Top e Flop, i protagonisti del giorno: 25 marzo 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO DRAGHI

Ventinove milioni di dosi di vaccino Astrazeneca contenute in lotti diretti da Anagni a Bruxelles, due dei quali bloccati dai carabinieri e poi ripartiti per il Belgio. Quindi lo stabilimento Catalent che è finito sotto la lente dei Nas, inviati dal Governo dopo i sospetti europei su eventuali esportazioni da parte della società farmaceutica anglo-svedese fuori dall’Ue. Il tutto sullo sfondo delle “forti inadempienze” da parte del colosso e denunciate dall’Europa: “di 120 milioni di dosi” che avrebbe dovuto consegnare nel primo trimestre secondo il contratto, ha tagliato a “30 milioni ma non è nemmeno vicino a questa cifra”. (Leggi qui AstraZeneca e Merkel… E poi i cialtroni saremmo noi).

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi

La vicenda ha assunto immediatamente i contorni di un “giallo” internazionale, con l’Unione Europea scatenata nel puntare il dito nei confronti del Regno Unito.

Il premier Mario Draghi è intervenuto prontamente dicendo: “I lotti sono partiti per il Belgio, alla casa madre. Da dove andranno da lì non so. Intanto la sorveglianza continua per quelli rimanenti”.

Anche i Paesi Bassi, per voce del premier olandese Mark Rutte, sono pronti a “bloccare l’esportazione di vaccini se la Commissione Ue lo richiede”. La Francia attacca: “AstraZeneca ha mantenuto quasi integralmente i suoi impegni con la Gran Bretagna ma non con l’Unione europea in materia di consegna dei vaccini ed è una situazione completamente inaccettabile. L’Unione europea non sarà lo zimbello della vaccinazione”. 

Mario Draghi è stato bravo a prendere in mano la situazione aumentando la vigilanza. E facendo capire a tutti quanti che in Italia la musica è cambiata.

Autorevole.

DANIELE LEODORI

Ancora una volta il vicepresidente della Regione Lazio si è dimostrato il più reattivo e il più attento sulle vicende del territorio. Nel pomeriggio ha firmato questo comunicato stampa: “L’assoluzione di Maurizio Venafro, Cinzia Felici, Antonio Calicchia e Maria Grazia Pompa è senza dubbio una bella notizia. La giustizia ha fatto il suo corso, facendo luce su questa vicenda e sull’operato delle persone coinvolte, che conosciamo e nei confronti delle quali abbiamo sempre nutrito stima e fiducia”. Semplicemente perfetto. Perché? (Leggi qui Regione e Arpa: promozioni senza favori, Venafro assolto).

Daniele Leodori con Mauro Buschini

Daniele Leodori ha usato non a caso l’espressione “che conosciamo”. Ci ha voluto mettere la faccia della Regione. Ricordando che stiamo parlando di stretti e importanti collaboratori del presidente Nicola Zingaretti. È come se Leodori avesse voluto mettere in evidenza la bontà del lavoro di questa Giunta e di tutti coloro che hanno collaborato e collaborano.

Non solo. Lo ha fatto confidando costantemente nel valore della Giustizia, che alla fine è emersa. Attesa in silenzio, senza strepiti. Dando l’esempio su come ci si deve comportare di fronte alla magistratura. Ha voluto sottolineare il fatto che la Regione Lazio era sicura che alla fine l’operato di tutte queste persone sarebbe stato riconosciuto come trasparente, legittimo e legale. Cosa che è avvenuta. Senza che nel frattempo uno solo gridasse al complotto o all’assedio giudiziario contro Zingaretti.

Perfetto. Con uno spessore che emerge sempre di più. In vista del dopo Zingaretti… hai visto mai?

Sul pezzo.

FLOP

 GUIDO BERTOLASO

Matteo Salvini e Antonio Tajani continuano a pensare a lui come possibile candidato sindaco del centrodestra a Roma. Ma proprio oggi l’ex capo della Protezione Civile è inciampato in uno scivolone con pochi precedenti. Ospite di Sky Tg24, nell’edizione delle 8.30, Guido Bertolaso si è innervosito quando la giornalista Tonia Cartolano lo ha intervistato sull’andamento delle vaccinazioni in Lombardia, in particolare per quel che riguarda i soggetti vulnerabili.

Guido Bertolaso (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

Ora, è evidente a tutti che nella gestione della pandemia da Covid-19 la Lombardia abbia collezionato una serie infinita di figuracce. Certamente non addebitabili a Guido Bertolaso, che è stato chiamato da poco per cercare di dare un’accelerata proprio alla campagna di vaccinazione. Ma pure in questi ultimi giorni l’inversione di tendenza non si è vista. E in ogni caso alle domande, peraltro formulate con competenza ed educazione, si risponde. Anche quando la giornalista pone delle obiezioni.

Come ha fatto giustamente Tonia Cartolano, che non era lì per applaudire. Invece ad un certo punto Guido Bertolaso, non reggendo il contraddittorio, è andato via. Tonia Cartolano ha commentato: “Pazienza”.

Già, la pazienza. La virtù dei forti. Indispensabile in politica. Bertolaso più volte ha dimostrato di non riuscire a gestire le critiche. È anche per questo che Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, non lo vuole come candidato sindaco di Roma.

Sindrome da primo della classe.

VIRGINIA RAGGI

Si ostina a non prendere atto della situazione. E la situazione politica al Comune di Roma è che la sindaca Virginia Raggi ha enormi difficoltà a tenere la maggioranza. Al punto che oggi è stata costretta a tornare in aula a votare da consigliere per sbloccare il pareggio di 24-24 tra maggioranza e opposizioni. (Leggi qui Virginia vacilla in Aula. A destra pressing su Bertolaso).

Virginia Raggi (Foto: Leonardo Puccini)

Ma soprattutto la Raggi fatica a prendere atto che il Pd e il centrosinistra non convergeranno mai sul suo nome. E che quindi non potrà concedere il bis come sindaca.

Nicola Zingaretti lo ha ribadito anche a Giovanni Floris. Peraltro proprio Zingaretti potrebbe alla fine cedere alle richieste del Pd e giocarsi le sue carte per la corsa al Campidoglio.

Il Movimento Cinque Stelle ha sostanzialmente mollato la Raggi, tranne Beppe Grillo, che però non ha altra scelta se non quella di continuare a ripetere che si va avanti con la Raggi. Che poi ci creda davvero, è un altro discorso.

Virginia Raggi rischia di diventare un problema politico enorme per i pentasatrellatri. E anche per l’accordo tra Pd e Cinque Stelle ad ogni livello. L’unica via di uscita potrebbe essere rappresentata da una nomina a ministro. Ma bisognerà convincere Mario Draghi. Lei però continua a sognare di poter rivincere le comunali.

Accanimento terapeutico.

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