Top e Flop, i protagonisti del giorno: 15 giugno 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

DURIGON-DE ANGELIS

La visita del sottosegretario alle Finanze fatta oggi al Consorzio Asi ha sancito un cambio di passo. Nel Basso Lazio Pd e Lega sanno dialogare per il territorio, declinando l’alleanza per ragioni di necessità meglio che sul piano nazionale. (Leggi qui L’asse Pd – Lega genera la più grande occasione di ripartenza per il Lazio).

Il Consorzio industriale regionale unico del Lazio è un’occasione enorme per le province di Latina e di Frosinone. Il commissario del Consorzio Francesco De Angelis (tra poco sarà eletto presidente) ha dimostrato ancora una volta pragmatismo e lucidità. Stessa cosa Claudio Durigon.

Per una volta non è in ballo una questione di posti in CdA o quote di incarichi. Illuminante in questo senso sono state le parole del sottosegretario leghista. «Il potenziamento e lo sviluppo economico ed industriale del principale consorzio industriale italiano sono strategici. La battaglia per la vita sarà sulla realizzazione di infrastrutture strategiche per il Lazio ed il Paese: come l’autostrada Roma-Latina, la superstrada Cisterna – Valmontone. È su questo che dobbiamo concentrarci. Sulle nomine: chi se ne importa».

Il Consorzio unico, insieme alla Camera di Commercio del Basso Lazio, sarà il volano del rilancio economico dei territori di Latina e Frosinone. Durigon e De Angelis hanno voluto che fosse chiaro e non ci fossero intoppi sul percorso.

Capi.

DANIELE NATALIA

Dalla vicenda Urban Waste il sindaco di Anagni (e anche coordinatore di Forza Italia dell’area nord) è uscito prosciolto. Dopo che però negli ultimi tre anni aveva dovuto sopportare ogni tipo di accusa politica. (Leggi qui Natalia prosciolto: la politica non si fa dai tribunali).

Quella di aver dato un servizio di disinfestazione ad un’azienda in cambio di un posto di lavoro per un amico. Le ipotesi di reato sono cadute davanti ad una considerazione di tipo evidente: il lavoro affidato dal sindaco aveva un importo di mille euro, la persona assunta ne è costati alla ditta di più, molti di più. Moltissimi dei capi d’accusa ipotizzati a carico degli altri indagati non hanno superato il vaglio del magistrato che fa da filtro tra inchieste e processi.

La vicenda ripropone il tema dei rapporti tra politica e procedimenti giudiziari. Troppo spesso vengono usati come una clava, dimenticando che il nostro ordinamento è di impronta garantista. E che il sistema Inquisitorio del Codice Rocco ce lo siamo lasciati alle spalle nel 1989. Troppe volte, non solo ad Anagni, ci si dimentica che l’avversario politico si batte alle urne. Non altrove.

Adesso Natalia è sempre più lanciato verso il bis. Avendo dimostrato nervi d’acciaio.

Ciò che non ti uccide, ti fortifica.

FLOP

FONTANA-FRUSONE-SEGNERI-MARCELLI

Gli onorevoli Luca Frusone, Loreto Marcelli, Enrica Segneri e Ilaria Fontana

Il colpo d’occhio politico oggi all’Asi ha messo in evidenza l’assoluta irrilevanza del Movimento Cinque Stelle in provincia di Frosinone. Un Movimento che esprime un sottosegretario (l’onorevole Ilaria Fontana), due deputati (Luca Frusone ed Enrica Segneri) e un Capogruppo regionale (Loreto Marcelli).

Nel momento in cui si parla di rilancio industriale del territorio, i Cinque Stelle non ci sono. Come non ci sono stati sui rifiuti, sull’acqua e sugli altri temi che fanno la differenza.

La rappresentanza politica sui territori locali serve a questo. Il Movimento ha nel suo dna un’altra impostazione, quella cioè di avere esclusivamente una rilevanza nazionale. O perlomeno è stato così fino ad ora. Con Giuseppe Conte alla guida qualcosa può cambiare. Ma perfino temi come la transizione ecologica, la digitalizzazione e il Recovery Plan alla fine vanno applicati nei territori.

Assenti cronici.

CITAZIONE SPECIALE

AUGUSTO MINZOLINI

Augusto Minzolini © Imagoeconomica / Alessandro Paris

Dal 21 giugno sarà il direttore de Il Giornale, il foglio della famiglia Berlusconi, fondato da Indro Montanelli, il più grande giornalista italiano di sempre.

Ma ad Augusto Minzolini non tremeranno le gambe. Nato a Roma nel 1958, fa il giornalista dal 1977. Cioè da quando aveva 19 anni. Ha lavorato con tutti i migliori: da Paolo Mieli a Carlo Rossella, passando da Ezio Mauro.

Ma ha inventato uno stile, che poi ha preso il suo nome. Quello dei retroscena. Perché la politica vera è quella dei retroscena. Di lui si è scritto: “Celebre per gli articoli in cui attribuiva ai politici dichiarazioni e virgolettati di frasi che avevano pronunciato in privato o ai loro stretti confidenti (questo stile venne soprannominato “minzolinismo”, che all’epoca era una sorta di sinonimo di retroscenismo)”. 

E’ stato anche senatore del Pdl e direttore del Tg1. Ma la differenza l’ha fatta origliando (benissimo) fuori dalle porte chiuse.

Inviato specialissimo.