Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore
TOP
FRANCESCO DE ANGELIS
Ha dato l’annuncio a Roma il giorno dopo che il Governo Conte ha incassato la “fiducia di minoranza” al Senato. Francesco De Angelis è una vecchia volpe della politica. Nel corso di un seminario di ricerca organizzato dalla Camera di Commercio di Roma e dal Consorzio industriale Roma-Latina, ha spiegato che a marzo, massimo ad aprile, sarà costituito il Consorzio industriale regionale unico, quello che accorperà i cinque enti attualmente esistenti nel Lazio. (Leggi qui De Angelis ha finito: «Il Consorzio nasce a marzo»).
Sarà un colosso, il più grande d’Italia. Equivale ad almeno due assessorati regionali di peso e probabilmente ad un Ministero. Se l’anno scorso non fosse esplosa la pandemia da Covid-19 il Consorzio industriale regionale unico sarebbe già realtà.
De Angelis ha fatto il… De Angelis. Lavorando sotto traccia, aggregando tutto ciò che si poteva aggregare, definendo lo statuto e tutto il resto. E oggi il via libera.
Si tratta della più grande operazione economico-politica del Lazio, superiore anche all’accorpamento delle Camere di Commercio. Francesco De Angelis non finisce mai di sorprendere. Ha lo stesso entusiasmo del primo giorno.
L’ultimo immortale.
RICCARDO NENCINI
Ha detto di aver votato una fiducia preoccupata. In realtà ha compiuto un capolavoro di equilibrismo. Va ricordato che è lui ad aver dato il simbolo, quello del Psi, a Matteo Renzi, consentendogli di poter costituire il gruppo a Palazzo Madama.
Se cioè Nencini dovesse decidere di togliere il simbolo, i senatori di Italia Viva dovrebbero confluire nel Gruppo Misto. Muti e rassegnati.
Questo evidentemente consente a Nencini di poter assumere delle decisioni in contrasto perfino con Sua Maestà l’ex Rottamatore.
Ma non c’è solo questo. L’aggettivo preoccupata darà la possibilità a Nencini di potersi riposizionare su Renzi e quindi mettere in crisi Governo e maggioranza. Insomma, Riccardo Nencini ha dimostrato a tutti quanto contino i simboli in Parlamento.
Di lotta e di governo.
FLOP
ALESSANDRO DI BATTISTA
È tra i più quotati per una nomina a ministro. Ma anche se non dovesse essere chiamato a responsabilità di Governo, la sua parabola ha dell’incredibile.
Qualche mese fa preparava la scissione all’interno dei Cinque Stelle, attaccando un giorno sì e l’altro pure Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Beppe Grillo. Poi, non appena è esplosa la crisi, si è riposizionato sull’area governativa. Dicendo in sostanza che estromettere Matteo Renzi dalla maggioranza valeva qualsiasi cosa. Un ragionamento che di politica ha nulla.
Il Movimento Cinque Stelle in questa crisi si è nascosto, volando basso, cercando di non farsi notare. Perché probabilmente è troppo anche per loro dover ammettere che senza il lavoro di Clemente Mastella, i transfughi di Forza Italia e volenterosi in ordine sparso non si sarebbe arrivati mai a 156. Quota comunque lontana da 161.
Alessandro Di Battista ha perso l’ennesima occasione per provare davvero a fare la rivoluzione. E’ il primo dei costruttori. O dei responsabili.
Vorrei (sempre) ma non posso (mai).
SILVIO BERLUSCONI
Le motivazioni sul sì alla fiducia di Mariarosaria Rossi certificano la fine di Forza Italia. Nonostante i sondaggi la diano in salita. La Rossi, ex fedelissima di Re Silvio e capo della guardia pretoriana, avrebbe “tradito” perché si è sentita a sua volta “tradita”. Per essere stata messa ai margini del Partito, probabilmente anche per l’amicizia con Francesca Pascale.
Silvio Berlusconi ha reagito malissimo, chiedendosi cosa mai abbiano promesso a Mariarosaria Rossi. In realtà non le hanno offerto nulla. In realtà le continue fughe da Forza Italia avvengono perché il Partito non esiste più. Si consumano continue ed eterne guerre di potere senza che ci sia mai un orizzonte vero. (Leggi qui Quel filo “azzurro” che lega gli strappi alla Ciociaria).
Silvio Berlusconi è stato il fondatore del Partito rivoluzionando la politica italiana per sempre. Ma per tutti esiste un momento nel quale capire che è arrivata l’ora di uscire dal teatro. Lui si ostina a non farlo. Ma Forza Italia in questo modo continua a collezionare addii e tradimenti.
Sic transit gloria mundi.