Top e Flop, i protagonisti del giorno: 8 giugno 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

BRUNO ASTORRE

Bruno Astorre – (Foto: Imagoeconomica)

Il centrodestra cerca civici per la candidatura a sindaco di Roma? E’ la conferma che non hanno classe dirigente”. Bruno Astorre, senatore e segretario regionale del Pd, è uno di quelli che ha creduto e crede in Roberto Gualtieri.

Insieme a Claudio Mancini, ha voluto la discesa in campo per il Campidoglio dell’ex ministro dell’Economia. Ed ha continuato a credere in una sua vittoria anche nel momento in cui i sondaggi erano fortemente negativi.

Adesso però le cose stanno cambiando e al secondo turno sia alcune rilevazioni che diversi addetti ai lavori vedono una sfida tra centrodestra e centrosinistra. E per Astorre a quel punto gli elettori di Virginia Raggi non potrebbero che scegliere Roberto Gualtieri. Il passo indietro di Nicola Zingaretti, l’accordo alla Regione Lazio e perfino la leadership di Giuseppe Conte nel Movimento dicono questo.

Bruno Astorre ha tenuto chiusa la porta a Carlo Calenda. Lo ha fatto per privilegiare un assetto di centrosinistra puro nella corsa a sindaco di Roma. Perché sa che se dovesse vincere Roberto Gualtieri, il “verso” della politica nazionale sarebbe destinato a cambiare.

Giocatore di poker.

MARA CARFAGNA

Mara Carfagna (Foto: Imagoeconomica, Stefano Carofei)

In Forza Italia sta stretta da anni. Ma ci è rimasta. E in ogni caso Mara Carfagna è sempre pronta a rivendicare le radici e la cultura politica del Partito. Lo fa direttamente, senza fronzoli e non temendo l’ira di Silvio Berlusconi.

Questa volta nella fase iniziale del dissenso l’ha seguita Mariastella Gelmini. Ma in ogni caso Mara Carfagna c’è sempre. A lei la federazione con la Lega non piace proprio perché sa che rappresenterebbe soltanto il primo passo di un percorso più ampio. E in questa situazione Forza Italia non potrebbe contrastare l’egemonia salviniana.

Il Capitano del Carroccio si sta muovendo nella direzione di una Destra di governo che possa accreditarsi in Europa. E al tempo stesso sta cercando di frenare l’avanzata di Giorgia Meloni. Perché la leader di Fratelli d’Italia sta girando molto nelle capitali europee e perfino al Parlamento di Strasburgo e Bruxelles.

Ma resta il fatto che in questo modo Forza Italia rischierebbe davvero l’annessione, considerando pure che Coraggio Italia di Giovanni Toti la sta incalzando proprio sul versante centrista della coalizione.

Non è mai semplice mettersi di traverso e contraddire Silvio Berlusconi. Mara Carfagna lo fa nell’interesse del Partito. Ed è per questo che è ancora lì.

Coraggiosa.

FLOP

CARLO CALENDA

Carlo Calenda (Foto: Fabrizio Corradetti / Imagoeconomica)

Fino a un mese il leader di Azione era tra i favoriti per accedere al turno di ballottaggio a Roma. Ora non è più così. Ricordiamo che arrivare a giocarsela al secondo turno rappresenterebbe per tutti un ottimo traguardo. Ma per Calenda sarebbe un trionfo.

Sono quattro quelli che se la giocheranno: Calenda, Raggi, Gualtieri e il candidato del centrodestra, chiunque sarà. Nelle ultime settimane però sono successe due cose. La prima è che Roberto Gualtieri nei quartieri e nelle periferie sta andando e questo è un elemento importante. La seconda è che il muro del Pd non ha avuto alcuna crepa: no ad ogni ipotesi di intesa con Carlo Calenda.

Forse questo il leader di Azione non se l’aspettava, probabilmente pensava che nell’immediatezza delle elezioni potessero cambiare le cose. Da un anno in campagna elettorale, a Roma ha comunque una sua forza. Ma adesso non vede ulteriori spazi di dialogo. A meno di non “aprire” al centrodestra, ma questo comporterebbe una ulteriore strambata che uno come  Carlo Calenda non può permettersi.

Ha fatto una grande corsa per recuperare posizioni, ora appare un po’ stanco nel momento decisivo.

Fiato corto.

BEPPE GRILLO

(Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Ha mediato per evitare che volassero gli stracci tra il Movimento e Rousseau. Lo ha fatto perché Davide Casaleggio è il figlio di Gianroberto Casaleggio, senza il quale i Cinque Stelle non esisterebbero. E ha fatto bene: la storia non si cancella. Ma adesso Beppe Grillo è destinato, nella migliore delle ipotesi, al ruolo di garante “azzoppato”.

Il perché è presto detto. Giuseppe Conte sta preparando l’insediamento come leader con la regia di Rocco Casalino. Vuol dire che sarà l’impostazione che ha tenuto a Palazzo Chigi a caratterizzare questa nuova fase del Movimento. Una fase che non c’entra nulla però con la storia dei pentastellati. Se non con una parte di vocazione governativa di Luigi Di Maio. Però molti big si sono già adeguati e questo vuol dire che si sentono  oltre l’era Grillo.

Il secondo fatto da tenere presente è che Davide Casaleggio con ogni probabilità darà vita ad un Contromovimento. Una spina nel fianco. Comunque vada a finire il progetto del Movimento Cinque Stelle voluto da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è stato archiviato. E Beppe Grillo, da persona straordinariamente intelligente, è il primo a saperlo.

L’ora della sconfitta.

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