Top e Flop, i protagonisti del giorno: 19 giugno 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

NICOLA ZINGARETTI

Nicola Zingaretti (Foto: Giornalisti Indipendenti / Ciociaria Oggi)

Ormai non si ferma più. Ieri a Fiuggi ha parlato di ripartenza del turismo e dell’Italia, ricollegando questo passaggio alla campagna vaccinale e a tutte le azioni di contrasto messe in campo contro il Covid. Temi nei quali la Regione Lazio, da lui presieduta, si è distinta costantemente. (Leggi qui Sileri da Fiuggi: «E ora via le mascherine»).

Ma quando ieri è arrivata la dichiarazione del premier Mario Draghi che “liberava” gli under 60 dall’impaccio di effettuare anche il richiamo Astrazeneca, se convinti e con il parere medico, allora si è capito di quanto stia contando il Lazio in questo momento. Perché era stato proprio il Lazio, attraverso l’assessore Alessio D’Amato, a porre il problema in maniera forte.

In tutto questo Nicola Zingaretti ha trovato pure il tempo di far capire ancora una volta a Virginia Raggi e al Movimento Cinque Stelle che per quanto riguarda la campagna elettorale di Roma lui non concederà tregua alcuna.

Instancabile e scatenato.

MARA CARFAGNA

Il ministro Mara Carfagna (Foto: Filippo Rondinara)

Ha fissato la rotta per il futuro, quello che dovrà delinearsi perfino dopo la ripartenza. Cioè lo sviluppo del Sud, che in qualche modo dovrà fare da traino anche per il Nord. Ma più in generale il Ministro del Sud del Governo Draghi ancora una volta a Fiuggi ha  dato dimostrazione di grande competenza e di senso delle istituzioni. Come aveva fatto in precedenza da vicepresidente della Camera.

Mara Carfagna è probabilmente l’esponente più a sinistra di Forza Italia, Partito che a sua volta rappresenta ormai la sinistra del centrodestra. E quindi il centro. E’ stata lei, Mara Carfagna, a stoppare Berlusconi nel progetto della federazione  con la Lega che avrebbe in effetti ridimensionato non poco gli “azzurri”. Il Cavaliere ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco. Ma se oggi Forza Italia ha comunque ancora una dimensione propria e uno spazio di autonomia visibile è grazie proprio all’intervento di Mara Carfagna.

A Fiuggi ha dato l’ennesima dimostrazione di come ormai sia un punto di riferimento anche oltre il partito.

Preparata.

FLOP

ROBERTO SPERANZA

C’è voluto l’intervento di Mario Draghi per togliere dall’impaccio tutti e mettere fine al solito spettacolo da circo che era iniziato sul richiamo eterologo per gli under 60 che avevano effettuato la prima dose di Astrazeneca. Non è la prima volta che succede.

Ogni volta che si palesa un problema sulla campagna di vaccinazione si verificano forti corti circuiti tra Comitato Tecnico Scientifico, Istituto Superiore di Sanità e Autorità per il farmaco. Chi dovrebbe trovare una soluzione e magari una sintesi? Sicuramente il ministro della Salute Roberto Speranza.

Non è semplice e forse neppure giusto, ma in questo modo si ottengono effetti negativi. Il solito caos nella comunicazione che finisce con il disorientare i cittadini italiani. Poi le polemiche all’interno del Governo e della maggioranza. E quindi, con l’intervento di Draghi, il ridimensionamento dello stesso Roberto Speranza, che invece è uno dei migliori ministri della salute degli ultimi decenni. Ha affrontato bene la pandemia. Ma il tallone di Achille sulla comunicazione ogni volta che c’è un problema rischia di logorarlo.

Troppi passaggi a vuoto.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte (Foto: Filippo Attili / Imagoeconomica)

Oggi e domani Beppe Grillo sarà a Roma. Ufficialmente per essere vicino ai “suoi” in un momento delicato, quello del passaggio e anche del cambio dello Statuto.

Giuseppe Conte, capo politico del Movimento eternamente in pectore, ha fatto capire di volersi ritagliare forti spazi di autonomia. E può farlo in un modo soltanto: diminuendo i poteri del Garante, cioè di Beppe Grillo. Il quale evidentemente, come ha scritto più di qualche addetto ai lavori, intende far sentire a Giuseppe Conte la voce del padrone.

Probabilmente l’ex presidente del consiglio non ha capito alla perfezione gli ingranaggi del Movimento Cinque Stelle. Al di là dei malumori (fortissimi) dei colonnelli, tutto si può pensare meno che ridimensionare il fondatore. La storia del Movimento è quella scritta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. La sensazione è che o Conte o si adegua o rischia un ribaltone.

Padrone in casa d’altri.