Top e Flop, i protagonisti di giovedì 17 aprile 2025

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 17 aprile 2025

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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 17 aprile 2025.

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TOP

GUIDO D’AMICO

Guido D’Amico

Ci aveva visto bene, prima dell’avvento di Donald Trump, prima delle sue epilettiche dichiarazioni in campo economico, prima dei dazi. Confimprese Italia, in tempi non sospetti, aveva visto l’Oriente come nuovo mercato sul quale puntare. E per questo aveva scommesso su Cina e Giappone. Ora si entra nella fase concreta: l’associazione delle piccole e micro imprese capitanata da Guido D’Amico si prepara a rappresentare le ‘piccole‘ italiane – con un focus forte sul Sud Lazio – in una delle più grandi vetrine internazionali come l’Expo 2025 di Osaka.

La delegazione dell’associazione, in partenza il 23 agosto, parteciperà a una fitta agenda di incontri ed eventi che culmineranno il 26 agosto con una giornata interamente dedicata a Confimprese e alle sue imprese associate.

Padiglione Italia
Il Padiglione Italia

Il padiglione Italia, inaugurato da poco alla presenza del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del commissario per l’Italia Mario Vattani e di monsignor Rino Fisichella, è già tra i più apprezzati dell’Expo. Ed è proprio in questo contesto che Confimprese Italia avrà l’occasione di mettere in luce il valore delle sue imprese, in particolare quelle della Ciociaria e della provincia di Latina. Produzioni di valore, qualità, esclusività che hanno cominciato ad affacciarsi sui mercati mondiali e che hanno bisogno di un accompagnamento come la vetrina di Osaka.

Il Sud Lazio, troppo spesso relegato ai margini del dibattito economico nazionale, troverà in questa missione un’opportunità concreta di visibilità e crescita. La giornata a Osaka sarà divisa in due momenti: al mattino un convegno istituzionale sul ruolo delle micro, piccole e medie imprese, vere colonne portanti del tessuto produttivo locale; nel pomeriggio, spazio all’incontro e al confronto diretto con altri attori economici, in un’ottica di internazionalizzazione e scambio.

Ciociaria e Pontino in bella vista
Guido D’Amico

Questo evento rappresenta il seguito operativo del protocollo firmato tra Confimprese Italia e il Commissariato Generale per l’Italia all’Expo, con l’obiettivo di promuovere iniziative concrete su innovazione, crescita e internazionalizzazione. Un impegno chiaro: non partecipare solo per esserci, ma per costruire ponti reali tra il territorio e il mondo.

«Siamo orgogliosi di questa missione – ha dichiarato il presidente Guido D’Amicoe cercheremo di rappresentare al meglio il nostro territorio in quello che si configura come il più importante contesto internazionale del 2025». E ha aggiunto: «Porteremo le insegne della Ciociaria e della provincia pontina nel massimo contesto planetario».

La partecipazione all’Expo di Osaka non è solo un’occasione di visibilità: è un investimento strategico sul futuro delle imprese locali. Confimprese Italia si conferma così un attore centrale nello sviluppo del Sud Lazio, capace di coniugare radicamento territoriale e visione globale.

Rotta ad Oriente.

ALESSANDRO GIULI

Sì, è vero, lo hanno perculato un po’ tutti perché lui, colto e pavone, non ha avuto parte attiva nella recente visita di Re Carlo d’Inghilterra in Italia, surrogato da un più “piacione” Alberto Angela. Come pure è vero che l’eloquio di Alessandro Giuli a volte ha risentito (e non poco) di barocchismi ed iperboli lessicali tali da far pensare che Marinetti a paragone fosse Salvini.

Ma c’è un dato incontestabile che attiene la capacità analitica ed espositiva dell’attuale Ministro della Cultura: è una persona capace di visione prospettica e lettura argute, e questa, nel contesto dei suoi colleghi, è molto più che una skill dovuta.

La visione internazionale

In politica internazionale ad esempio, Giuli ha dato ottima prova di sé in una intervista al Corsera. Quando ad esempio ha spiegato, con falso candore e piglio cartesiano assoluto, che “il gioco del ‘se’ lo farei pensando di essere uno dell’opposizione”. A cosa si riferiva Giuli? Al fatto che, quando non era ancora ministro ma presidente del Maxxi, spiegò che lui negli Usa non avrebbe votato né per Biden né per Trump. Poi ha lanciato una sferzata non da poco alle attuali opposizioni italiane.

“Se fossi all’opposizione del governo Meloni, invece di sbraitare penserei che l’attuale classe dirigente americana è l’unica che abbiamo a disposizione. E, di conseguenza, l’unica con cui siamo obbligati a trattare.

Ora, vedere una paradisea come Giuli che conosce ed applica la realpolitik non solo un po’ stupisce, ma dà anche il piacere sottile di chi un po’, alla saggezza bislacca di quel personaggio “cartoonato” ci aveva sempre creduto. E su ruolo dell’Europa nell’attuale bailamme geopolitico?

La teoria dei grandi spazi
Il ministro Alessandro Giuli

“È imprescindibile ragionare in termini di grandi spazi proprio perché il mondo è conteso da grandi forze imperiali, quando non imperialiste”. Ed a questo Giuli ha messo a corredo la sua visione mondiale, che sarà sì un po’ “craxiana”, ma che a tutt’oggi appare come la più sensata.

“Europa e Africa, Unione europea e Unione africana insieme, incasellate in un unico blocco. L’Italia sarebbe privilegiata dall’essere esattamente in mezzo”. Ed a chiosa meloniana ma saggia: “Craxi aveva ragione. Il piano Mattei non è lì per caso”.

Visionario sciantoso.

FLOP

ROBERTO CALIGIORE & CO.

Roberto Caligiore

Da oggi non si può più dire che l’inchiesta sulle tangenti per i lavori finanziati con fondi europei nel Comune di Ceccano sia solo una faccenda che riguarda l’ex sindaco Roberto Caligiore. La proroga delle indagini, concessa su richiesta della Procura Europea, segna un punto di svolta: lo scenario si è allargato, i contorni si sono fatti più netti e l’elenco degli indagati parla chiaro.

L’attività investigativa, delegata al Servizio Centrale Operativo della Polizia ed alla Squadra Mobile di Frosinone, ha ridefinito il campo d’azione. I reati contestati – che vanno dall’Associazione a Delinquere alla Corruzione, dalla Turbativa d’asta al Traffico d’influenze illecite, fino al Riciclaggio – raccontano un sistema potenzialmente strutturato, non una serie di semplici episodi isolati riconducibili al solo sindaco Roberto Caligiore (Fratelli d’Italia).

Le nuove accuse

Con l’estensione dell’indagine, la Procura ha riformulato le accuse a carico dei 35 indagati attualmente coinvolti. Alcune posizioni sono state archiviate, altre nuove sono emerse, mentre l’ipotesi di associazione a delinquere rimane centrale per una parte significativa del gruppo, che include non solo Caligiore ma anche ex funzionari comunali, imprenditori, professionisti esterni e amministratori. Uscendo dalle parole del Codice Penale: significa che a Ceccano – per la Procura Ue – esisteva un sistema radicato, che coinvolgeva in maniera stabile più persone e non solo per la gestione degli appalti europei.

Tra i nomi, figurano ex dirigenti e tecnici del Comune di Ceccano come Diego Aureli, Camillo Ciotoli, Elena Papetti, Frank Ruggiero e Cesare Gizzi; imprenditori noti come i fratelli Rinaldi e Antonio Puppo; professionisti come l’ingegnere Polsinelli, il commercialista Tramontano, l’architetto Capuani, e consulenti esterni come Selenia Boccia e Maria Grazia Cestra. La lista si estende fino all’ex assessore Riccardo Del Brocco, l’ex assessore Angelo Macciomei e l’ex segretario generale Simona Tanzi, che sono quelli ad avere gestito gare durante il mandato.

Il dato politico

Il dato politico e giudiziario è ormai chiaro: non è più il “caso Caligiore”. È un’indagine che tocca un’intera rete di relazioni e funzioni, pubbliche e private, che avrebbe operato attorno ai fondi PNRR nel cuore del Lazio. La posta in gioco non è solo giudiziaria, ma di trasparenza, credibilità istituzionale e fiducia dei cittadini nei processi decisionali locali.

Non è più solo “il caso Caligiore”.

EDMONDO CIRIELLI

Edmondo Cirielli (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

La polemica messa in piedi da Edmondo Cirielli nelle ultime ore sa di due cose: una concezione stantia dell’approccio ad etica e storia, poi un certo senso “srategico” che dice molto sul fatto che tra un po’ in Campania si voterà. E che lo si farà senza più “l’imgombro grosso” di Vincenzo De Luca, scalzato via dalla sentenza della Consulta che lo mette fuori dalla sua terza elezione Regionale.

Chiariamo i termini generali. Cirielli è viceministro degli Esteri ed uomo forte di Giorgia Meloni nel “maxi feudo” che fu (o che quanto meno non sarà più) di Vincenzo De Luca. Fulvio Martusciello, uomo forte della Regione e punta della lancia di Forza Italia, ha annunciato che non si candiderà.

E la Lega dell’eterna spina nel fianco meloniana Matteo Salvini pare voglia puntare sull’outsider Giampiero Zinzi, figlio di Domenico, storico proconsole berlusconiano in Campania. In tutto questi Cirielli ha deciso di trovare il primo grip ideologico per iniziare ad affermare la sua immagine.

Il caso Giacumbi

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca © Imagoeconomica

Ed ha scelto la battaglia sull’ex Procuratore della Repubblica Nicola Giacumbi. Che venne ucciso dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1980 proprio a Salerno, cioè dove De Luca aveva mosso i passi più decisivi della sua ascesa politica. Una città che adesso è in credito di voti da dare.

Giacumbi venne trucidato mentre rientrava nella sua abitazione di fronte al Tribunale sul corso Garibaldi 195. Quale è stato il problema o casus belli che dir di voglia? Che “Sulla targa dall’amministrazione comunale (alla presenza anche del sindaco Vincenzo Napoli e di esponenti dell’avvocatura salernitana) in suo memoria, non compare alcun riferimento all’organizzazione terroristica di estrema sinistra”.

Quella che “che si costituì nel 1970 per propagandare e sviluppare la lotta armata rivoluzionaria per il comunismo”. E Cirielli si è lanciato a mo’ di coguaro sull’omissione, che è oggettiva ma che non toglie o non aggiunge nulla alla condanna del terrorismo, qualunque colore esso abbia deciso di avere.

“Offesa la memoria”
Il procuratore Nicola Giacumbi

“Dispiace polemizzare sulla morte di un uomo di Stato nell’adempimento del Dovere, ma si è offesa la sua memoria censurando la mano di chi lo ha vilmente assassinato. Erano terroristi comunisti.

Certo, ma ci furono anche terroristi fascisti, e classificarli non toglie nulla all’orrore generale che quel che decisero di fare ha lasciato impresso nella Memoria del Paese. A prescindere.

E’ iniziata la campagna?