Top e Flop, i protagonisti del giorno: mercoledì 11 agosto 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 11 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di mercoledì 11 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

Stefania Ruffo

STEFANIA RUFFO

Il Commissario dei Consorizi di Bonifica nella provincia di Frosinone ha ricevuto nelle ore scorse un chiaro segnale di avvertimento mafioso: le hanno svitato i bulloni ad una delle gomme dell’auto. Un modo con cui dirle che il suo atteggiamento sta dando fastidio.

Stefania Ruffo sta portando risultati concreti. Solo per fermarci agli ultimi giorni: i debiti del consorzio di Cassino sono scesi da 20 milioni a 6 milioni di euro; a Sora partono 5 progetti di efficientamento delle strutture per fornire servizi migliori ai cittadini; ad Anagni è stata firmata la convenzione con la Provincia in base alla quale saranno i Consorzi a realizzare, gestire e manutenere le opere, gli impianti e le attività inerenti la difesa del suolo per le annualità 2021-2025.

Sono i risultati a dare fastidio. Soprattutto i 12 milioni di euro ottenuti dal ministero: lo stesso che fino un anno fa le aveva detto No a qualunque ipotesi di collaborazione “perché non siete credibili

C’è qualcuno che non gradisce il nuovo corso. E lo ha fatto capire. Il Commissario non ha fatto finta di niente. A viso aperto ha denunciato tutto.

Nel mirino

ROBERTO GUALTIERI

Roberto Gualtieri

Sta crescendo costantemente sul piano elettorale e ormai il disegno strategico è chiaro: arrivare al ballottaggio per poi vincere. L’ex ministro dell’economia si sta muovendo bene in tutti i quartieri di Roma e ormai anche nei sondaggi ha staccato Virginia Raggi.

Lo schema messo in piedi del segretario regionale del Pd Bruno Astorre, dal deputato Claudio Mancini e da Goffredo Bettini sta funzionando. Enrico Michetti (centrodestra) è sempre in vantaggio, ma ha inanellato più di un passaggio a vuoto.

Gualtieri sta provando a fare due cose. Intanto di non arrivare ad esasperare i toni con Virginia Raggi, per far sì che poi al secondo turno i voti di chi si è orientato per la sindaca vadano a lui. Poi sta mantenendo comunque un filo di dialogo con Carlo Calenda, che in ogni caso a Roma raggiungerà un risultato importante.

Formidabile tecnico e conoscitore dell’economia, Gualtieri si sta muovendo bene anche sul piano politico.

Umile e lucido.

LUIGI DI MAIO

Luigi Di Maio (Foto: Tim Hammond / Imagoeconomica)

Quando il ministro Stefano Patuanelli ha attaccato frontalmente il sottosegretario leghista Claudio Durigon per la vicenda del parco di Latina, il responsabile della Farnesina ha capito subito che quella posiziona andava cavalcata dall’interno. Dall’interno degli esponenti pentastellati al Governo. Perché altrimenti l’intera scena sarebbe stata lasciata a Giuseppe Conte. E questo Di Maio non lo vuole. (Leggi qui Durigon, Littoria, il fascismo e il Capitano).

La partita a scacchi nei Cinque Stelle deve iniziare e alcune prese di posizione, come quella di Paola Taverna sullo ius soli, ricordano a tutti che ci sarà stato un motivo per il quale all’inizio di questa legislatura si fece un governo tra Cinque Stelle e Lega. Su diversi argomenti le affinità sono rimaste, ma ciò non toglie che in questo momento occorre fare quadrato per provare a sfiduciare Durigon.

E’ diventato un punto politicamente pesantissimo, perché è su quello che Giuseppe Conte sta puntando tutto. E non è un caso che oggi inizi la raccolta di firme su Il Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. Poi, comunque vada a finire, ci sarà l’esito delle comunali a fare la differenza. E siccome è complicato vincere a Roma e Torino, a quel punto l’inizio della stagione di Conte si aprirà con sconfitte evidenti.

In quel momento Di Maio cambierà strategia e atteggiamento.

Calcolatore.

 FLOP

CONTE-DI BATTISTA

La notizia è clamorosa comunque vada a finire. Fatto sta che per le suppletive di Primavalle Giuseppe Conte sta pensando di candidare Alessandro Di Battista. E quest’ultimo sta riflettendo.

Da diversi mesi Di Battista dai Cinque Stelle si è allontanato, ma evidentemente la strategia di Conte è chiara: favorire l’elezione dell’esponente maggiormente antigovernativo del Movimento. Per cercare di lanciare due messaggi. Il primo all’indirizzo di Mario Draghi per fargli capire che il sostegno del Movimento da questo momento in poi non sarà affatto scontato. Il secondo a Luigi Di Maio per provare a tenerlo sotto pressione.

Bisognerà vedere come andrà a finire l’operazione, se cioè Di Battista sarà candidato o no a Primavalle. Però intanto la sola strategia è indicativa di un pensiero di Giuseppe Conte: l’appoggio a Draghi è forzato. Quanto a Di Battista, è impossibile da comprenderne le motivazioni.

Animati dalla sola logica “contro”.

CARLO CALENDA

Carlo Calenda. Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Prima metabolizza il fatto che non potrà vincere le elezioni comunali di Roma, prima riuscirà a gettare le basi per un risultato importante, sia sul piano numerico che politico.

Il leader di Azione è uno dei politici italiani più competenti, nella Capitale sta facendo una straordinaria campagna elettorale e se raggiungerà una percentuale tra il 15% e il 20% sarà il vincitore morale. Ma non potrà mai essere l’esponente di riferimento di tutto il centrosinistra, perché Roberto Gualtieri ha occupato benissimo la sua zona di campo.

Nel centrodestra Enrico Michetti sta lasciando varchi, nei quali però non potrà infilarsi Calenda. Che però potrà dimostrare di essere un perno della coalizione dei progressisti che dovrà fronteggiare il centrodestra alle politiche. A patto però di non rompere il dialogo con il centrosinistra.

Troppo impulsivo.

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