
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 11 luglio 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 11 luglio 2024.
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IGNAZIO LA RUSSA

A volte le letture più lucide dei fenomeni arrivano proprio da quegli esponenti politici che abbiamo incasellato nelle nicchie scomode della “lucidità un tanto al chilo”. Per essere parte di questo novero ristretto, in cui la cifra ideologica a volte soccombe benevolmente all’analisi cartesiana, bisogna essere tipi come Ignazio La Russa. Cioè persone che, anche in ruolo istituzionale di massimo rango, sono fortemente identitarie.
Ma anche persone che, al netto del loro identitarismo, sono capaci di metter giù le cose in maniera “papale”. E spiazzante. Come ad esempio con lo scenario europeo del dopo voto e con la posizione attuale di Fratelli d’Italia, vincitore ma mezzo briscolato da Ppe e Socialisti.
Il senso è che per La Russa quello scenario che ha alimentato molto la mistica del “gomblotto” è altro. “Non è la vendetta di un fronte sconfitto contro la vincente Meloni, ma un tentativo di mantenere lo status quo”. Capito il senso? La Russa è forse una delle poche persone autorizzate, non quando siede sullo scranno massimo del Senato ovviamente, a pensar male.
Il voto in Uk e l’analisi di Ignazio

Invece lui fa un’analisi politica arguta in cui i veri “conservatori” sono quelli che oggi tengono i conservatori di Fdi alla larga. Con una status quo “al quale si sta piegando anche il Partito popolare”. E l’odio atavico che poi alimenta il vittimismo congenito della premier? “Non credo che odino Meloni. A parte le posizioni ideologiche degli ultrà. E’ piuttosto conservazione dei privilegi, del potere, delle posizioni dominanti”.
Anche sul voto in Uk che ha preceduto la tempesta mancina francese la Russa è stato equilibrato. “Nel voto inglese si è affermata la regola dell’alternanza, ed il concetto di destra e di sinistra che hanno in Inghilterra non assomiglia alla nostra idea di sinistra e di destra. Attenzione a non fare paragoni con l’Italia”.
Paragoni su cui invece si era precipitato un Matteo Renzi più opportunista del miglior Pippo Inzaghi quando giocava. Paragoni che La Russa ha evitato perché sarà pure uno con idee forti, ma non è un grullo che quella forza la mette in alchimia di improponibilità.
L’Antipiagnone.
PASQUALE CIACCIARELLI

La sintesi sta in una frase del governatore del Lazio, Francesco Rocca: “Le due direttrici fondamentali del Lazio per i prossimi anni saranno la Sanità e l’Urbanistica”. È un’ulteriore blindatura per l’assessore regionale leghista Pasquale Ciacciarelli dopo essere finito nel mirino di Forza Italia che puntava a sostituirlo con uno dei suoi.
Non è una scelta dettata dalla simpatia personale. Ma dai risultati che in questo anno di attività – piaccia o non – l’assessore ha portato a casa. Ciacciarelli ha capito che il mondo non sta nei confini del collegio elettorale in cui si viene eletti. Ma nella Regione per la quale si amministra. L’ultimo risultato in ordine di tempo: ieri è stato siglato l’accordo tra Regione Lazio, Ministero dei Trasporti, Ministero della Giustizia, Comune di Roma. Per cosa? Verrà costruito un nuovo edificio al servizio della cittadella Giudiziaria di Piazzale Clodio a Roma. Le attuali strutture non bastano più, da tempo.

L’ampliamento della Cittadella giudiziaria era fermo da decenni. Ciacciarelli lo ha sbloccato seguendo una logica di minimo consumo del suolo. Nelle settimane scorse c’era stato un altro importante accordo tra Regione e Ministero dei Trasporti.
Adesso sono in corso lavori per snellire e semplificare le norme in materia di Urbanistica nel Lazio. L’obiettivo è quello di rimettere in moto l’Edilizia ma senza la droga dei bonus. Che ci riesca o meno è già importante che abbia capito dove agire. È per questo che Rocca lo ha blindato.
In una botte di fero. Anzi, di cemento armato.
MAURO VICANO

Per il Movimento 5 Stelle era un impresentabile e per questo pose il veto sulla sua candidatura unitaria a sindaco di Frosinone per il centrosinistra. Il peso specifico del M5S alle Comunali nel Capoluogo è pari a quello della polvere: in una consiliatura è passato da 2 Consiglieri eletti a 0 e prima che terminasse i due eletti avevano pure preso le distanze dalla loro formazione. Allora perché si diede ascolto ai grillini? Perché il veto su Vicano rientrava all’interno del dialogo M5S – Pd per la costruzione del Campo Largo bis da schierare alle elezioni regionali del dopo Zingaretti.
Com’è andata a finire ormai è storia. E per entrambe le scelte fatte dal M5S il centrodestra ancora ringrazia: tanto a Frosinone e tanto in Regione Lazio. Dove, tra l’altro, due eletti pentastellati sono passati per direttissima sotto le bandiere di Forza Italia.
A Frosinone Mauro Vicano ha spiegato al Pd che talvolta la Ragion di Stato è una sciocchezza. Infatti s’è candidato lo stesso, sostenuto da Azione e civici: ottenendo un risultato che al ballottaggio è stato strategico per la vittoria del centrodestra. Che naturalmente Mauro Vicano ha appoggiato, lasciando il centrosinistra al proprio destino: l’opposizione.

Nella giornata di ieri ha indicato per la Giunta Mastrangeli un nuovo assessore con cui sostituire l’avvocato Alessandra Sardellitti che nei mesi scorsi si era dimessa. È una giovane. E siccome è sua figlia Laura s’è dimesso da Consigliere Comunale, lasciando il seggio ad un altro giovane: Marco Sordi. (Leggi qui: La crisi è finita, Mastrangeli inizia il rimpastino: Laura Vicano in giunta).
Quando decise di candidarsi lo stesso, Mauro Vicano si era dato due obiettivi: dimostrare che quel Partito Democratico sbagliava, rinnovare la generazione degli amministratori in città. Prima di prendere cappello, ieri ha fatto entrambe le cose.
Obiettivi raggiunti.
FLOP
DANIELE RINALDI

Poteva evitare la grancassa ideologica e dare prova di una maturità che in ambiti molto più verticistici del suo partito è dato empirico. Invece Daniele Rinaldi ha fatto a Michela Murgia quel che altri di altra parte stanno facendo a Silvio Berlusconi con l’aeroporto di Milano.
Qui però lo scenario è capitolino, della città cioè dove FdI è partito egemone, e magari le sue fronde più accese non si sono ancora stemperate in saggezza. Daniele Rinaldi, consigliere di Fratelli d’Italia ed ha detto la sua su un’opera che dovrebbe adornare la parete della sede del municipio V. Di cosa si tratta? Di un murale che ritrae Michela Murgia, la scrittrice e attivista scomparsa nell’agosto dello scorso anno.
Con esso andrebbe a campeggiare, tra qualche settimana, la frase “Ricordatemi come vi pare”. Quella cioè “tratta dal titolo del suo libro postumo”. Lo scenario metropolitano è quello di via di Torre Annunziata dove la street artist Laika sta lavorando proprio in questi giorni. Claudio Poverini, capogruppo del Pd in consiglio municipale, ha infatti spiegato che l’opera è in corso di realizzazione, ma le polemiche hanno giocato d’anticipo sull’ultima virata cromatica.
Michela che divide ancora. Purtroppo

Rinaldi ha detto che “i lavori per la realizzazione del murale stanno mettendo a rischio la sicurezza dei pedoni in quella zona”. Quei lavori sono frutto di una mozione a firma dei consiglieri David Di Cosmo (Pd), Filippo Riniolo (Roma Futura) ed Emiliano Orlandi (Lista civica Gualtieri).
La mission è il “supporto alla realizzazione di un murales dedicato a Michela Murgia. L’opera sarà realizzata da Arcigay ed è dunque a costo zero per il municipio”. E Rinaldi? Ci è andato giù di pelosità. “Nel documento non era indicato il tipo di murale che si intendeva realizzare. Un’informazione non indifferente per poter valutare se votare a favore o contro il progetto”.
E ancora: “Abbiamo contestato il principio alla base di questa iniziativa, ovvero realizzare sulle pareti della sede istituzionale del municipio V un murale per un personaggio che poco ha a che fare con questo territorio. Una vera e propria forzatura, si sarebbe potuta valutare un’altra collocazione. Per tutti questi motivi abbiamo votato contro”.
Ma non era il caso di stemperare il viraggio ideologico della faccenda e far parlare solo i colori e la libertà di espressione?
Tigna ideologica.