I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 19 settembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 19 settembre 2024.
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GIORGIA MELONI
“La nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente esecutivo della Commissione UE è un grande riconoscimento che dimostra la centralità dell’Italia in Europa. Contiamo nel sostegno dell’opposizione, perché Fitto rappresenta l’intero Paese, non solo una parte politica”. Parole e musica di Maurizio Lupi, uno di quelli che, nel destracentro, paga pegno alle “dimensioni” ma sale in cattedra in quanto a sensatezza.
Ma la silloge del leader di Noi Moderati altro non è che il ritratto della scelta saggia di Giorgia Meloni. Di una premier cioè che ha saputo definire in tempi brevissimi, tempi di buriane forti inside al suo Partito, il rapporto con Ursula von der Leyen.
Equalizzare tra due mondi
Il quadro è quello noto: la Meloni è sempre stata e probabilmente sempre sarà in bilico tra sovranismo trucido ed europeismo funzionalista.
Perciò è sempre, perennemente costretta ad equalizzarsi via via, come il giroscopio di un missile, tra coratella e controfiletto. Perché da un lato deve tenersi buona una fetta di elettorato che alla camicia nera ha dato naftalina ma non benzina. Dall’altro deve conquistare e convincere quelli che hanno un elettorato moderato, sornione, molto Ue e poco settato sull’identitarismo spinto di una grossa fetta di Fdi.
Come risolverla? Non certo cambiando idea per sempre – questo la Meloni di oggi, di questo mandato, non può permetterselo – bensì aggiustando via via la rotta. E lo scatto con cui Meloni ha ripreso il dialogo con la riconfermata presidente della Commissione le ha portato in dote la nomina di Fitto a vice della von der Leyen.
Doppio risultato con Ursula
Con un doppio risultato: piazzare in Europa un suo ministro e poter continuare nel loop per cui da quando c’è lei “l’Italia conta”. E piazzare in Europa un suo uomo, “fratello” ma non troppo (è un ex forzista), quanto basta però per rappresentare quello che la Meloni ama di più. Cioè i rapporti fiduciari di stampo “barbaro” al posto di quelli gerarchico-istituzionali di tipo “romano”.
Tutto questo con la possibilità che Meloni ha avuto ieri di manovrare nel suo intervento a Confindustria, al debutto con la presidenza di Emanuele Orsini. secondo una precisa rotta “draghiana”. Tanto draghiana che alla fine proprio con Mario Draghi ha avuto un faccia a faccia.
Senza contare che adesso, obiettivamente, molte decisioni su temi per cui Palazzo Chigi è sulla graticola (la Bolkestein e lo sforamento di bilancio mica sono roba finita eh?) potranno essere trattate da una posizione di privilegio. Esattamente quando la luna di miele di Meloni con l’elettorato fisiologicamente (o magari grazia a qualche altro ministro ‘capa gloriosa’) si affievolirà.
Un po’ Visigota, un po’ Aureliana.
SABRINA PULVIRENTI
Ci sono visioni talmente strane da sembrare oniriche, frutto del sogno più sfrenato e sganciato dalla razionalità. O addirittura lisergiche, ispirate da una vera e propria alterazione che proietta la mente in un altro mondo. Ecco: quando il Commissario straordinario Sabrina Pulvirenti ha messo piede nel suo ufficio alla Direzione Generale della Asl di Frosinone, gli ottimisti l’hanno presa per una illusa sognatrice senza freni. I pessimisti l’hanno classificata come allucinata. Il fatto è che buona parte delle suo visioni di quel giorno si stanno materializzando.
Tanto per citarne un paio. Nelle settimane scorse ha avviato una sperimentazione che sta svuotando il Pronto Soccorso di Cassino. Come? Visto che la gente non va dal medico di base ma salta direttamente in ospedale anche per cose che non sono né urgenti né d’emergenza, il Commissario Pulvirenti ha messo i medici di base accanto al Pronto Soccorso: chi ha cose normali e quotidiani (i cosiddetti codici bianchi con nessuna urgenza) vengono avviati su un corridoio dove c’è un medico che visita e prescrive senza intasare la Sala d’Attesa con situazioni che aspetterebbero per ore.
Nella serata di ieri ha sferrato la sua offensiva contro i tempi d’attesa per le analisi specialistiche in tutta la provincia di Frosinone. Infatti, ieri sera la Asl di Frosinone ha raggiunto un accordo con le strutture sanitarie accreditate in Ciociaria per la realizzazione di un piano con cui abbattere le liste d’attesa sulle prestazioni di diagnostica strumentale.
Il piano contro le attese
L’accordo raggiunto dal commissario Sabrina Pulvirenti prevede l’acquisto di prestazioni di diagnostica strumentale anche di secondo livello per un importo complessivo di circa mezzo milione di euro. Si parte dal mese di ottobre.
L’azienda sanitaria ha commissionato ieri sera circa 8.600 prestazioni tra cui le ecografie, gli ecocolorDoppler, le TC con mezzo di contrasto e gli ecocardiogrammi.
“Queste prestazioni – ha spiegato il commissario straordinario Pulvirenti – saranno dedicate esclusivamente ai residenti nei Comuni serviti dalla Asl di Frosinone“. I pazienti verranno smaltiti nell’ordine cronologico di inserimento nella lista di attesa: chi è in fila prima verrà servito prima. In che modo? Ai pazienti verrà comunicata la nuova data anticipata degli esami e la struttura dove recarsi per effettuarli.
“Un importante passo avanti – conclude Pulvirenti- per rispondere ai cittadini della Ciociaria in attesa di esami importanti per la salute“.
Pensavano fosse matta: era soltanto un medico.
SONIA RICCI
Piove maledettamente in Emilia Romagna. Solo nelle ultime ore ci sono state decine di nuove tracimazioni nel Ravennate. Nel comune di Cotignola hanno invitato tutti i residenti a meno di cento metri dal canale di portarsi subito ai piani alti delle loro case ed evacuare immediatamente se le strade fossero ancora percorribili. Non sarà una cosa da poco tempo: agli sfollati viene detto di fare in fretta e «Portatevi via medicine e caricabatterie». Se a qualcuno ancora non fosse chiaro: il clima è cambiato, continuerà a cambiare e se non interveniamo rischiamo di morire lessati.
Da alcuni anni è per questo che è stata cambiata la mission istituzionale dei Consorzi di Bonifica: non si limitano più ad aprire e chiudere l’acqua dei rubinetti per far irrigare gli agricoltori. Ora combattono i cambiamenti climatici con opere concrete. Che hanno già pronte nel cassetto: progettate, calcolate ed il più delle volte anche approvate. Cosa se le tengono a fare nei cassetti?
Venti milioni subito
Appena un ministero o una Regione dice di avere dei fondi per la difesa del suolo e del clima loro aprono il cassetto e piazzano il progetto. E come gli accettano il tutto fanno partire subito le ruspe. È quanto accaduto nelle ore scorse per i Consorzi di Bonifica del Lazio: si sono aggiudicati 20 milioni dal Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste.
Il Masaf ha dato il via libera ai progetti presentati dalle strutture dei Consorzi di Bonifica Valle del Liri (Cassino), Conca di Sora (Sora), Val di Paglia Superiore (Etruria Meridionale e Sabina) e quello dell’Agro Pontino (Lazio Sud Ovest). Quei 20 milioni “ci permettono di realizzare progetti di ammodernamento e adeguamento di comprensori del nostro territorio strategici per il contrasto alla dispersione idrica” ha spiegato l’assessore all’Agricoltura della Regione Lazio Giancarlo Righini.
Il via libera riguarda progetti con i quali si miglioreranno i sistemi di adduzione. Verranno installati strumenti di misura dei volumi erogati negli impianti di irrigazione e verranno istallate apparecchiature idrauliche telecontrollate per il risparmio idrico adeguando e migliorando diversi comprensori irrigui. “Una visione strategica che ad oggi risulta ancora più decisive in considerazione del cambiamento climatico in atto” conferma l’assessore Giancarlo Righini.
L’altro passo sono le vasche nelle quali raccogliere l’acqua piovana: impedendo che vada ad allagare i terreni e tenendola da parte per i mesi dove la siccità è diventata un dramma anche nel centro Italia. Il progetto c’è, l’impegno a finanziarlo anche.
Sperando che non diluvi proprio ora.
FLOP
ROBERTO GUALTIERI
Il Giubileo, le spese, i soldi in arrivo, quelli in partenza e la chiave di lettura di Roberto Gualtieri, quella cioè di “una dolorosa necessità”. Così il sindaco della Roma che si appresta a celebrare il Giubileo 2025 ha definito quella “di chiedere alla Regione Lazio di aumentare il costo dei biglietti del trasporto pubblico locale”. Testi e musica, musica molto mogia, sono di Roma Today.
Ma cosa sta accadendo in Campidoglio? E perché un evento che dovrebbe attirare denaro sta generando spese oltre il fisiologico consentito? Al limite e come elemento di ubbia poteva starci l’atavico muso lungo dei romani sui problemi di traffico grazie ai circa 6000 cantieri aperti nella Città Eterna tra pubblici e privati.
Musi lunghi tra i pendolari
E invece no, adesso i musi (ancor a più lunghi) sono quelli dei pendolari. Le prime avvisaglie si erano avute già in ordine alle celebrazioni per lo scorso 8 Settembre, quando era trapelato qualcosa. Ebbene sì: è ufficiale. Gualtieri “ha confermato le indiscrezioni riportate da Il Messaggero secondo le quali avrebbe scritto una lettera alla Pisana per far scattare quei ritocchi. (Ritocchi) che dovevano essere realtà già dallo scorso 1° luglio”.
Si tratterà di un aumento generalizzato dei biglietti che non riguarderà però gli abbonamenti e “le agevolazioni per determinate categorie di utenti”. Analizziamo: l’Esecutivo non ha stanziato altri fondi per il Giubileo di Roma ma ha già messo a disposizione circa 13 miliardi. E con questa “carenza” di danè servono 22 milioni di euro per rinnovare il contratto di servizio con l’Atac.
Il “giallo” dei Trasporti pubblici
Contratto che da 12 mesi è al palo. E la questione dei soldi stornati dalla Regione Lazio per il trasporto pubblico ed inseriti dalla Pisana nell’area erariale? Dovevano essere rimessi a bilancio ed erogati, ma pare che Gualtieri se la sa legata al dito ed ha preferito chiedere l’aumento dei ticket.
Intanto il piano finanziario di Cotral, pubblicato a marzo sul Bur della Regione Lazio, aveva già in spunta un aumento del Bit che passa da 1,50 a 2 euro. “Aumenti anche per il biglietto giornaliero (da 7 a 9,30 euro), quello valido due giorni (da 12,50 a 16,70). Così come quello da 72 ore (da 18 a 24 euro) ed il settimanale (da 24 a 32 euro)“.
Ed aumenterebbe anche l’annuale agevolato Roma Capitale, da 91 a 103,85 euro, e il Birg, da 10,13 a 13,50 euro, il Btr (da 24,22 euro a 32,20) e il Cirs (da 36,17 a 48,22 euro).
Insomma, i fondi in più dovranno arrivare non dai governanti che “scuciono” ma dai romani (e non) che viaggiano. Chissà se alla fine sarà prevista un’indulgenza…
Era il caso Robè?