Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 16 aprile 2022
Top e Flop. I fatti ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende in questo sabato 16 aprile 2022
TOP
DE ANGELIS-PIZZUTELLI
Tutto come era stato pensato e progettato: il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli in appoggio al candidato sindaco Domenico Marzi. (Leggi qui Campo ancora più Largo: entra anche Polo Civico).
Francesco De Angelis lo aveva in mente da un anno, da quando ha iniziato ad impegnarsi quotidianamente per le elezioni comunali di Frosinone. Il leader della componente maggioritaria Pd Pensare Democratico ha sempre sostenuto che esiste un solo modo affinché il centrosinistra possa vincere nel capoluogo: spaccare il fronte avversario.
Gianfranco Pizzutelli ha costruito il percorso per tempo e con calma, effettuando alcuni passaggi fondamentali, come per esempio l’alleanza alle provinciali. Impegnandosi contemporaneamente a lavorare sul programma, che resta il cemento di qualunque alleanza. Alla fine si è arrivati al risultato che tutti si erano prefissi in un modo che era quasi scontato per la grande attività di preparazione.
A braccetto.
LUIGI DI MAIO
Il ministro degli Esteri ha annunciato la riapertura dell’ambasciata italiana a Kiev e contemporaneamente ha detto che il nostro Paese non ha gli elementi per parlare di genocidio nella guerra tra Russia e Ucraina.
L’esponente del Movimento Cinque ha lanciato contemporaneamente due messaggi molto forti. La riapertura dell’ambasciata è un segnale inequivocabile a Zelensky sulla volontà dell’Italia di continuare a stare dalla parte dell’Ucraina senza alcun tipo di tentennamento. Il riferimento al genocidio è importante sul piano politico, perché lo aveva fatto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden.
Parlare di genocidio equivale a dire che non esistono spazi di negoziato con la Russia, mentre l’unica strada per far cessare la guerra è quella di provare a riaprire un confronto che porti al cessate il fuoco.
Attento e coraggioso.
FLOP
SALVINI-BERLUSCONI
È iniziata la fase delle lodi sperticate alle potenzialità della federazione tra Lega e Forza Italia, che viene descritta come una soluzione che preoccupa Giorgia Meloni.
Ma è proprio questo a far capire le difficoltà che hanno in questo momento il leader e fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi e il Capitano del Carroccio Matteo Salvini. Entrambi stanno risalendo nei sondaggi ma restano troppo lontani da Fratelli d’Italia. Il problema è che non vogliono in alcun modo riconoscere la leadership al partito di Giorgia Meloni. Mentre la leadership l’hanno esercitata entrambi quando erano loro gli azionisti di maggioranza della coalizione di centrodestra.
Ma c’è un altro aspetto da tenere per conto. All’interno della Lega e di Forza Italia, il resto della classe dirigente (deputati, senatori, consiglieri regionali e comunali) è d’accordo sulla federazione? Meglio accertarsi prima per evitare la solita retromarcia precipitosa.
Boomerang in agguato.
ALFONSO BONAFEDE
Comunque vada a finire la questione riguardante la riforma della Giustizia, è chiara una cosa: l’impianto del Guardasigilli Marta Cartabia cancella completamente l’impostazione del precedente ministro di Grazia e Giustizia Alfonso Bonafede, uno degli esponenti più importanti del Movimento Cinque Stelle e un tempo fedelissimo di Luigi Di Maio.
Lo stesso Bonafede vorrà vedere come voteranno i pentastellati.
C’è sempre una questione politica, anche in presenza di ragioni superiori per garantire gli equilibri della maggioranza. Certamente però una cosa si può già dire: nelle ultime settimane il Movimento si è ben guardato dal rivendicare la riforma che aveva disegnato Alfonso Bonafede.
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