Top e Flop, i protagonisti del giorno: venerdì 15 ottobre 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 15 ottobre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di venerdì 15 ottobre 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MARIO DRAGHI

Mario Draghi

La protesta nel primo giorno dell’entrata in vigore del green pass obbligatorio per i lavoratori non ha fermato il Paese. Come il premier Mario Draghi sapeva. Ed è per questo che aveva resistito al pressing arrivato da tutte le parti per calmierare il costo dei tamponi.

Però il ragionamento è semplice ed efficace: se la stragrande maggioranza degli italiani (oltre l’80%) decide di sottoporsi al vaccino, non è possibile che una minoranza rumorosa possa condizionare l’Italia e mettere a rischio la salute collettiva di chi invece ha scelto la strada della profilassi. Fatte naturalmente le debite eccezioni di chi non può sottoporsi al vaccino.

E poi altro che Governo tecnico. Dopo la campagna di vaccinazione il Pnrr, la riforma della giustizia e la delega fiscale, Mario Draghi dimostra di essere “tostissimo” a tenere a bada Partiti capaci solo di cavalcare l’onda della demagogia.

Inimitabile.

GIUSEPPE CONTE

Giuseppe Conte

Lo scontro in Consiglio dei Ministri sul Reddito di cittadinanza è stato forte ed ha avuto le stimmate dell’imboscata politica. Ordita dal centrodestra con il sostegno di Italia Viva di Matteo Renzi.

Ma Pd e Cinque Stelle hanno alzato il muro e quindi l’attacco è andato a vuoto.

Stavolta però il capo politico dei Cinque Stelle aveva previsto in anticipo il tentativo degli “alleati” (si fa per dire) e quindi ha scelto le contromisure giuste. Poi ha tuonato: “Giù le mani dal reddito di cittadinanza, giù le mani da una misura di civiltà”.

La posizione di Giuseppe Conte servirà soprattutto dopo i ballottaggi, quando si tratterà di capire se e quanto può reggere l’asse Pd-Cinque Stelle. Lui ne è convinto, ma si tratterà di fronteggiare l’offensiva di Beppe Grillo. Intanto però ha battuto un colpo forte.

Stratega.

FLOP

ILARIA FONTANA

Ilaria Fontana, sottosegretario alla Transizione Ecologica

È stata protagonista di una entusiasmante crescita nel Movimento 5 Stelle. L’avevano ‘sacrificata’ candidandola in un collegio impossibile: alla Camera di Cassino contro un totem vivente come Mario Abbruzzese. Invece, su di lei sono finiti molti voti Dem: consapevoli che il loro candidato non ce l’avrebbe fatta hanno provato a spingere lei per bloccare l’elezione di Abbruzzese. Riuscendoci.

Le dinamiche di questa tormentata Legislatura che ha visto tutti governare insieme ai propri avversari, l’hanno portata a diventare Sottosegretario alla Transizione Ecologica. Ed in questa veste nei prossimi giorni incontrerà il comitato No Biodigestore di Anagni.

Premesso che un parlamentare incontra chi più ritiene opportuno, premesso anche che il M5S è politicamente un gigantesco cilindro vuoto che è stato riempito d’ogni forma di malcontento, diventando tre anni fa il primo Partito, il confronto con i No Bio ci sta tutto.

Quello che resta da comprendere, a questo punto, è cosa ci faccia l’onorevole Ilaria Fontana in un Governo guidato da Mario Draghi che invece ha messo a punto un Pnrr basato sulle energie bio e rinnovabili da fornire al sistema industriale del Paese per affrontare la prossima crisi energetica e la concorrenza mondiale, dove queste cose le fanno ormai da tempo.

La battaglia della Sottosegretaria è del tutto legittima, ma non compatibile con la sua presenza in un Governo come quello attuale.

Fuori posto.

SALVINI-RENZI

Matteo Salvini e Matteo Renzi (Foto: Stefano Carofei / Imagoeconomica)

Il blitz sul reddito di cittadinanza è fallito e si trasformerà in un boomerang. Per il leader della Lega Matteo Salvini si tratta di un copione ormai conosciuto benissimo. Perché soprattutto nell’ultimo anno le sue strategie si sono scontrate con una realtà politica diversa. Ed è questo il motivo per il quale la Lega ha fatto segnare un arretramento notevole nei risultati elettorali alle comunali, specialmente nei grandi centri.

Per Matteo Renzi invece è la prima volta che sbaglia una previsione del genere. Il leader di Italia Viva in Parlamento ha sempre fatto la differenza. Pensava di applicare lo stesso schema in consiglio dei ministri.

Ma i due Matteo non stanno facendo i conti con una variabile che sta mandando all’aria ogni tipo di equilibrio conosciuto negli ultimi anni: Mario Draghi. Il premier, la cui ascesa a Palazzo Chigi è stata peraltro favorita da Renzi, non è solo il numero uno dei tecnici. E’ un fuoriclasse raffinato della politica. Contro il quale sbattono tutto. Perfino i due Matteo.

Respinti con perdite.

GIORGIA MELONI

Giorgia Meloni (Foto: Vincenzo Livieri / Imagoeconomica)

Ha parlato di una campagna elettorale nella quale sono successe cose pazzesche, indegne. Con riferimento al trattamento che a suo dire sarebbe stato riservato a Fratelli d’Italia. Ma davvero Giorgia Meloni pensa che un’inchiesta giornalistica come quella di Fanpage possa mettere in crisi un Partito politico come il suo che vola nei sondaggi? Non scherziamo.

Fanpage ha fatto il suo mestiere e lo ha fatto bene. Giorgia Meloni semmai dovrebbe porsi il problema di quelle frange estremiste che le creano problemi. Non attaccare i giornalisti.

E poi quale trattamento è stato riservato a Fratelli d’Italia? Provi a chiedere Giorgia Meloni a Silvio Berlusconi o a Matteo Renzi cosa significa fare delle campagne elettorali con un vero fuoco di fila martellante.

La leader di Fratelli d’Italia è andata in crisi per una episodio assolutamente marginale nell’ambito di un panorama politico e giornalistico come quello italiano. E questo pone degli interrogativi per il futuro. Perché una politica brava, brillante, preparata, competente come lei non può gridare al complotto alla prima difficoltà. Finché va tutto bene, è facile prendersi gli osanna. Ma è nelle difficoltà che si vede la tenuta di un leader.

Deludente.

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