Top e Flop, i protagonisti del giorno: 23 gennaio 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CARLOS TAVARES

Ci ha messo la faccia. Ma anche la testa ed il cuore. Il Ceo di Stellantis Carlos Tavares è stato nello stabilimento Cassino Plant rimanendoci per sette ore insieme al presidente John Elkann, il nipote dell’Avvocato. Dimostrando una serie di cose. (Leggi qui Tavares ed Elkann 7 ore a Cassino: la sfida è Grecale).

La prima. Per il neonato colosso mondiale dell’auto, l’Italia non è la periferia dell’impero: la visita all’impianto nel quale nascono Giulia e Stelvio non è stata una passeggiata del vincitore nel giardino dei vinti appena acquistati. Tutt’altro. I francesi saranno pure nazionalisti ma la dimensione di Stellantis impone di ottenere il massimo da ogni asset senza distinzioni geografiche.

Carlos Tavares

La seconda. La fama di Carlos Tavares non è regalata. Ai vertici dello stabilimento, ai responsabili dei reparti, ai rappresentanti dei lavoratori, ha messo in evidenza una competenza impressionante, globale, totale. Soprattutto una capacità di visione strategica universale.

La terza. C’è una mission chiara per Cassino Plant, per Alfa Romeo, per Maserati. Ci sarà la transizione ai nuovi propulsori, ci sarà un restyling, ci sarà la migrazione ad una nuova piattaforma, forse un nuovo modello premium da affiancare a Grecale. Inoltre Tavares ha già indicato ai vertici di Cassino dove intende intervenire. Facendo capire che sa cosa fare, come lo vuole realizzare, dove intende arrivare.

Il manager con la luce in fondo al tunnel

MAURIZIO COSTANZO

«Ho fatto il vaccino 8 giorni fa, al Campus Biomedico di Roma, ai primi di febbraio farò il richiamo. E’ andata benissimo, me lo ha fatto un infermiere molto bravo e non ho avuto nessuna reazione collaterale. Dobbiamo farlo in modo di farlo tutti il più possibile: l’unico sberleffo che possiamo fare al virus è vaccinarci». Così il giornalista e conduttore Maurizio Costanzo, ospite di Rai Radio1 a Un Giorno da Pecora.

Maurizio Costanzo (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Protagonista poi di un crescendo rossiniano. Vero che si è rifiutato di fare il vaccino in diretta tv? Risposta: «Esatto, mi sembrava eccessivo. Finché lo fa un virologo di nome è giusto, perché è del ramo. I dubbi sul vaccino? Ci sono perfino i negazionisti del vaccino influenzale…».

Poi la politica. Ha affermato Maurizio Costanzo: «Renzi è un guastatore di professione, mentre Conte da tempo, a mio parere, avrebbe dovuto fare un rimpasto e rinforzarsi». Altra domanda: è vero che è diventato lo spin doctor di Virginia Raggi? «No, le ho dato solo dei consigli». Quale sarà il prossimo suggerimento che darà alla sindaca di Roma? «Penso di dirle di fare un festival della canzone romana e di chiamarlo Reginella». Quindi l’apoteosi. Domanda: cosa ne pensa della crisi di governo? Risposta: «Che si dovrebbe vaccinare».

Giornalista coi baffi.

FLOP

RENATA POLVERINI

Dopo lo strappo con Forza Italia e il sì alla fiducia al governo Conte, Renata Polverini, insieme all’ex leghista (poi gruppo Misto) Carmelo Lo Monte, ha aderito alla componente guidata da Bruno Tabacci, il Centro democratico-Italiani in Europa. L’annuncio è stato dato in aula dalla vicepresidente della Camera, Maria Edera Spadoni, presidente di turno dell’assemblea. La componente può così contare su 15 membri, rispetto ai 20 richiesti per poter costituire un Gruppo parlamentare. Bruno Tabacci è tra quelli che sempre oggi ha fortemente caldeggiato il Conte ter.

Renata Polverini e Silvio Berlusconi durante le Regionali 2010 (foto Mistrulli / Imagoeconomica)

Ora, ci sta che nella vita politica uno decida di uscire da un partito e perfino di passare da una coalizione all’altra. Quello che però bisogna constatare è che mai chi è stato protagonista in un campo riesce ad esserlo anche nell’altro. Renata Polverini è stata l’autorevolissima leader dell’Ugl e poi presidente della Regione Lazio. Battendo Emma Bonino in un’elezione fortemente polarizzata.

In Forza Italia è obiettivamente difficile trovare degli spazi oggi, ma in un gruppo centrista come quello di Tabacci, quale ruolo può trovare una che ha fatto delle posizioni nette la radice del successo politico?

Responsabile, volenterosa e costruttrice, ma fuori posto.

VITO CRIMI

Il capo politico del Movimento Cinque Stelle continua a ripetere che mai più si farà un accordo con Italia Viva di Matteo Renzi. Nelle stesse ore Alessandro Di Battista declama che occorre far terminare il renzismo. Forse però a Vito Crimi sfuggono diverse cose, che invece vanno messe in fila: i Cinque Stelle hanno governato con la Lega di Matteo Salvini (che adesso è diventata il male assoluto). Poi si sono letteralmente aggrappati a Matteo Renzi per restare al Governo archiviando l’alleanza proprio con Salvini.

Vito Crimi. Foto © Livio Anticoli / Imagoeconomica

Quindi, hanno sostenuto in silenzio (ma in modo operoso e attivo) la caccia ai responsabili fatta da Giuseppe Conte perfino nel corso del dibattito alla Camera e al Senato. Si sono “salvati” a Palazzo Madama grazie al contributo di Sandra Lonardo Mastella (moglie di Clemente Mastella, democristiano mai pentito), di Mariarosaria Rossi, per anni alla guida della potentissima guardia pretoriana di Silvio Berlusconi (e tra gli addetti ai lavori nessuno crede che la Rossi abbia votato la fiducia senza informare prima il fondatore di Forza Italia).

Non solo: si sono salvati anche grazie alla Var “ammessa” dalla presidente del Senato Casellati. Per gli italiani la Var serve per capire se Cristiano Ronaldo è o no in fuorigioco. Mentre invece a Palazzo Madama è stata fondamentale per ammettere i voti di Riccardo Nencini e Alfonso Ciampolillo, il quale ha esternato idee singolari sulla pandemia da Covid-19. E in tutto questo per Vito Crimi l’unica cosa che conta è chiudere le porte a Matteo Renzi?

Quattro pesi e quattro misure.

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