Top e Flop, i protagonisti del giorno: 27 aprile 2021

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO DRAGHI

Un discorso da statista come non si sentiva da decenni. Il presidente del consiglio Mario Draghi, nell’illustrare in Parlamento il piano di rinascita e resilienza, ha spiegato che “nell’insieme dei provvedimenti del Recovery Plan c’è il destino del Paese e ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite e soprattutto su quelle dei più deboli, dei nostri figli e nipoti, e forse non ci sarà più tempo per porvi rimedio”.

Mario Draghi (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Aggiungendo: “Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr sia solo un insieme di progetti, tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi e scadenze. Metteteci dentro le vite degli italiani, le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività, l’ansia dei territori svantaggiati, la consapevolezza che l’ambiente va tutelato. Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità”.

Poi c’è tutto il pacchetto progettuale e finanziario, garantito da Mario Draghi con la sua credibilità personale. E’ in gioco davvero il destino del Paese e si fa fatica a comprendere per quale motivo uno come Draghi debba mediare con politici di piccolo calibro che lo tirano per la giacchetta su tutto.

Drago.

LETIZIA MORATTI

Ha rilanciato la sanità pubblica lombarda dopo quattordici mesi di buio totale. L’assessore al Welfare del Pirellone ha ingranato alla grande con la campagna di vaccinazione, lasciando intravedere finalmente una luce in fondo al tunnel. La Lombardia, se viene rifornita dei vaccini come dovrebbe, è in grado di somministrare 100.000 dosi giornaliere senza problemi, ma a regime può arrivare a 140.000. E in ogni caso l’accelerata si vede.

Letizia Moratti (Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica)

Esattamente un anno fa la regione simbolo dell’efficienza del Nord veniva travolta dal Coronavirus. La scena della colonna di camion militari con le bare dei tantissimi morti del bergamasco resterà per sempre una delle immagini simbolo di questa tragedia. Poi tutto il resto.

Letizia Moratti è stata chiamata nel momento più delicato e all’inizio ha faticato non poco per riprendere il bandolo della matassa. C’è riuscita con quelle che sono le sue armi principali: l’autorevolezza, la capacità di saper mediare, il decisionismo.

Se riuscirà a dare continuità a questa svolta, allora sarà lei ad ipotecare sul piano politico la prossima candidatura del centrodestra alla presidenza della Regione.

Lady di ferro.

FLOP

LOMBARDI – MARCELLI

Sono i politici più rappresentativi in questo momento del Movimento Cinque Stelle alla Regione Lazio. Lei, Roberta Lombardi, è assessore della giunta Zingaretti, insieme a Valentina Corrado. Mentre Loreto Marcelli è il capogruppo.

Roberta Lombardi con Davide Barillari e Loreto Marcelli. (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

Questa è una fase politica decisiva, anche per quello che potrebbe verificarsi alle comunali di Roma se Nicola Zingaretti dovesse candidarsi a sindaco. Sulla vicenda dei concorsi, ma anche su tutto il resto, i Cinque Stelle faticano a farsi notare.

Eppure mai come in questo momento c’è un’autostrada davanti. Perché il Movimento è sostanzialmente allo sbando. Essere entrati a far parte della maggioranza non vuol dire evitare di prendere posizione su tutto.

Più realisti del re.

SERGIO PIROZZI

L’ex sindaco di Amatrice è intervenuto ieri in aula sul tema della Commissione alla Trasparenza, istituita per fare luce sui passaggi della graduatoria dalla quale sono stati attinti gli idonei dell’ormai famoso concorso di Allumiere. Era tempo che Pirozzi non dava un segnale in aula.

Sergio Pirozzi

Ormai lui fa parte del gruppo di Fratelli d’Italia, ragione per la quale il suo intervento è andato sulla scia di quelli dei colleghi. Ha parlato sostanzialmente di una commissione che comunque arriva in ritardo e del silenzio del Movimento Cinque Stelle sul tema.

Ci sta nell’ambito di un normale dibattito politico. Ma il fatto è che ogni volta che Sergio Pirozzi interviene in aula è impossibile non pensare a quello che poteva essere. Si è candidato alla presidenza della Regione fuori dal centrodestra, risultando decisivo per la vittoria bis di Nicola Zingaretti. Come ha costantemente ricordato Stefano Parisi.

Era stato corteggiato dalla Lega, poi è approdato in Fratelli d’Italia. Uomo simbolo dopo il terribile sisma che ha sconvolto il centro Italia, Sergio Pirozzi è adesso uno dei tanti consiglieri regionali impegnati per ottenere una candidatura bis. Poteva fare la differenza, ha scelto l’ordinaria amministrazione.

Gli attimi che non colsi.

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