Top e Flop, i protagonisti del giorno: 9 giugno 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti della giornata appena conclusa. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

ANGELO CAMILLI

ANGELO CAMILLI. FOTO: SARA MINELLI / IMAGOECONOMICA

È stato eletto a settembre alla guida di Unindustria. Ha aspettato l’evoluzione della lotta al Covid-19, poi ha scelto il maggiore quotidiano italiano, il Corriere della Sera, per lanciare alcuni messaggi precisi. Angelo Camilli ha spiegato nell’intervista di ieri: 

«Come si inverte la rotta? Le risorse del Recovery Plan vanno assolutamente investite in tempi rapidi e progetti efficaci che possano rimettere in moto l’economia, gli investimenti e quindi l’occupazione E su queste scelte la politica, a livello nazionale e locale, non può fare errori. Per Roma ecco tre sfide: il Giubileo 2025, l’Expo nel 2035 e la creazione di un Politecnico».

Ma quali sono le eccellenze in campo economico di questa regione? Risposta: «Abbiamo settori di assoluto livello: il farmaceutico, l’audiovisivo, il turismo e la cultura, l’Ict, l’agroalimentare oltre a ricerca e alta formazione universitaria. Punti di forza straordinari che il resto d’Italia ci invidia. Ci sono segnali positivi nei primi mesi dell’anno? Il 2021 può portare ad una crescita del Pil regionale al 5%. Il 25% delle imprese medio grandi ha ricominciato ad assumere e il 70% prevede nella seconda metà dell’anno un aumento del volume di affari».

Su queste basi ha lanciato il Lazio come locomotiva d’Italia. Ci sono tutte le condizioni, anche perché nella sanità si è visto che le gerarchie pre Covid sono ribaltate. Angelo Camilli ha piazzato il colpo al momento opportuno.

Perfetta scelta di tempo.

ALESSANDRO DI BATTISTA

Alessandro Di Battista. Foto: Imagoeconomica

Muore dalla voglia di tornare protagonista nel Movimento Cinque Stelle. Ma sa anche che la sua presenza rappresenterebbe una spinta enorme per Giuseppe Conte.

Il motivo è semplice: l’ex premier c’entra poco con lo spirito originario del Movimento, quello dei duri e puri. Lui sta portando i Cinque Stelle sulla sponda permanente del Governo, anche se con un atteggiamento molto critico nei confronti di Mario Draghi. Alessandro Di Battista sarebbe perfetto per rassicurare l’ala oltranzista del Movimento. A quel punto si potrebbe giocare su entrambi i fronti.

Ma c’è un altro motivo, più importante del primo. Con Di Battista dentro si potrebbe perfino pensare di ridimensionare il ministro degli esteri Luigi Di Maio, vero competitor di Conte nel Movimento.

Ma se alla fine il progetto “a volte ritornano” dovesse fallire, Alessandro Di Battista è l’unico a poter avere una corsia preferenziale con Davide Casaleggio, appena fuoriuscito. Dibba se la sta giocando di fino.

Rivoluzionario di sistema (del Movimento).

FLOP

VIRGINIA RAGGI

Virginia Raggi (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Ha fatto bene Alessio Porcu a sottolineare che cinque anni fa la “bomba d’acqua” fu un elemento importante per la vittoria a valanga di Virginia Raggi a Roma. Stavolta potrebbe succedere la stessa cosa al contrario. (Leggi qui Piove. E non è colpa del Governo).

Un nubifragio di quelle dimensione non avviene tutti i giorni, ma il punto è che Roma non riesce più a reggere nessun impatto meteorologico. E l’immagine dei rifiuti galleggianti ha reso evidente, ancora una volta, l’ennesima emergenza legata alla raccolta e allo smaltimento dell’immondizia.

Virginia Raggi è stata bravissima ad ottenere la ricandidatura, mandando all’aria i piani di Nicola Zingaretti, Enrico Letta e Giuseppe Conte. Sul piano politico si muove benissimo. Ma su quello amministrativo accusa dei ritardi enormi. E continua a trascurare uno degli elementi fondamentali: Roma.

Le immagini della Capitale sommersa, con le macchine ricoperte d’acqua e i rifiuti galleggianti non fanno bene all’Italia nel momento della ripartenza dopo sedici mesi di pandemia. Se il centrodestra indovina un candidato forte sarà tutto più complicato. Se un’altra bomba d’acqua si abbattesse sulla città eterna nell’immediata vigilia del voto, per la Raggi ci sarebbe il rischio di non arrivare al ballottaggio.

Danza della pioggia al contrario.

MAURIZIO GASPARRI

Maurizio Gasparri (Foto: Carlo Lannutti / Imagoconomica)

È uno dei politici più intelligenti e preparati del centrodestra. Senatore e responsabile nazionale degli enti locali di Forza Italia, il suo nome non è ancora completamente fuorigioco per quanto riguarda la candidatura a sindaco di Roma. Antonio Tajani continua a ripetere che se la scelta dovesse essere politica, allora c’è Gasparri.

Ma c’è un elemento che nessuno sembra considerare. Né la Lega di Matteo Salvini né i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni vogliono “intestarsi” davvero il candidato sindaco di Roma. Entrambi preferiranno provare ad indicare il candidato alla presidenza della Regione Lazio. E questo potrebbe indebolire qualunque designazione per il Campidoglio, perfino quella di un mostro sacro come Gasparri. Il quale forse dovrebbe sottolineare un aspetto del genere.

Perché uno con il suo curriculum non può rappresentare soltanto una candidatura di bandiera. E men che meno uno da sacrificare sull’altare degli alleati. Forse dovrebbe dirlo lui, magari anche a denti stretti.

Trasportato dai silenzi.