I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 21 novembre 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 21 novembre 2024.
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DANIELE MAURA
Ha studiato. E fatto i compiti a casa. Poi è andato in Aula e di fronte alla Commissione Sviluppo della Regione Lazio ha messo in fila numeri e progetti. Obbligando tutti a prendere atto di una situazione che finora hanno rifiutato di vedere. Ma la forza dei numeri esposti dal Consigliere regionale Daniele Maura lascia pochi spazi per le interpretazioni su quale sia la strategia industriale di Stellantis e quali i pericoli per l’industria del Lazio a partire dal polo Automotive del Cassinate.
L’esponente di Fratelli d’Italia ha ricordato alla Commissione che 11 mesi fa (dicembre 2023) Stellantis ha inaugurato uno stabilimento ad Orano in Algeria con un investimento da 200 milioni di euro. Lì assembla la Fiat 500 e almeno altri quattro modelli del marchio italiano “ufficialmente per mercato interno e Nord Africa”.
Ha ricordato l’invito fatto a dicembre 2023 ad investire in Marocco: a Casablanca Stellantis ha anche un centro di ricerca e sviluppo ed il polo automotive locale raggiunge quasi un milione di veicoli assemblati ogni anno (450 mila per quattro modelli, principalmente Peugeot, ma dal 2023 c’è anche la Fiat Topolino).
Ma anche Sud America e Sud Africa
Ha poi spostato gli orologi alla scorsa primavera, quando Stellantis ha annunciato un piano di investimenti da 5,6 miliardi di euro in Brasile e nel Sud America. Si tratta “di un piano quinquennale che va dal 2025 al 2030 e rappresenta il più grande investimento nella storia dell’industria automobilistica brasiliana e sudamericana”. Gli investimenti hanno come punto di approdo una quarantina di nuovi modelli basati sul Bio-Hybrid.
Proseguendo con i numeri, l’onorevole Maura ha ricordato come a settembre Stellantis “abbia annunciato di voler investire una cifra pari a circa 150 milioni di euro per sviluppare in impianto di produzione greenfield a Coega vicino a Gqeberha, nella provincia del Capo Orientale in Sudafrica, con l’ambizione di vendere un milione di veicoli entro il 2030 con il 70% di questi di produzione regionale”. Il primo lancio previsto è per l’inizio del 2026: un camioncino pick-up da una tonnellata con volumi che dovrebbero raggiungere fino a 50.000 unità all’anno.
Basta soldi a Stellantis
“È chiaro – ha evidenziato Daniele Maura – che la strategia sia quella di creare un nuovo mercato dell’automotive nelle zone emergenti del mondo. Nelle quali non ci siano le regole europee che oggi stanno condizionando la produzione nel nostro continente. È una scelta legittima come tutte le scelte, discutibile per le conseguenze che creerà. Noi, per quello che ci riguarda, abbiamo il dovere di non sostenerla. Pertanto propongo di non dare più nemmeno un solo centesimo di denaro regionale a Stellantis ma di destinarlo al sostegno ed alla riconversione delle fabbriche laziali che stanno abbandonando per attuare le loro strategie”.
Cambio di strada.
MATILDE CELENTANO E GIUSEPPE SACCO
Amministrare un Comune non è semplice, soprattutto da quando lo Stato ha cominciato ad essere sempre più ‘federale’ nella sua organizzazione cioè lasciando ai territori la loro libertà di organizzarsi con maggiore autonomia. Ma scaricandogli anche la competenza, soprattutto economica, su una lunga serie di questioni.
Proprio per questo, oggi fare il sindaco è sempre più differente dal farlo qualche decina di anni fa. Resiste un comune denominatore: la passione e la voglia di mettersi a disposizione dei concittadini. Che in molti casi rasenta la missione.
Come nel caso dei sindaci Matilde Celentano e Giuseppe Sacco: la prima guida il Comune di Latina, il secondo quello di Roccasecca. E da ieri sono anche nell’Ufficio di Presidenza dell’Unione dei Comuni Italiani, nominati dal neo presidente Gaetano Manfredi sindaco di Napoli. (Leggi qui: Anci, con Manfredi ci sono Celentano e Sacco).
Hanno ricevuto deleghe specifiche: lei alle Politiche Sociali e lui all’Ambiente. Entrambi porteranno la loro esperienza nel consesso nazionale che riunisce la quasi totalità dei Comuni italiani. Su due temi che li vedono in prima linea. E sui quali ora proietteranno i loro Comuni. Roccasecca per anni è stata sede di discarica provinciale, oggi ha un quinto invaso pronto a riaprire. Ma è proprio la battaglia di principio, oltre a quella legale, che i sindaci rappresentano. Ed è su quel fronte chr spingeranno la loro azione. Non limitandosi ai loro problemi quotidiani.
Oltre i confini.
ARMANDO ZAMBRANO
La Rete Professioni Tecniche guidata da Armando Zambrano è stata audita alla Camera dalle Commissioni Riunite Bilancio di Montecitorio e Palazzo Madama: “Le professioni fondamentali per la crescita del paese”. Ma quello che al di la dello slogan spicca tra le istanze presentate da una delle realtà più cruciali per le politiche di sviluppo e messa a terra del Pnrr è un’alto dato. La Rete chiede senza mezzi termini una “Flat tax anche per le società tra professionisti”.
Il che pone un grosso problema fiscale che non sta nella irritualità della richiesta, quanto piuttosto nella necessità di colmare un vero vuoto normativo. Il che mette Zambrano nel novero delle guide virtuose che sanno fare bene gli interessi di categoria di appartenenza aggiogandoli direttamente a quelli del Paese.
Si registra quindi “l’urgenza di interventi su temi chiave nella prossima Legge di Bilancio”. E i passaggi clou non sono immuni da sorprese e dalla riapertura di “vecchi fascicoli” che la politica attuale aveva cassato perché intestabili alle attuali opposizioni.
Pronti a combattere per la crescita
Ecco alcuni esempi: “La Legge di Bilancio 2025 deve valorizzare il ruolo dei professionisti tecnici e scientifici come partner nella costruzione di un futuro sostenibile e sicuro”. C’è una vera dichiarazione di intenti, nel documento scaturito dall’incontro Rete-Istituzioni parlamentari tecniche.
“I professionisti italiani sono pronti a sostenere la battaglia per costruire la crescita sostenibile della Nazione”. Tuttavia “serve una cornice chiara, efficace e sburocratizzata affinché si possa realizzare una reale crescita”. Ecco qual è il problema, che paradossalmente evidenzia quella che forse è proprio la Pecca Madre della Finanziaria in itinere.
Che è molto concettuale ma poco tarata su alcuni settori cruciali. La prima richiesta è dunque quella di “estendere la possibilità di usufruire della flat tax anche per le società tra professionisti in rapporto al numero dei soci, e di aumento del limite massimo da portare a 100.000,00 Euro”.
Bonus edilizio: ka-boom!
Poi un mezzo “ka-boom!” su un tema che non è molto caro al Governo Meloni. “La RPT ha richiesto una proroga dell’incentivo edilizio per i cantieri già avviati”. Questo allo scopo di “evitare contenziosi soprattutto tra imprese e condomini. E la perdita di migliaia di posti di lavoro e ha proposto misure a lungo termine, sostenibili per il bilancio dello Stato e adeguate alle normative europee”.
Il tutto per “garantire continuità agli interventi di riqualificazione, promuovendo efficienza energetica e sicurezza”. Che significa? Che il Superbonus sarà stato pure un momento altamente emorragico per la Nazione, sui cui impostare una campagna contro Giuseppe Conte, ma è partito.
Né può lasciare code con drammatiche conseguenze sociali, occupazionali e produttive. E Zambrano ha ricordato all’Esecutivo di riflettere su questo dato.
Scomodo ma concreto.
FLOP
MAURIZIO GASPARRI
Sono pochi i momenti in cui ormai Maurizio Gasparri non la butta in iperbole su ogni faccenda che riguardi le “battaglie di bandiera” del centrodestra ed in particolare di Forza Italia. A voler essere pignoli il senatore e capogruppo azzurro a Palazzo Madama non ha quasi mai equalizzato il merito di quel che sostiene con il volume che quel che sostiene merita.
Lui tende da sempre ad essere un po’ “heavy metal” diciamo. Tuttavia, se certi aspetti del suo carattere e della sua verve politica sono incasellabili nelle faccende di indole, che di solito emendano spigolosità che su altri farebbero (ancor) più effetto, obiettivamente Gasparri stavolta ha esagerato.
Il contesto, la Rai e “l’Aventino”
Premessa di contesto: la composizione degli organismi della Rai è una cosa seria, molto seria perché attiene l’operatività di un organo che per statuto assicura come le reti tv nazionali non pecchino in alcuno degli aspetti che attengono un network pubblico.
Noi non siamo mai stati come i britannici, che della Bbc contemplano l’indipendenza assoluta dalla politica, perciò abbiamo bisogno di guardiani qualificati. E soprattutto di rapidità e poca tattica nell’individuarli, quei guardiani. Gasparri invece pare pensarla in maniera molto diversa, e ieri lo ha dimostrato con una sua dichiarazione ad AdnKronos.
Questa. “La Vigilanza? Non mi pongo neanche il problema. La Floridia e altri mettano sale in zucca per pensare al futuro della Rai, oltre che fare i convegni e le passerelle. Io non ho tempo da perdere”. Che Gasparri non abbia tempo da perder magari può far piacere perché sta molto nel mood del politico spiccio, ma a studiare meglio il contesto forse vien voglia di auspicarsi che il senatore lo trovi, un po’ di tempo “da perdere”.
Specie se è lui stesso componente della Vigilanza. Di una Rai su cui ieri si è registrata l’ennesima fumata nera perché, come ormai da mezzo format, maggioranza ha infatti, come previsto, disertato in massa.
Quarta fumata nera sul Presidente
Cosa? La seduta per eleggere il presidente del Cda, in cui non si è raggiunto il numero legale proprio a causa del mezzo Aventino dei componenti della maggioranza. Adnkronos spiega che ai tavoli “erano presenti solo le opposizioni, in particolare Dolores Bevilacqua (M5S), Annamaria Furlan (Pd), Stefano Graziano (Pd), Ouidad Bakkali (Pd), Dafne Musolino e Maria Elena Boschi di Italia Viva”.
Attenzione, non è un esordio e non è neanche un bis: è la quarta volta che salta tutto e domattina si rischia una “manita”.
La maggioranza “non si è presentata al voto sulla presidente in pectore, Simona Agnes”. Lo scopo è scongiurare che la stessa, in odor di bocciatura, se ne prenda una certificata.
E da questo punto di vista la tattica a cui Gasparri ha alluso può essere letta in due modi: o come tale o come una perdita di tempo, inutile e dannosa. La stessa perdita di tempo che Gasparri ha citato nel liquidare una faccenda che forse sta prendendo in maniera troppo partigiana.
Non si pone problemi.