso. E la battuta ad effetto non ha riportato la calma.

Ha scritto La Repubblica:  «Nell’aula è infatti scoppiata la bagarre, dopo che la stessa Casellati aveva dato disponibilità ad accogliere la richiesta del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, a sospendere i lavori e convocare una capigruppo per verificare la possibilità di un’intesa sul ddl Zan».

Cos’è successo poi?  «È insorto il Pd, contro la richiesta del leghista, ma anche Leu e M5S. Dai banchi della destra si sono levate urla e proteste, con tanto di fischietti fatti risuonare in aula, tanto che Casellati ha denunciato: “Non possiamo vedere con i fischietti dietro le mascherine… non al clima da stadio».

Il punto è anche politico, dal momento che è evidente che sul disegno di legge Zan si svilupperà un’autentica “guerra” all’interno della attuale maggioranza. Tra il centrodestra e la ex maggioranza che ha sostenuto il Governo di Giuseppe Conte. Cioè Pd, Cinque Stelle e Leu. Per la Casellati non sarà semplice guidare l’aula.

Fuoco incrociato.

MELONI-SALVINI

Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Il primo tempo se l’è aggiudicato l’ex maggioranza giallorossa. Il disegno di legge Zan rimane in aula: i lavori non saranno fermati e neppure ci sarà il rinvio in commissione dei lavori, come avevano chiesto Lega e Fratelli d’Italia.

C’è stata poi la bocciatura, per 12 voti di scarto, delle questioni pregiudiziali di costituzionalità presentate sempre da Lega e Fratelli: 136 i voti contrari, 124 i favorevoli e 4 astenuti.

Domani nuovo round, si voteranno le questioni sospensive di FdI e Forza Italia. Naturalmente la partita è appena iniziata e probabilmente non basteranno neppure i tempi supplementari e i rigori per definirla.

Ma l’inizio è stato favorevole a Pd, Cinque Stelle e Leu. Il che dimostra come Matteo Salvini e Giorgia Meloni forse non abbiano fatto i conti alla perfezione. La formula della coalizione di lotta (Fratelli d’Italia) e di governo (Lega e Forza Italia) può sicuramente rappresentare un valore aggiunto sul piano della strategia, ma in aula è necessario tenere conto anche degli attuali rapporti di forza in Parlamento. Favorevoli all’ex maggioranza giallorossa.

Troppa fretta.