
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 25 luglio 2024
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 25 luglio 2024.
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DOMENICO CONDELLO

«Se i cittadini pensano che far rispettare la legge sia un compito esclusivo della polizia, la loro inerzia favorisce la criminalità e diventano eticamente conniventi», ruvido, scomodo ma diretto ed onesto: non fa una piega il ragionamento del questore Domenico Condello. Le gente reclama sicurezza ma se poi devono raccontare ciò che hanno visto per agevolare le indagini, non lo fanno.
È una condizione con la quale il questore si è scontrato nel corso di questi mesi vissuti a capo della Polizia di Stato in provincia di Frosinone. Lo aveva detto nel corso della festa della Polizia lo ha ribadito nel corso di un colloquio con Giovanni Del Giaccio de Il Messaggero: “Il conseguimento della legalità non è più da intendersi in senso verticale, come esclusiva azione della Polizia, ma orizzontale e cioè come prodotto dell’azione sinergica di associazioni, istituzioni e cittadini”.
Ancora più diretto: “Se qualcuno pensa che occuparsi di far rispettare la legge non lo riguardi, perché è un compito esclusivo delle forze di polizia, la sua inerzia favorisce chi del crimine fa la sua professione. Ne diventa eticamente connivente e questo vale anche nella nostra provincia”.
La differenza tra sudditi e cittadini.

Non solo. In provincia di Frosinone c’è anche chi non va a denunciare i reati subiti. E questo atteggiamento, rileva il questore, non agevola le indagini. In troppi dimenticano che la Polizia è ‘forza pubblica‘ al servizio di una collettività cioè nella quale tutti hanno il dovere di esercitare la loro parte. E non di delegarla agli altri, aspettando di essere serviti.
La grande differenza tra essere cittadini ed essere sudditi sta proprio qui: la cittadinanza impone responsabilità collettiva per tutelare lo Stato che siamo noi ed è nostro. Essere sudditi consente di delegare tutto al monarca, al satrapo, all’autarca di turno: ma priva di moltissimi dei diritti dei quali oggi in troppi si riempiono la bocca. Senza nemmeno rendersi conto che quei diritti sono connessi a delle responsabilità.
Lezioni di educazione civica
GIULIA PASTORELLA

E’ deputata di Azione e sa quel che dice quando parla di economia politica. Lo ha dimostrato in più occasioni, l’ultima delle quali proprio in queste ore e su un tema di attualità assoluta. Si badi, non un tema “mainstream”, quello che una volta sarebbe stato definito “à la page” o “figo”. No, perché quello dell’Intelligenza Artificiale, dei suoi utilizzi e delle implicazioni degli stessi è tema cardine. Per faccende di norma e di scienza, per cose di etica e di pratica collettiva.
Ecco perché Giulia Pastorella non si è limitata a fare un’analisi della questione, ma a suo modo ha lanciato un monito sul solo fattore che contraddistingue i sistemi complessi lenti da quelli avanzati: il tempo. Monito sulla “Strategia italiana 2024-2026 sull’Intelligenza Artificiale pubblicata dall’Agenzia per l’Italia Digitale”. Ma in sostanza di cosa si tratta?
Il documento e lo score italiano

Di “un documento complesso che parte dall’analisi di alcuni dati veramente drammatici. Tipo che l’Italia è ultima in Europa per startup che si occupano di Intelligenza Artificiale”. E non è questo purtroppo il solo dato negativo perché come al solito noi dobbiamo contraddistinguerci. “Ultimi tra gli ultimi, visto quanto è indietro il nostro continente. Me la sto studiando, comunque, e devo dirvi che alcune idee interessanti ci sono”.
Pastorella quindi non si limita a censurare, ma a fotografare piuttosto, con note di rammarico ed accenni di speranza. “Dagli ITS potenziati, al potenziamento delle infrastrutture di rete (magari la mia PdL Datacenter ha speranza davvero!). Al supporto alle startup”. Forse il dato più confortante è quello per cui, secondo la parlamentare in forza con il partito di Carlo Calenda “si parla di attrattività del talento da fuori; finalmente”.
Lotta alle norme troppo contorte

“A livello metodologico ho apprezzato la volontà di contrastare l’eccessiva stratificazione normativa. Ed operare un monitoraggio e una revisione in itinere degli obiettivi”. E non mancano gli avversativi, che in Italia paiono sempre essere più grossi che altrove.
“Purtroppo però mi ritrovo inevitabilmente di fronte a cose così sciocche che mi sorprende che siano state pensate. Il punto R.3. per esempio, in cui di fatto il comitato redigente parla della necessità di creare un ChatGPT di Stato”.
Un organismo “ovviamente in Italiano, sicuro e sotto l’attenta osservazione di un Comitato Etico. Investimenti non sono in programma ma l’Agenzia fa un chiaro riferimento alle strade da seguire, ovvero quella inglese (100 milioni) e quella tedesca (500 milioni)”. E la chiosa è tragicomica: “Aiuto”.
Startupper.
FLOP
ELENA BASILE

Era partita benissimo, come una sorta di vestale skillata che aveva dalla sua la competenza che a molti manca per parlare di geopolitica ed etica. E di farlo con la certezza che, al di là di posizioni scomode, non derapasse mai dai valori cardine delle serenità del giudizio e della morigeratezza nell’elaborarlo. Specie se si aspira a divenire personaggio pubblico in chiave catodica.
Cioè appartenente ad una categoria che può influenzare il comune sentire impugnando l’arma a doppio taglio di visibilità e background. Elena Basile ha invece in questi mesi ha sprecato quasi tutto, e dopo lo scivolone su Liliana Segre di febbraio scorso si è ostinatamente messa in arcione ad una linea pop e facilona. Linea pericolosa. Una rotta che l’ex diplomatica ha ribadito in un suo giudizio di queste ore sulle spinose vicenda pre elettorali americane, in salsa anche nostrana.
La teoria su Donald Trump

Basile ha spiegato: “Non sono una sostenitrice di Donald Trump. Eppure sono convinta che il vero pericolo non sia lui o gli altri cosiddetti populisti di destra in Europa”. Discutibile ma tutto sommato onesto, anche a fare la tara al fatto che Donald Trump oggi più che mai appare “gigante” solo perché Joe Biden si è fatto nano per tirannia anagrafica.
“L’abisso è oggi rappresentato dalle oligarchie finanziarie e dalle armi che trovano l’ espressione più consona nei dem USA e nella maggioranza Ursula”. Qui Basile fa un po’ la Alessandro Orsini in gonnella, cioè dice cose sensate ma le dice con tanta di quell’acrimonia sottesa da far intendere che forse lei ce l’ha con ceri sistemi complessi a prescindere dall’obiettività di Cartesio.
“Combattere il nazionalismo occidentale, l’Imperialismo bellicista odierno è divenuta la priorità. Sono in ballo oggi la democrazia, la vita umana , la dignità dei popoli”. Tutto bello, poi però la dottoressa Basile scarroccia, e un po’ liscia, quasi come se fosse una versione “alata” di Pino Insegno.
“Ecco perché il campo largo e l’ ammucchiata col centrosinistra contro il pericolo fascista (Trump-Giorgia Meloni etc ) è soltanto l’ennesima manipolazione”. Lì dove la favoletta della “manipolazione” e dei “poteri forti” ha obiettivamente un po’ stancato.
Orsinessa.
MAURIZIO CIANFROCCA

Assediato. Sfiduciato da chi fino a due anni e mezzo fa invece l’aveva affiancato accompagnandolo in una sonora vittoria ai danni del centrodestra nelle elezioni Comunali di Alatri. In poco più di quarantott’ore il sindaco Maurizio Cianfrocca è stato scaricato da Fratelli d’Italia e dal consigliere della Lega Giuseppe Pizzuti, mentre la posizione del Partito nel suo insieme verrà definita nei prossimi giorni durante un vertice convocato dal responsabile Organizzazione Pasquale Ciacciarelli.
I margini per una ricomposizione ci sono. Ma rischiano di essere stretti e politicamente umilianti per un sindaco marziano. Perché il vero fattore da tenere in considerazione è proprio questo: Maurizio Cianfrocca non è un politico, non è uno che sta ai margini della politica, nulla ha da spartire con quei riti e quelle liturgie. Esattamente come fu per Roma Ignazio Marino che proprio per questo il Pd preferì autoaffondare, imparando a proprie spese che la politica è una cosa seria che non può essere delegata più di tanto alla società civile.
Gli errori strategici

Un sindaco politico non avrebbe commesso i gravi errori tattici compiuti da Maurizio Cianfrocca in questi due anni e mezzo di governo cittadino. Partendo dai più recenti: non ha coinvolto il Consiglio sulla decisione di concedere il patrocinio al Pride, non considerando che è un tema sul quale l’elettorato di centrodestra è sensibilissimo e ne avrebbe chiesto conto. Alle Provinciali ha lasciato libertà di voto: ma in questo modo non ha imbastito una strategia impostata su Alatri e la città è stata cannibalizzata perdendo il suo Consigliere provinciale.
La stessa decisione di non volere l’ex presidente della Provincia Antonello Iannarilli come presidente d’Aula si è rivelata una mossa umanamente comprensibile ma politicamente suicida. Vero che Iannarilli sarebbe stato ingombrante e forse pure invadente, altrettanto vero che però esperienza ne ha da vendere.
Ora Cianfrocca è ad un bivio: o trova una soluzione, rivoluziona se stesso ed il suo approccio, oppure sa che le Force Caudine del Bilancio saranno per lui l’ultimo atto prima che lo sfiducino negandogli il voto.
Un marziano ad Alatri.