Top e Flop, i protagonisti del giorno: 14 aprile 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

BRUNO ASTORRE

Il senatore e segretario regionale del Pd ha dimostrato ancora una volta di avere un altro passo. E’ stato lui a spiegare perché il Pd fa le primarie per scegliere il candidato sindaco di Roma. E soprattutto perché sbatte la porta in faccia a Carlo Calenda.

Bruno Astorre – (Foto: Imagoeconomica)

Unitamente al segretario del Pd di Roma Andrea Casu, Astorre ha spiegato: “Le primarie servono a coinvolgere tutte le romane e i romani del centrosinistra nelle scelte di una comunità politica e, da sempre, sono uno strumento di partecipazione fondamentale per i cittadini. Le autocandidature di leader nazionali, di alcuni Partiti personali, servono solo a far crescere di qualche punto percentuale le loro liste nei sondaggi”.

Poi la stoccata: “Quindi crediamo che se Calenda sceglie di autoescludersi dalla coalizione del centrosinistra, per la corsa al Campidoglio, può legittimamente farlo, ma la smetta di scaricare le sue decisioni sulla nostra comunità politica e sul segretario Enrico Letta oggi, e Zingaretti ieri”.

Bruno Astorre ha tenuto tutto insieme: perfino la continuità tra Letta e Zingaretti.

Fuoriclasse.

MARIO ABBRUZZESE

Ha dovuto aspettare undici anni, ma alla fine la Corte dei Conti ha archiviato le accuse sulle consulenze affidate da Mario Abbruzzese quando era presidente del consiglio regionale del Lazio. In sostanza l’organo di giustizia contabile ha detto che quelle decisioni rientravano nella normale attività burocratica. Non erano cioè atti amministrativi e quindi non potevano neppure essere giudicati. (Leggi qui Undici anni per dire che Abbruzzese non ha rubato).

Da quella vicenda però Mario Abbruzzese fu travolto e da quel momento in poi la sua carriera politica non è stata più la stessa. Non c’è soltanto un problema di tempi della giustizia, ma anche un tema di opportunità politica. Perché dove sta scritto che una persona debba farsi da parte non appena si trova in una vicenda da chiarire? Il populismo impera ovunque. Mario Abbruzzese, però, ha avuto il merito di restare sé stesso. Pagando a caro prezzo la coerenza. Però la decisione di oggi lo ripaga di undici anni di amarezze e nella vita contano anche le soddisfazioni. A testa alta.

FLOP

CARLO CALENDA

Gioca bene ma non segna. Costruisce alla perfezione, ma poi si perde sotto porta. E perde. Ancora una volta ha dovuto prendere atto che il Pd e il centrosinistra non puntano su di lui. Stavolta per il ruolo di candidato a sindaco di Roma. Resterà in campo, con l’unico obiettivo di provare ad evitare la vittoria di Nicola Zingaretti.

Carlo Calenda. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Sì, perché è evidente a tutti che il presidente della Regione Lazio sarà candidato sindaco di Roma. Carlo Calenda è una persona straordinariamente intelligente e competente. Ma in politica contano anche i voti, le alleanze e la capacità di leadership. Non partecipare alle primarie e andare avanti per conto proprio vuol dire soltanto una cosa: non candidarsi per vincere ma per far perdere.

Senza considerare che se poi il centrosinistra dovesse vincere a Roma, allora scatterebbe pure il fattore ininfluenza.

Incomprensibile.

ROBERTO SPERANZA

La campagna vaccinale non soltanto non decolla, ma sta per bloccarsi. Nel giorno in cui gli Usa hanno deciso di sospendere il siero di Johnson & Johnson, l’Italia si trova davanti ad un bivio decisivo. Da un lato ci sono le richieste di riaprire alcune attività. Richieste non suffragate però da un andamento epidemiologico in grado di tranquillizzare.

In Inghilterra si sta riaprendo gradatamente con 3.000 contagi e 10 morti al giorno. E dopo che la stragrande maggioranza dei cittadini è stata vaccinata. Condizioni di gran lunga migliori rispetto all’Italia.

Roberto Speranza ha mantenuto il punto finora, adesso dà segnali diversi perché pressato sul piano politico. Il ministro della sanità però è lui e deve far pesare il ruolo. Altrimenti finirebbe nella stessa situazione del precedente Governo, del quale era sempre ministro della Sanità. Dall’altro lato non ci sono certezze sulle forniture dei vaccini e sul numero di somministrazioni giornaliere, lontanissime da quota 500.000 al giorno.

Come se non bastasse il resto dell’Europa sta correndo.

Fanalino di coda.