Top e Flop, i protagonisti di giovedì 26 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 26 settembre 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 26 settembre 2024.

TOP

MATTEO ZUPPI

Matteo Zuppi

Formalmente ed affettivamente è cittadino ufficiale del Vaticano e cittadino onorario di Veroli, nella sostanza è cittadino del mondo. Matteo Zuppi lo è nella misura in cui, per nella sua veste “ingombrante” di altissimo prelato, riesce a dare respiro planetario ad emozioni che valgono ad ogni meridiano o parallelo. Emozioni basiche, primordiali e che solo dopo sono state elevate a norma. Afflati come la solidarietà, il calore umano, l’eguaglianza ed i diritti nella loro accezione più ampia e nobile.

Il presidente della Conferenza episcopale italiana, nonché arcivescovo di Bologna, ha dato l’ennesima prova di questa sua indole nel corso dell’introduzione al Consiglio permanente di quello che di fatto è il “Parlamento” del Vaticano. E lo ha fatto con un auspicio che suona come un monito all’Europa.

In uno scenario dove la sola soluzione pare essere quella tecnico-economica indicata da Mario Draghi quello che l’Europa non deve soprattutto dimenticare è altro. Valori come la coesione come presupposto e la solidarietà come mood etico che faccia da sottofondo ad ogni singolo legiferato. Tutto questo cementato dal collante che da secoli regge il Cristianesimo e la sua grandiosa macchina di consenso: la speranza. Ma non intesa come vago valore escatologico.

L’occasione del Giubileo 2025
Foto: Stefano Carofei © Imagoeconomica

No, la speranza che disegna Zuppi è concreta, militante. Essa non è riducibile “a un vago ottimismo che spinge ad ‘espatriare’ dal presente e a guardare al futuro”. E questo dato lo testimoniano i martiri che “nonostante la violenza contro di loro, vedono con gli occhi della fede il futuro nel presente”.

Quale occasione migliore dell’imminente Giubileo? Per Zuppi proprio l’evento che incombe “ci chiama alla speranza che nasce dall’amore di Cristo. Le nostre comunità sono e possono essere ancora di più rete di solidarietà che rende forti perché reale e non virtuale, attenta al prossimo e non piegata all’io”. E’ una chiamata, quella di Zuppi, un’adunata etica per “sconfiggere il nichilismo della persona e i sovranismi egoistici che minacciano il Vecchio Continente”.

Il richiamo da Trieste
L’arcivescovo Paglia ed il cardinale Matteo Zuppi (Foto: Livio Anticoli © Imagoeconomica)

Il richiamo neanche troppo velato, come spiega Avvenire, è quello “alle Settimane Sociali di Trieste dove molto tempo è stato dedicato al confronto nei ‘Tavoli della democrazia’”. Giornate fulgide da cui è emersa “la richiesta pressante di un maggiore protagonismo dei giovani per il rinnovamento dello stile nell’impegno sociale e politico”. E se un cardinale afferente ad uno Stato governato di fatto da una monarchia assoluta si richiama ai “tavoli della democrazia” e nel loro nome invita gli stati ad essere meno nichilisti allora quello è più che un segno.

E’ un monito: temporale ed etico al contempo. Il monito di un cittadino del mondo che tiene nel cassetto le chiavi della Città di Veroli.

Grandioso.

GIOVANNI ACAMPORA

Giovanni Acampora con il ministro Nello Musumeci a Palermo

Le conferme, per loro natura, devono arrivare da lontano. Perché non sono condizionate dai fattori ambientali, dall’adulazione di chi sta vicino e potrebbe essere interessato. Al contrario, più chilometri di distacco ci sono, più quella conferma è distaccata. E se invece di chilometri sono miglia nautiche allora diventa chiaro che il forum nazionale sull’Economia del Mare che si tiene a Gaeta è diventato davvero un punto di riferimento per chi deve decidere le politiche del settore nel Paese.

La conferma è arrivata nelle ore scorse da palermo, dove si tiene un evento che si interfaccia con Gaeta. A Palermo è stato chiaro che il Blue Forum Italia Network ha avuto il merito di favorire la creazione di un dialogo tra le diverse realtà del settore marittimo. La piattaforma di Gaeta ha permesso di riunire gli “Utenti del Mare Italiani” e di confrontarsi su temi cruciali come la sostenibilità e la competitività, raccogliendo le istanze delle imprese e portandole ai tavoli decisionali nazionali ed europei.

Verso Economia 5.0
Foto: Riccardo Squillantini © Imagoeconomica

Anche per questo, proprio da Palermo nelle ore scorse Giovanni Acampora presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone – Latina, la tracciato una nuova rotta. Passa per Economia del Mare 5.0, un progetto che mira a integrare ulteriormente innovazione tecnologica e sostenibilità nelle attività marittime italiane. I numeri gli stanno dando ragione: L’Economia del Mare sta crescendo più rapidamente rispetto al resto dell’economia nazionale, dimostrando di avere margini di sviluppo enormi.

E su quei risultati hanno inciso anche le scelte che sono state ispirate dai Forum di Gaeta nei quali sono stati messi a confronto tutti quelli che avessero una competenza su qualunque cosa che galleggi o stia sotto le acque dei mari italiani. Ora si punta sul Piano del Mare messo a punto da Giovanni Acampora e da Assonautica: mira a creare una strategia condivisa, capace di valorizzare tutte le potenzialità del “Sistema Mare” italiano.

È la dimostrazione pratica di quanto sensata fosse la scelta di arrivare alla fusione delle Camere di Commercio di Frosinone e Latina. Hanno sviluppato una capacità di interlocuzione nazionale ed una competenza su un’area specifica capace di accompagnare le scelte strategiche del Paese.

Con il vento in poppa.

GIANCARLO GIORGETTI

Giancarlo Giorgetti

Un po’ perso nelle ambasce della Manovra di Bilancio prossima ventura in modalità “coperta corta”, un po’ defilato rispetto ai guai dell’alleanza di governo e del suo leader di Partito. Giancarlo Giorgetti si trova nella posizione “ambigua” di chi deve pensare solo a fare il proprio dovere, senza passi falsi in punto di gestione tecnico-istituzionale di ciò che Giorgia Meloni gli ha affidato: il Mef.

Su molte cose il ministro dell’Economia è obiettivamente in difficoltà – questioni di cassa – e su altre è chiaramente in zona fronda, come con Matteo Salvini. Ma su una cosa Giorgetti pare aver centrato in pieno il sentiment di italiani e specialisti: su come ha deciso di affrontare la atavica denatalità italiana. Atavica e qualificata in queste ore da Openpolis, che ha messo Frosinone tra l’altro come seconda provincia più vecchia del Lazio. (Leggi qui: Frosinone, il vecchietto dove lo metto).

Detrazioni fiscali a chi fa figli

Si tratterebbe, nelle intenzioni del ministro, di agire sulle detrazioni fiscali per far pagare meno tasse a chi fa figli. E si tratta di una “iniziativa importante, di un bel segnale”. A dirlo è Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria dell’università Ludes-United Campus of Malta. Che pur spiegando che come singola misura è eccellente ma non bastevole, ne loda spirito e merito.

“Ritengo però sia inefficace per combattere la denatalità”. Poi però spiega: “Pensare ad agevolazioni fiscali per i contribuenti con figli è importante per due motivi. Innanzitutto è un aiuto economico, che inoltre dimostra una maggiore attenzione al mondo dell’infanzia, talvolta trascurato in passato”.

Il medico passa ad analizzare i fattori dello scenario. Uno ad uno e da specialista. “E’ chiaro che quando le famiglie si allargano insieme ai figli aumentano le esigenze e i costi. Una volta si diceva che c’erano più ‘bocche da sfamare’, mentre oggi le spese aumentano a tutto campo. Basti pensare al costo dei libri scolastici, evocato proprio in questi giorni di ritorno sui banchi”. E quindi? Per l’accademico “è giusto che la collettività contribuisca ai maggiori bisogni delle famiglie con figli, anche se concentrerei le risorse sulle famiglie a basso o medio reddito, definendo precisi limiti di reddito con opportune proporzionalità e progressività”.

Demografo e sociologo

(Foto © DepositPhotos.com)

Ma c’è un secondo aspetto che, per il liminare, andrebbe a tutto vantaggio dell’iniziativa “Made in Giorgetti”. Ed anche quello viene spiegato: “Il secondo motivo per cui l’iniziativa che Giorgetti avrebbe in mente è importante è politico e sociologico. Nel senso che giustamente viene valorizzata la famiglia, che come recita l’articolo 29 della Costituzione è la società naturale. Chi la desidera avrebbe una possibilità concreta di scegliere di averla”.

Il titolare del Mef è sempre passato per un algido contabile, ma con questa sua iniziativa in agenda economica di scala nazionale ha dimostrato di sapere essere anche un sociologo.

Strada (sconnessa ma) giusta.

FLOP

MASSIMILIANO FIORUCCI

La locandina del progetto

A prescindere dal progetto e dal suo valore scientifico, c’è sempre un aspetto mediatico che va calcolato. Soprattutto in un Paese nel quale hanno trovato spazio così tanti No Vax che hanno negato le evidenze della scienza, accompagnandosi a frotte di terrapiattisti secondo i quali tutte le evidenze da Galileo ad Einstein sono fandonie. Proprio per questo contesto il rettore di Roma Tre Massimiliano Fiorucci avrebbe potuto valutare la possibilità di un approccio più morbido su un tema tanto ruvido.

Al centro delle polemiche c’è il “Laboratorio per bambin* trans e gender creative tra i 5 e i 14 anni” condotto da ricercatori e da una insegnante montessoriana in programma per il 28 settembre nell’ateneo romano e contestualmente anche presso la Scuoletta Montessori di Torino. “L’obiettivo della ricerca è quello di comprendere meglio il loro vissuto emotivo e come si relazionano nel contesto familiare e scolastico” spiega ora il rettore. In parole più semplici?

Si tratta di un incontro di ricerca “finalizzato ad acquisire direttamente dalla voce dei minori con identità di genere non normativa, le loro valutazioni sul fenomeno e il loro vissuto”.

La caccia alle streghe
Massimiliano Fiorucci (Foto: Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Tanto è bastato per attirargli l’accusa di avere allestito un laboratorio nel quale i bambini sono cavie. In queste ore il professore mette in chiaro: “Non si tratta di un laboratorio aperto al pubblico ma di una sessione di ricerca a cui prendono parte persone che hanno aderito al progetto con il consenso e la presenza dei loro genitori“. Ma era proprio necessario? “Per sua natura – rileva ancora Fiorucci – la ricerca è chiamata a esplorare territori di confine, lungo i quali non sono consolidate conoscenze adeguate; ciò costituisce un preliminare necessario alla formulazione di ogni tesi e di ogni giudizio“.

Il progetto avviato dall’Università Roma Tre, in collaborazione con altre sedi universitarie, non ha ricevuto finanziamenti ed è stato approvato dalla Commissione Etica di Ateneo.

Sarà una questione di forma ma a scagliarsi contro la sola idea di quella ricerca sono ora Pro Vita & Famiglia onlus, il vicepresidente della Camera dei Deputati Fabio Rampelli che ha depositato un’interrogazione al ministro dell’Università. Si dice ‘sconcertato‘ il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri. Anche l’assessore al Lavoro della Regione Lazio Giuseppe Schiboni, esprime il proprio sconcerto.

Il problema è che si sta confondendo la ricerca con il tema, il percorso con l’argomento. Ed in un Paese in cui l’analfabetismo è ai massimi livelli europei, un approccio più ponderato avrebbe potuto evitare molte polemiche, inutili come tutte le cacce alle streghe.

Questione di comunicazione.

ARIANNA MELONI

Arianna Meloni (Foto: Saverio De Giglio © Imagoeconomica)

Obiettivamente sta esagerando. Solo a tratti ma lo fa. Arianna Meloni è di certo obiettivo di attacchi che risentono del valore strategico della sua posizione, ma non è di certo vittima di una macchinazione eterodiretta che punti alla giugulare della sorella Giorgia con le come lama del coltello per sgozzare. Eppure la responsabile politica di Fratelli d’Italia insiste su questo mood, e non ci fa la migliore delle figure.

Non la fa soprattutto perché Arianna Meloni sembra sempre sottintendere che nessuno, tra le Forze Oscure che attentano al Partito, ce la farà, a sabotare un Percorso di Gloria e Dedizione. Insomma, la mistica è quella norreno-griciante della sorella, solo che in bocca a lei appare, ove possibile, ancora più surreale. “È stata un’estate curiosa, ma in realtà da più di un anno qualsiasi cosa succeda mi tirano in mezzo. Spesso con narrazioni inventate a arte. A un certo punto, il dubbio… Mi dico: qual è il gioco?”.

La magia Made in Meloni
Giorgia Meloni

Eccola, la magia Made in Meloni: quella del claim insinuante e dietrolo(g)gico del “cosa c’è dietro?”, dello slargo pruriginoso con cui i sovranisti istigano i loro seguaci a riflettere. E patentandoli come senzienti scafati se li tengono stretti, stretti perché lusingati. Non c’è niente di meno di destra di un leaderismo che al popolo dà la patente dell’arguzia invece che il bollino dell’utilità. E questo forse è il vero peccato originale della destra meloniana.

“Hanno provato ad attaccare Giorgia in tutti i modi, ma non ci sono riusciti. Poi sono passati alle persone vicine, prima Giambruno, poi Lollobrigida, poi dov’è Meloni, non si trova più. Un atteggiamento decisamente esagerato con una morbosità curiosa”. Non c’è niente di morboso, a cercare di seguire i movimenti di una premier e leader politica occidentale, fatta la tara alle esagerazioni cafone, è solo doverosa attività professionale.

Lollo? “Lui è solo bravo, altro che…”
Francesco Lollobrigida (Foto: Andrea Panegrossi © Imagoeconomica)

Ma Meloni sorella sembra non capire, anzi, capisce benissimo, ma preferisce usare. E parla del suo ex: “Questa di Lollobrigida è una storia curiosa. Se ne facciano una ragione: lui fa il ministro perché è bravo. Non c’è nessuna ragione di familismo”. Dubbi legittimi a parte sul giudizio della Meloni, il prosieguo merita. “È riconosciuto così. Il ruolo che ha Francesco Lollobrigida non è legato a motivi di altra natura, ma perché lo deve al suo percorso. Adesso è partita la moda di dire che lo cacceranno dal governo. Ma pietà, noi siamo gente seria”.

Inoppugnabile per certi versi, ma solo come format che riconduce proprio alle due Meloni ed a qualche altro illuminato in un oceano buio. “La vicenda è chiusa. Se n’è parlato fin troppo. È una vicenda dolorosa. Sangiuliano è stato un ottimo ministro. È stato un ministro onesto”.

“Anvedi” che me tocca dì….
Gennaro Sangiuliano (Foto: Andrea Di Biagio © Imagoeconomica)

“È una persona brava e competente. Si è dimesso per una faccenda del tutto personale, una faccenda di gossip montata dalla stampa in maniera decisamente eccessiva.

Cosa ci sarebbe stato di eccessivo nella stampa che ha saputo di una donna rampichina che ha rovinato la vita ad un ministro, per di più non immune da gaffes clamorose, questo davvero lo sa solo lei: Arianna Meloni. La donna che ha deciso di essere molto meno di quel che in realtà è. Miracoli, o gioghi, della politica.

A volte indifendibile.