I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 22 agosto 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 22 agosto 2024.
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LUCIANO NOBILI
Ci sono due modi per esporre una situazione imbarazzante: celarne o amplificarne l’imbarazzo a seconda della posizione di giudizio oppure parlarne. Semplicemente per quello che quella situazione obiettivamente rappresenta. Come ad esempio quella dei balneari italiani vs la direttiva Bolkestein e del balletto improbabile che il Governo sta facendo per uscire dall’imbarazzo.
Dopo gli scioperi-pannicello quando al mare non ci va (ancora) nessuno, dopo la soluzioni-proroga di Palazzo Chigi e dopo i censimenti delle spiagge libere c’era bisogno di un po’ di verismo.
Mezzi secoli e canoni “irrisori”
Luciano Nobili è stato forse quello, tra i politici italiani, che lo stato dell’arte lo ha messo giù in maniera più cruda, impietosa ed attinente la realtà. Così: “Da un lato concessioni che durano da più di 50 anni, scadute dopo ripetute proroghe decennali che portano alla privatizzazione di fatto di un bene pubblico, cioè di tutti noi. Dall’altro canoni irrisori versati allo Stato, cioè a tutti noi”.
La bravura del consigliere regionale di Italia Viva si è accucciata tutta nella capacità di indicare nella collettività i fruitori in negativo di ogni possibile via di sbocco/lettura della vicenda. “L’incasso di una sola giornata equivale a quando dovuto in un anno, ammette candidamente il mio interlocutore”.
“E come se non bastasse finiremo per pagare le multe che arriveranno dall’Europa per il mancato rispetto della Bolkenstein”.
Multe da pagare, poco ma sicuro
Insomma, per l’uomo di Matteo Renzi alla Pisana “sui balneari siamo alle solite. Il governo Draghi, tra mille ostilità e compromessi, aveva trovato una soluzione che permetteva di aprire finalmente il mercato”.
E con essa di arrivare anche a “liberare risorse, produrre incassi per lo Stato e tutelare gli investimenti di chi li ha fatti”. La chiosa è tutta politica e tutta polemica, come è giusto che sia in dialettica, ma è difficile trovare una crepa cartesiana nel suo pur “partigiano” tessuto.
“Ovviamente la destra di Meloni, Salvini e Tajani blocca tutto. E continua a difendere i privilegi di pochi per un pugno di voti”.
Nobili… ragionamenti.
GIUSEPPE SACCO
Una storiella vuole che un giorno venne fatta una scommessa tra uno di Torrice ed uno di Ripi a chi dei due resistesse più tempo con la testa infilata in un secchio d’acqua: entrambi morirono affogati per non darla vinta all’altro. Un’altra storiella vuole che un giorno il Signore disse ad uno di Santopadre cosa desiderasse ma fosse ben chiaro che al suo compare di Roccadarce avrebbe dato la stessa cosa ma al doppio: “Signore cecami un occhio”.
Ce ne sarebbero un’infinità. Tutte storielle basata sulla rivalità tra vicini. Che non deve stupire: la rivalità maggiore, quella più sentita, sta verso chi ci è vicino. Per chi segue il calcio basta osservare la rivalità tra tifosi di squadre diverse della stessa città. Milanisti ed interisti, torinisti e juventini, veronesi e clivensi, genoani e doriani…
È così a qualunque latitudine del globo: il rivale è quello che posso vedere perché è su di lui che misuro le mie abilità. L’erba del vicino… è sempre più verde. E quel verde, quella rivalità, sono ancora più sanguigni, profondi, radicati quanto più è antica.
Proprio per questo ha del miracoloso ciò che è riuscito a fare poco prima delle 10 di ieri mattina il sindaco di Roccasecca, Giuseppe Sacco. A quell’ora le due Compagnie di pellegrini giunte a Canneto dopo due giorni e mezzo di cammino a piedi partendo da Roccasecca sono entrate insieme nella Basilica affiancate dal gonfalone del Comune. Erano anni che le due Compagnie di pellegrini entravano in maniera separata: come se fossero due comunità differenti, due mondi distanti e contrapposti.
E invece le tasse pagate da uno vanno a garantire i servizi anche per l’altro. Sul piano religioso poi la divisione e la discordia sono segno dell’azione divisiva del demonio: dividersi e una delle più grosse ferite che si possano fare a Cristo ed uno dei più grossi successi del male.
Le idee viaggiano sulle gambe degli uomini: quella ritrovata concordia passa per le gambe dei parroci Giandomenico Valente e don Danilo, quelle due due priori, dei singoli pellegrini. E del sindaco che ha cercato in tutti i modi di mediare e riavvicinare due Compagnie divise dal nulla.
Miracolo Laico.
FLOP
GIORGIA MELONI
Poco più di una settimana ed arriverà il mese che, piaccia o meno ai bagnanti da new age, proclama la fine dell’estate. Almeno di quella mainstream e rispetto alla quale questi giugno, luglio ed agosto 2024 sono stati connotati in maniera “velenosa” sul tema? Quale? Quello del braccio di ferro tra balneari e Governo sull’applicazione della direttiva Bolkestein.
Il dato inconfutabile è che la premier con questa faccenda ci si sta bruciando le dita, e dopo endorsement alla categoria difficili da mantenere in pianta stabile adesso dovrà fare i conti con Ue e balneari stessi. Egualmente scontentati dalle rotte di Palazzo Chigi.
Il paradosso milanese della Galleria
E a stringere i nodi della berlina simbolica che imprigiona la Meloni arrivano anche alcuni paradossi forti, come quello di Milano. E che ha come teatro i circa 4.615 metri quadrati della Galleria Vittorio Emanuele II. Come ha spiegato il Corsera si tratta del “salotto” del capoluogo lombardo, “ambito dai principali marchi del lusso presenti in tutti i centri cittadini del mondo”.
Ecco, quell’area frutta “al Comune di Milano 80 milioni di euro l’anno, mentre gli 8.300 chilometri di coste italiane, ogni estate invase da milioni di turisti, adibite a stabilimenti balneari, fanno incassare allo Stato solo 115 milioni di euro l’anno”. Insomma, le concessioni balneari non solo andrebbero rimesse a gara, ma per tutti il tempo in cui sono state “usucapionarie” Roma non ha certo imposto costi esorbitanti, anzi.
Doppia beffa ed origini antiche
Una doppia beffa che ha origini antiche, per carità, ma che oggi e grazie al ring sulla Bolkestein, ricade tutto su Giorgia Meloni. Cioè su una premier e leader politica che batte molto sull’intestazione per sé di ogni battaglia, e che a volte patisce l’effetto boomerang di questo culto della personalità in salsa demo-pop. Il Corsera è stato impietoso: “Forse il governo potrebbe fare come ha fatto Palazzo Marino, che dal 2007 — quando incassava ‘solo’ 8,2 milioni l’anno — al 2023 ha fatto lievitare l’incasso fino a 67,5”.
“Proiettati, appunto, secondo l’assessore al Demanio Emmanuel Conte, agli 80 del 2024. Magia? No, semplice e pragmatica capacità (ambrosiana) di far valere quello che si ha”. Una capacità che da ambrosiana non è diventata italica, e che rappresenta uno smacco per chi dell’italianità ne ha fatto un mantra.
E che adesso invece rischia di pagare due volte: una per ogni fronte che Meloni ha voluto aprire senza neanche tener conto dell’insidia di accucciarsi in quelle scomode trincee… di sabbia ed ombrelloni.
Spiaggiata.