Top e Flop, i protagonisti del giorno: 6 ottobre 2020

Top e Flop. I protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire meglio cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

CLAUDIO FAZZONE

Ancora una volta ha dimostrato che a Fondi si passa da lui. Non poteva perdere: ha vinto, da favorito e quindi con il peso della responsabilità. Ha piazzato per la quarta volta di fila il sindaco nella città che rappresenta il suo feudo elettorale: dopo Onorato Orticello, Luigi Parisella e Salvatore De Meo, ora ha lanciato in municipio Beniamino Maschietto.

Beniamino Maschietto

Il neo sindaco ha vinto il ballottaggio non contro Fratelli d’Italia né contro il centrosinistra. Ma contro il passato di Fazzone: a sfidarlo, oggi gli elettori hanno mandato l’ex sindaco Parisella che per via di quell’ ‘ex’ si è allontanato da Fazzone. Al punto da venire letto come il suo più credibile antagonista. (Leggi qui Cambiare senza cambiare: Tintari e Maschietto sindaci).

È evidente che il risultato di Fondi, per il modo in cui è maturato, rafforza Claudio Fazzone nel suo ruolo di coordinatore regionale di Forza Italia nel Lazio. Lo rafforza all’interno del Partito ed all’esterno. Al tavolo di un centrodestra sempre più impegnato a farsi la guerra per ottenere l’egemonia.

Inutile aggiungere che la ricandidatura di Fazzone è già blindata. Sta a lui scegliere dove. Perché lo scorso anno il senatore ha dominato le elezioni Provinciali, eleggendo mezzo Consiglio e soprattutto lasciando a bocca asciutta la Lega. Le adunate annuali che organizzate al Salto di Fondi registrano sempre il pieno di sindaci e consiglieri comunali. Parlamento, Regione, Presidenza della Regione. Se il consenso ha ancora un senso per le elezioni, allora è impossibile che il nome di Claudio Fazzone non sia scritto sulla lista nella prossima tornata.

Imperatore azzurro.

NICOLA PROCACCINI

Ha difeso con la baionetta tra i denti la scelta di candidare come sua erede Roberta Tintari. Scelta doppiamente complessa. Perché una cosa è candidarsi in prima persona e chiedere il voto per se stessi, altro invece è candidare una persona che dovrà proseguire il proprio lavoro. L’autorevolezza, la competenza, l’affidabilità, non si trasmettono in linea ereditaria. Per questo la capacità dei leader è anche quella di saper individuare i propri successori.

Roberta Tiontari abbraccia le figlie appena eletta

Per la prima volta Terracina verrà governata da un sindaco donna: un passo abile con il quale Procaccini ha ricordato a tutti che FdI è un partito di destra ma moderna. Con una donna al timone che si chiama Giorgia Meloni.

Ha impedito alla Lega di tornare a bordo e partecipare al suo successo, preferendo giocarsi da solo la partita. Riuscendo a dire No anche a Matteo Salvini. Non quello di oggi, bensì quello che un mese e mezzo fa veleggiava nei sondaggi. (Leggi qui Cambiare senza cambiare: Tintari e Maschietto sindaci).

Ha dimostrato anche all’interno di Fratelli d’Italia che la sua leadership nel Basso Lazio è in ascesa. E questo conterà moltissimo quando si tratterà di definire tutte le candidature con 345 seggi in meno. Insomma ha vinto su ogni fronte. E questo gli consentirà di far sedere Fratelli d’Italia in una posizione privilegiata al prossimo tavolo del centrodestra. Che dovrà decidere le candidature per le comunali di primavera tra cui a Sora e Alatri.

Nicola senza Fratelli.

FLOP

FRANCESCO ZICCHIERI

L’unica consolazione del giorno è che da oggi Francesco Zicchieri può sentirsi un po’ più vicino al presidente Usa Donald Trump. Perché le sofferenze avvicinano, le malattie accomunano. E sia il deputato coordinatore della Lega nel Lazio e sia il presidente degli Stati Uniti d’America hanno la stessa malattia: il Covid-19. Zicchieri lo ha annunciato nel pomeriggio, negli stessi minuti in cui le urne gli davano un’altra pessima notizia: nemmeno questa volta è riuscito ad eleggere un sindaco nella sua Terracina.

Francesco Zicchieri

Ma adesso separiamo i piani. Auguri di pronta guarigione al deputato della Lega anche se lui stesso ha comunicato di stare bene. Tutt’altro discorso sul piano politico: perché il risultato del derby di Terracina lo mette in difficoltà non poco. Il tallone di Achille della Lega nel Lazio restano le elezioni comunali, sia in Ciociaria che nel Pontino.

Il problema non è Francesco Zicchieri né Claudio Durigon. Infatti la Lega è il primo Partito a Terracina, con un risultato superiore a quello di FdI. Il vero limite è che la Lega è un fenomeno per il Nord del Paese e non per il Sud del Lazio, dove invece le radici sono ben diverse. Fatte di andreottismo, di operaismo, di socialismo riformista.

Fino a quando il tema è nazionale allora il Carroccio vola, sia in Ciociaria che nel Pontino, come dimostrano le recenti Europee. Ma quando si tratta di mettere il ventre a terra e prendere consensi, di andare a sfondare porta a porta, allora cominciano le dolenti note.

Con la curva di Salvini in discesa, ognuno dovrà preoccuparsi di avere un paracadute. Specialmente se perde il derby nella sua città.

In discussione.

NICOLA ZINGARETTI

Durante l’analisi del voto fatta nel pomeriggio, il Segretario nazionale del Pd ha detto “I risultati dei ballottaggi di oggi sono molto importanti. Ci dicono che l’alleanza delle forze di governo e di centrosinistra vince dove perdevamo da anni e dove avevamo perso negli ultimi tempi, abbiamo avuto un incoraggiamento dall’elettorato italiano”.

Nicola Zingaretti

In provincia di Latina il Partito Democratico non c’è. Non c’è stato nella prima tornata e meno ancora nel ballottaggio. Insignificante nei numeri, meno ancora nella presenza politica. Si dirà che la terra pontina è terra di destra, di fasci e di bonifica. Se così fosse allora gli unni dovrebbero essere ancora a Roma.

Invece il mondo è cambiato, i feudi politici sono in disfacimento, il partito Demnocratico non può essere così evanescente. Non in un territorio che si trova proprio a un soffio dal centro dello zoccolo duro di Nicola Zingaretti.

Il Partito Nuovo dovrà iniziare proprio da qui a mettere le radici, a fare un approfondito esame di coscienza. Per capire come mai esponenti Dem oggi pomeriggio abbiano vinto le elezioni con Roberta Tintari, che coraggiosamente ha difeso la loro presenza in lista. E rifiutando le proposte di Lega e Forza Italia che ne chiedevano il defenestramento. Ma per entrare in quella lista, vincere le elezioni a Terracina, confermare il buon governo messo in mostra da tre anni, l’unica strada è stata tenersi lontani dal Pd e candiarsi con una civica.

Altrettanto ci si dovrà domandare sulla frantumazione di Gaeta, arrivata al paradosso di avere ben tre circoli Dem, che solo ora sono stati riunificati. A Formia il Partito c’è, sta all’opposizione. Ma è solo l’ombra di quel colosso di autorevolezza che era stato edificato intorno a Sandro Bartolomeo.

A questo punto però visto che si è toccato il fondo si può soltanto risalire. Ed uno come Nicola Zingaretti sa fare tesoro perfino delle sconfitte non sue.

La Rivoluzione non si fa al mare.