Top e Flop, i protagonisti del giorno: martedì 7 settembre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 7 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di martedì 7 settembre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore.

TOP

ANTONIO POMPEO

Antonio Pompeo

Nelle ore scorse ha festeggiato i suoi primi 50 anni. Intanto auguri. Ma il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha voluto lanciare anche un messaggio politico “fotografico”. Lui davanti e sullo sfondo tutti i consiglieri provinciali, senza distinzioni di partiti e coalizioni.

Il simbolo del suo doppio mandato da presidente, iniziato con il sostegno di Forza Italia di Mario Abbruzzese e del Nuovo Centrodestra di Alfredo Pallone.

Ma Pompeo guarda anche al futuro e la sua associazione Volume sarà presente alle elezioni di dicembre. Con una lista che non rappresenterà soltanto la corrente Base Riformista del Pd. Ma ospiterà anche amministratori di vari Partiti e movimenti. Il significato è evidente: Antonio Pompeo sta già preparando la campagna elettorale per le Regionali, dove dovrà vedersela con Mauro Buschini o Sara Battisti. O con entrambi.

I quali sono più forti nel Partito. Per cui è necessario guardare fuori. In questo modo Antonio Pompeo ha voluto far capire che intende spegnere ancora le candeline in politica.

50 sfumature di Antonio.

CLAUDIO FAZZONE

Claudio Fazzone

Come i grandi giocatori di poker. Ha rilanciato nel momento di massima difficoltà della coalizione di centrodestra, uscita a pezzi dalla snervante trattativa di Sora per la scelta del candidato sindaco. Claudio Fazzone, senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, ha detto che gli “azzurri” rivendicheranno la candidatura a primo cittadino di Frosinone. (Leggi qui «A Frosinone rivendicheremo la candidatura»).

E il ragionamento fila, perché Lega e Fratelli d’Italia sono ai ferri corti dappertutto. Anche se Giorgia Meloni e Matteo Salvini fanno finta di andare d’accordo. In questa situazione il centrodestra può andare in difficoltà, soprattutto se dovessero arrivare le sconfitte a Roma, Milano, Napoli e Bologna.

Sul piano locale la coalizione non incide sotto nessun punto di vista. Sul piano interno al Partito, invece, Claudio Fazzone si è infilato nella voragine lasciata da Antonio Tajani. Lui, esponente dell’area pontina, paladino degli “azzurri” che rivendicano la candidatura a sindaco di Frosinone.

Scala reale.

FLOP

MATTEO SALVINI

Matteo Salvini (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Il Capitano della Lega sta sbandando paurosamente. Il fiato di Giorgia Meloni sul collo lo sta inducendo a scelte perlomeno contraddittorie. Nelle ore scorse, nella stessa giornata, il Carroccio ha ritirato tutti gli emendamenti sul Green Pass (come le altre forze di maggioranza), annunciando però il voto delle proposte di Fratelli d’Italia. Risultato: un pasticcio sterile, che ha consentito al leader del Pd Enrico Letta di rilanciare: “La Lega non è affidabile”.

Il fatto è che Giorgia Meloni e i Fratelli d’Italia stanno erodendo il consenso della Lega nell’elettorato dei lumbard (o ex lumbard). Ma non soltanto per il fatto di essere all’opposizione. Il punto è che Salvini non sta neppure provando a capitalizzare le scelte effettuate in maggioranza. Si sta concentrando sulla leadership del centrodestra, consapevole che la federazione con Forza Italia (ammesso che si faccia) potrebbe non bastare.

Inoltre Giorgia Meloni sta imperversando sia al sud che al centro. L’anima di governo della Lega, rappresentata da Giancarlo Giorgetti, prima o poi porrà il problema della leadership del partito. E se le elezioni comunali dovessero far registrare un arretramento, allora la situazione diventerebbe davvero molto delicata. Il Capitano non riesce a tenere la barra. Né al governo né in piazza.

Paura di perdere.

CARLO CALENDA

Carlo Calenda. Foto © Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Ha fatto un anno di campagna elettorale costruttiva, entrando nelle periferie e nelle borgate di Roma. Adesso però è concentrato solo sulla fase “distruttiva”. Nel senso di mettere in luce le contraddizioni dei suoi principali avversari: Enrico Michetti, Roberto Gualtieri e Virginia Raggi. E questo atteggiamento rischia di rivelarsi un boomerang.

È infatti chiaro che sia il centrodestra che il centrosinistra in queste ultime settimane metteranno a pieni giri le rispettive macchine organizzative e politiche. Così come la Raggi sfrutterà il fatto di essere sindaco in carica.

Carlo Calenda ha una preparazione e una competenza che in pochissimi hanno nella politica italiana. Ma spesso si lascia trascinare dall’istinto e dalla “pancia”. Comunque finisca il primo turno, senza i voti di Azione di Carlo Calenda il centrosinistra guidato da Roberto Gualtieri non può vincere. Forse bisognerebbe ragionare sull’ipotesi di un’intesa al ballottaggio che potrebbe perfino rappresentare il primo passo di un laboratorio per le politiche. E per le regionali.

Anche perché se c’è uno che può intercettare i voti del centrodestra, quello è Calenda. Che però appare impegnato a buttare la palla in tribuna invece di verticalizzare.

Fuori ruolo (stopper invece di regista).

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