Top e Flop, i protagonisti di giovedì 1 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di mercoledì 31 luglio 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 1 agosto 2024

TOP

ANTONIO AFFINITA

Antonio Affinita

“Questa è la storia di tantissimi genitori che ieri come oggi vivono la rivoluzione di diventare mamme e papà con a cuore una cosa su tutte: la felicità e la sicurezza dei propri figli. Lo dice la homepage del Moige, il Movimento Italiano Genitori che in Antonio Affinita ed in sua moglie Maria Rita Munizzi ha la coppia di coordinamento e messa a terra degli obiettivi, a volte un po’ “talebani”, altre concreti e di massimo buonsenso. E proprio su uno di quelli, forse uno tra i più importanti a considerare il periodo, Affinita ha concentrato le sue attenzioni. Quelle e la sua analisi.

Sul Decreto scuola per il DG del Moige è “importante garantire continuità didattica agli studenti”. Tutto nasce da un assunto di legiferato, quello per cui da pochi giorni il decreto Scuola e Sport è diventato legge, “introducendo importanti novità per l’anno scolastico 2024 – 2025”. Ed Affinita le ha elencate, non rinunciando a “spacchettarle” in senso logico ed etico.

Novità per gli insegnanti di sostegno

“Tra le novità del Decreto scuola ci sono diversi aspetti decisamente interessanti per gli studenti e le loro famiglie. Di sicuro rilievo sono le questioni legate agli insegnanti di sostegno. Che cosa significa? “Ora i genitori potranno chiedere che venga mantenuta la continuità didattica se il figlio si trova bene con quel docente ed ha instaurato un buon rapporto ed è entrato in empatia.

Quello di cui parla Affinita è un rapporto fiduciario ed umano che sta alla base pressoché certa della riuscita di un’azione didattica seria e non traumatica. Lo è perché se c’è empatia docente.-discente le cose funzionano.

“Per garantire una loro migliore formazione, è previsto un preciso percorso di specializzazione di almeno 30 crediti formativi, definito attraverso il parere dell’Osservatorio per l’Inclusione”. Affinita ha parlato quindi di “un passo importante per garantire a tutti la possibilità di accedere ad un’istruzione di qualità per tutti, senza che le disabilità costituiscano un ostacolo alla formazione o all’integrazione”.

E sul tema ha perfettamente ragione, perché la vera inclusione passa per la fiducia. E la fiducia si crea per step, non certo per protocollo di legiferato.

Tema da includere.

MASSIMO RUSPANDINI 

(di Marco Barzelli)
Massimo Ruspandini

Quasi dodici anni e mezzo. Tanto ci è voluto affinché si potesse creare una concreta possibilità di ricostruzione dell’ex palasport “Domenico Tiberia” di Ceccano. Si è svolto un processo per disastro colposo, ma nessuno dei principali imputati ha vissuto abbastanza per poter essere giudicato. Nessun colpevole per quel crollo provocato dall’avvio della storica nevicata del 2 febbraio 2012. Nessun finanziamento intercettato dal Comune nell’ultima dozzina di anni per il progetto di un nuovo impianto ecosostenibile nel luogo della tragedia mancata. 

Ora la Camera dei Deputati impegna «il Governo a valutare la fattibilità, nei limiti di finanza pubblica, di interventi su infrastrutture adibite ad attività sportive, quali la ricostruzione del palazzetto dello sport “Domenico Tiberia” di Ceccano». Lo fa perché Massimo Ruspandini, parlamentare da oltre sei anni, si è fatto approvare un apposito Ordine del Giorno presentato come primo firmatario. Lo ha fatto qualche giorno prima della dodicesima edizione del “Trofeo Domenico Tiberia”: il campione ceccanese di boxe morto 35 anni fa in un tragico incidente stradale. 

Senatore per un mandato, deputato da quasi due anni, il presidente provinciale di FdI ha chiesto di individuare oltre tre milioni di euro. Verrebbero ricavati tra le risorse stanziate per un particolare provvedimento: le disposizioni urgenti per le infrastrutture e gli investimenti di interesse strategico, per il processo penale e in materia di sport. Quasi un segno del destino, ma ovviamente la chiave è sportiva. E territoriale. 

Un’opera per la Ciociaria
Domenico Tiberia

Il ceccanese Ruspandini, “Leader Maximo” della destra ciociara, rivendica al contempo un’opera per la provincia di Frosinone all’interno di un pacchetto che non ne ha. È quello che, grazie a un emendamento nella Commissione Lavori Pubblici, punta al completamento dei collegamenti viari Roma-Latina, Cisterna-Valmontone, A12-Appia e Roma-Civitavecchia. E la Ciociaria? Due piccioni con una fava.   

«Durante questi dodici anni – ricorda il deputato di FdI – sono stati diversi i progetti avanzati dalle amministrazioni comunali susseguitesi nel territorio, le quali però non hanno mai portato alla ricostruzione dell’impianto sportivo». Tolti gli ultimi due anni di Centrosinistra e altrettanti di commissariamento prefettizio, di cui uno tra Caligiore 1 e 2, si parla anche e soprattutto del doppio mandato del sindaco di Fratelli d’Italia: lo stesso Partito dell’Onorevole. “Un fratello”, si scrivono spesso tra di loro. 

«Credo che con la sinergia tra Comune, Regione e Governo possiamo davvero farcela», dice Ruspandini in tempi inediti fatti di Destra al comando a tutti i livelli. Il consigliere comunale Diego Bruni, delegato allo sport da quasi due anni, la legge così: «Un passaggio decisamente significativo che accresce il lavoro del sindaco Caligiore e di tutta la nostra amministrazione in costante sinergia con la Regione».

Concorda Riccardo Del Brocco, assessore all’ambiente e rinnovato “delfino” di Ruspandini, con aspirazioni di successione al Caligiore 2: contrastata, però, da un pezzo di maggioranza. «In sinergia con la nostra amministrazione comunale, col sindaco Caligiore ed il lavoro svolto con la nuova Giunta Regionale – posta Del Brocco potremmo essere vicini nel sanare una ferita nel cuore di tutti i ceccanesi». Il due volte Sindaco Caligiore? Nessun commento sinora pervenuto da chi, durante questi dodici anni, ha guidato la “Contea” per la metà del tempo. (Leggi qui Un Caligiore 2 un po’ più sportivo). 

Tre piccioni con una fava.

CLAUDIO FAZZONE

(di Carlo Alberto Guderian)
Claudio Fazzone con Rossella Chiusaroli

In politica, come nella vita, non basta vincere. Bisogna soprattutto saperlo fare. Claudio Fazzone è il potentissimo Coordinatore dei Coordinatori Regionali di Forza Italia ed è il dominus nel Lazio del Partito fondato da Silvio Berlusconi. Nelle ore scorse ha mandato due segnali inequivocabili di distensione dopo oltre un mese di assedio a Fratelli d’Italia e Lega. Legittimato dalla volontà di ottenere il giusto riconoscimento per il suo Partito che in un anno ha raddoppiato i voti in Aula in Regione Lazio (aggregando 2 consiglieri eletti nel M5S e due eletti nella Lega). E soprattutto dimostratosi vivo e vitale nei giorni in cui tanti profetizzavano che sarebbe evaporato.

I due segnali di distensione sono la partecipazione di Forza Italia ai lavori del Consiglio Regionale dopo averlo fatto saltare nella seduta precedente; le dichiarazioni della Coordinatrice provinciale di Frosinone Rossella Chiusaroli che sgancia le vicende della Regione Lazio e del Comune di Frosinone. Senza arretrare, senza concedere, ma allentando la tensione. (Leggi qui: La crisi è rientrata, governate in pace).

L’eccezione pontina

Resta escluso da questo ragionamento il territorio della provincia di Latina. Lì c’è un ‘peccato originale‘, l’asse tra FdI e Lega che ha escluso Fazzone e Forza Italia dalla scelta della governance di Acqualatina. Non è un caso che nelle ore scorse a Terracina Forza Italia abbia fatto mancare il suo importante appoggio sull’approvazione del Bilancio, allienandosi con l’opposizione Dem.

Claudio Fazzone, assicurano i rumors, ha ottenuto ciò che voleva in Regione Lazio. Ma il vero successo è il modo in cui il senatore ha vinto. E cioè senza dirlo, senza ammetterlo, eventualmente negando pure che ci sia stata una fase di tensione con il governatore Francesco Rocca. Perché in politica, l’importante è raggiungere il proprio obiettivo e non è quello di umiliare l’avversario. Che, al contrario, deve essere preservato. perché una volta finita la scaramuccia, torna ad essere un alleato. E Claudio Fazzone ha saputo farlo.

Vincere non è stravincere.

FLOP

ROBERTO GUALTIERI

Roberto Gualtieri – (Foto Paola Onofri © Imagoeconomica)

Sì, si sta spendendo e molto. Sui social, per cantieri e nel pratico di una quotidianità amministrativa difficile come solo quella di Roma sa essere. La Roma che peraltro si appresta al Giubileo 2025. Insomma, Roberto Gualtieri ce la sta mettendo tutta per stare sul pezzo. Solo che qualche volta magari ci sta troppo e su temi mainstream “sbagliati”. Perché “sbagliati”? Perché sono giusti ma troppo urticanti per certi periodi ed in rapporto a determinati contesti.

La riprova? Il sindaco di Roma ha effettuato un “sopralluogo sulla Tangenziale Est per verificare lo stato del traffico che si è sviluppato a seguito dell’inizio dei lavori. In particolare nella tratta che va da Viale Castrense a Largo Passamonti, il cosiddetto viadotto inferiore”.

Il cantiere in Tangenziale Est

Come è noto quel tratto viario cruciale della Capitale è sottoposto ad una riqualificazione molto importante. Ma riqualificare significa cantierare, e cantierare a Roma su strada significa far diventare idrofobi gli automobilisti. Gualtieri ha provato a ribadire un concetto che è ovvio, da quanto è giusto e lineare, ma che non emenda il contesto da polemiche. Cioè da roba di cui il primo cittadino non ha assolutamente bisogno.

“Sono lavori indispensabili perché le condizioni strutturali della tangenziale erano molto deteriorate”. E ancora: “Parliamo di un viadotto che dal 1969 non è mai stato manutenuto con lavori profondi. E’ del tutto evidente che questo intervento, con la chiusura di mezza tangenziale e poi dell’altra metà, ha un impatto rilevante sulla città”.

La pubblicistica da evitare
Angelo Bonelli, Ignazio Marino, Nicola Fratoianni (Foto: Alessandro Amoruso © Imagoeconomica)

Talmente evidente che, in pubblicistica pura, magari Gualtieri se lo poteva evitare, quello spot al contrario. “Proprio per questo, siamo venuti qui col comandante della Polizia Locale De Sclavis, con l’assessore ai trasporti Patanè e con l’assessore ai Lavori Pubblici Segnalini per capire come minimizzare l’impatto”. Come si fa a minimizzare l’impatto di un cantiere a Roma?

Si prega, Dio o i numi poco cale, ma solo quello puoi fare, e con Ignazio Marino che dall’Ue fiuta di nuovo il Capidoglio conviene che preghi due volte, se sei Gualtieri. “Abbiamo deciso di fare questa chiusura nei mesi estivi, quando c’è meno traffico. Siamo consapevoli dei disagi, ci scusiamo con i cittadini e con gli automobilisti, ma questi sono lavori davvero indispensabili”.

Quello che, in solo lessico politico, sia chiaro, non in punto di urgenza dei lavori, non era indispensabile, era sottolineare che erano lavori indispensabili. E farlo mettendoci la faccia.

Social assai, magari troppo.

RICCARDO AMBROSETTI

(di Paolo Carnevale)
Riccardo Ambrosetti

In politica i voti contano eccome. Per cui chi vince le elezioni (tra l’altro, con un riscontro elettorale senza precedenti) va rispettato. Perché ha dimostrato di saper interpretare bene ciò che vogliono gli elettori. Almeno i suoi. C’è però un passaggio che sembra sfuggire a Riccardo Ambrosetti, vicesindaco di Anagni.

E cioè che si vincono le elezioni con i voti della maggioranza dei cittadini. Ma si governa per tutti. Anche per quelli che non ti hanno votato, Bisogna rendere conto anche a quelli che ti criticano. Armandosi di santa pazienza per le critiche inevitabili. Che possono essere corrette, pretestuose, sbagliate. Ma non sono mai un atto di lesa maestà.

E invece Ambrosetti che fa? Sfrutta la (giusta) soddisfazione legata ad un lavoro portato a termine (anche) per merito suo per apostrofare in modo piuttosto greve i suoi detrattori. Ai quali quali augura di continuare a “rosicare”.

Max Weber diceva che tutti i politici nascono come leader carismatici, ma poi il rapporto con le istituzioni li rende responsabili. Nei casi migliori, veri statisti. Si vede che il giorno che l’hanno spiegato a scuola Ambrosetti era assente.

Carenze fondamentali.