Top e Flop, i protagonisti di giovedì 29 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 29 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 29 agosto 2024.

TOP

ALBERTO ANGELA

Alberto Angela (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

E’ un Top a clessidra, nel senso che per onestà andrebbe capovolto in Flop e settato sui fruitori e non sull’autore del format. Ma tant’è, Alberto Angela è persona di cultura, uomo che esplora i recessi della storia. E come tutte le persone che ne fatto uso come ponte e non come muro, sa perfettamente una cosa. Che in “battaglia” chi si prende le medaglia sono per lo più i generali, e che gli stessi si prendono i rimbrotti di Stato Maggiore ove perdessero.

Nessuno chiese mai a Blucher se per caso i suoi ussari non fossero stati troppo tardi a scattare. Semplicemente si prese demerito e ceppi scattati ai suoi piedi a Lubecca dopo lo sfascio di Jena contro il Bonaparte. Il senso è che oggi la televisione offre prodotti settati su quel che vogliono i telespettatori, ed oltre 30 anni di tubo catodico lasco hanno trasformato la parte più congrua dei telespettatori in persone di palato non finissimo. Non tutti, per fortuna, ma abbastanza da creare un fenomeno.

Cosa dicono i dati su “Noos”

E i dati lo dicono chiaro: sulla rete ammiraglia, Rai 1, il ritorno di “Noos – L’avventura della conoscenza”, condotto da Alberto Angela non è andato affatto bene. Da quanto si apprende il programma si è fermato a “soli” 1,46 milioni di telespettatori. Tutto questo con uno share del 12,57%. C’è un precedente tutto estivo, lo ricorderete.

Un mese fa era trapelata la notizia per cui “Noos” veniva sospeso per tornare a fine agosto. Il “fattaccio” si era determinato perché era necessario attendere la conclusione di Temptation Island, concorrente diretto (sigh!) di Angela con numeri di share mostruosi nella serata del giovedì. Ci si era dati anche un arrivederci a dopo le Olimpiadi di Parigi 2024.

Isola ed Olimpiadi: le croci estive

La Rai aveva diffuso una nota sulla decisione. Mirante a “tutelare e valorizzare al meglio un prodotto di eccellenza, che rappresenta un unicum nel panorama televisivo italiano. E che era ed è “un fiore all’occhiello del servizio pubblico, grazie alla passione, alla capacità divulgativa di assoluta qualità e alla professionalità di Alberto Angela”.

Professionalità che neanche questo ennesimo insuccesso riuscirà a minare. Perché con la cultura ed in tv si insiste, non si prende mai atto di una sconfitta. Magari fino ad un capovolgimento di fronte e ad una vittoria. Italiano medio permettendo.

Poi però arrivò Waterloo.

GIANCARLO RIGHINI

da sinistra Andrea Renna, Giancarlo Righini e Sonia Ricci

Gli equilibri politici ed il curriculum amministrativo lo hanno collocato in una doppia casella della Giunta regionale del Lazio quando nel marzo 2023 è stato definito l’executivo di Francesco Rocca. Nel quale Giancarlo Righini è al tempo stesso titolare del Bilancio e dell’Agricoltura. Poco affini per chi non capisce la politica, dannatamente micidiali per chi è avvezzo.

Perché il combinato disposto delle due deleghe è un effetto micidiale. Teoria e sostanza, prospettiva e risultato immediato. Proprio in virtù del naturale settaggio nelle due deleghe. Con il Bilancio si dà la risposta sul lungo termine, con l’agricoltura quella a stretto giro. E l’insieme delle due cose significa risposte per tutti.

A questo va aggiunto il fiuto politico dell’assessore. Che ha dimostrato quanto in Fratelli d’Italia il tema dei cambiamenti climatici non sia appannaggio di quelli che non stimano i Gretini. Lo ha dimostrato istituendo una linea di dialogo diretta con l’Associazione delle Bonifiche, l’ente che da alcuni anni ha cambiato la sua mission non limitandosi più ad aprire e chiudere i rubinetti per l’irrigazione agricola ma sviluppando progetti per salvare le produzioni. Con impianti irrigui computerizzati, bacini di accumulo per le acque piovane che evitano allagamenti ed al tempo stesso creano riserve per l’estate.

Ora Giancarlo Righini aggiunge un’altra campagna sulla parte destra della giacca. Ha disposto l’apertura anticipata della caccia. Non ai cardellini, ai fagiani, alle beccacce: bensì ai cinghiali che stanno provocando danni per milioni di euro alle coltivazioni nel Lazio, attaccando le persone, scorazzando in città con sempre maggiore tracotanza.

Il primo passo di Righini è stato quello di armare le doppiette dei cacciatori, ribadendo le regole naturali della caccia: non si spara ai cuccioli né alle femmine incinte. Ora dà il via libera all’apertura anticipata per la caccia al cinghiale. Si fa selezione. Tutelando le produzioni agricole che altrimenti vedranno schizzare i prezzi una volta esposte dall’ortolano e tutelando la gente che vive in zone di campagna o a ridosso dei monti.

La doppietta dell’assessore.

FLOP

GIUSEPPE SACCO

(Foto: Erica Del Vecchio © Teleuniverso)

Non è la discarica di Roccasecca a determinare l’aumento di Ferro, Arsenico e Manganese nelle acque a ridosso dell’impianto Mad. Si sapeva da anni, lo aveva detto l’Ispra l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Lo ha sentenziato due anni fa il Tar – Tribunale Amministrativo Regionale. E lo ha ribadito per la terza volta ieri il Consiglio di Stato.

I magistrati amministrativi si sono rivolti al direttore del corso di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio dell’Università La Sapienza di Roma commissionandogli una super perizia. Ma non si sono accontentati. Al Comune di Roccasecca che chiedeva di riformare la sentenza del Tar hanno risposto che il loro caso non è l’unico in Italia: la particolare conformazione del terreno ed i suoi fenomeni del tutto naturali determinano la produzione di metalli più alta dei valori indicati dalla legge. “Questo meccanismo è stato verificato anche in altri diversi siti italiani, come per esempio presso l’Emilia Romagna o la Piana d’Aosta”. Mica si può arrestare Madre Terra. (Leggi qui: Il Consiglio di Stato: “Non è Mad ad inquinare l’ambiente”).

Che quell’impianto sia una specie di Disneyland nessuno ha il coraggio di dirlo, forse nemmeno il proprietario. Ma che sia realizzato tecnicamente bene, secondo legge ed in maniera funzionale è un’evidenza che viene ribadita ogni volte che viene adito un tribunale e nominato un perito.

L’ingresso della discarica Mad a Roccasecca

I tempi sono maturi per una diversa riflessione sul ciclo dei rifiuti nel Lazio. Questo non significa che Roccasecca deve continuare a portare la croce della discarica provinciale. Significa che con un corretto e moderno ciclo dei rifiuti, le quantità destinate alla discarica scendono in maniera concreta. Un esempio? A Milano e Brescia in discarica ci vanno pochissime tonnellate: cosa ha di diverso la Ciociaria? Una cosa fondamentale: ha un ciclo basato su schemi vecchi e superati.

In Romagna hanno preso la più grossa delle discariche e l’hanno trasformata. Non in un centro residenziale ma in un’area industriale nella quale produrre energia pulita. E sia chiaro: è solo un esempio per dire che i rifiuti non sono più un problema ma c’è chi li compra, chi li trasforma, chi ci guadagna togliendoli di mezzo senza interrarli.

In Ciociaria sarebbe ore di fare la stessa riflessione. Smettendo di invocare guerre sante.

Visioni da ammodernare.

IL MARE DI LATINA

(di Lidano Grassucci)
Foto © Gaetano Rap

E adesso, a Latina, metteranno a riposare il mare, come le valigie usate per andare in vacanza. In tutto il mondo la fine di settembre è l’apertura della prossima stagione balneare, a Latina si saluta la malinconia di quella vissuta e la città si dimentica di avere il mare e pensa di essere sul piano padano, solo più corto.

Latina cancella il mare, dismette la duna, lascia i porti canali con la loro sabbia, non rimette la sabbia sulle spiagge e rimanda sine die il sogno di giugno prossimo di essere la prossima repubblica marinara. (Leggi qui: La difficile estate del Lido, tra gare in ritardo finanziamenti persi).

Latina non sa di avere scorfani e vongole, ama le pannocchie di mais e l’insalata, ha il culto non del tonno, ma del maiale al forno. Latina non è città di mare, ci sta appoggiata accanto. In Comune fanno rumore su dove mettere la sabbia e dove doverla levare, ma poi la usano per gli intonaci e la spalmano con l’americana e non sentono l’ onda. Quindi siamo partiti con poca spiaggia e tali restiamo, con Rio Martino insabbiato ed è tal quale. I due mesi di mare sono finiti e noi torniamo a terra ferma, rassicurati di non dover vedere i turchi alla marina.

Latina non ha il mare, Latina non ha i laghi nelle sue coste, Latina è un campo di cocomeri che sogna di essere un centro commerciale. Latina, se potesse, farebbe una lottizzazione da qui a Ponza e poi oltre, qui ogni spazio senza case è inutile, immaginate tutto sto mare che non si può edificare. Ma ora non lo guarderemo più,’ se ne riparla a maggio, e solo per poco. 

L’estate sta finendo e il mare se ne va.

GLI ITALIANI IN VIAGGIO ALL’ESTERO

Foto: Carlo Dani

“Italian do is better”, o quasi, almeno secondo un report reso pubblico da Preply secondo cui, in tema di sicurezza durante le vacanze, noi stiamo messi benino ma non benissimo. Il sunto è che il 63% di noi mette avanti tutto “la sicurezza nella scelta delle destinazioni di viaggio”. Tuttavia ci sono altre voci, la prima delle quali è quella, non proprio ottimale vista l’attuale situazione geopolitica mondiale liquida e tendente al buio, degli altri connazionali. Il 38% solo dei quali ad esempio “conosce il segnale di emergenza che consiste nel chiamare la polizia e ordinare una pizza”.

Invece meno della metà degli italiani dichiara di saper reagire ai segnali di pericolo. Il sondaggio è stato effettuato su 27 paesi. E cn questi risultati che illustriamo con l’estate 2024 ed il suo mese simbolo giunti ai titoli di coda. “L’87% degli italiani intervistati pianifica prima di partire, ma la sicurezza rimane una priorità: il 63% controlla la sicurezza della destinazione”.

Verificare i numeri di emergenza locali
Foto © Canio Romaniello / Imagoeconomica

E “il 28% verifica i numeri di emergenza locali. Parallelamente, viaggiare da soli è sempre più popolare”, il che sarà anche un bene in logistica zen, ma aumenta il rischio in caso servissero azioni collegiali e con un minimo di “strategia basica”. Il 34% di noi del Belpaese “viaggia accompagnato ma svolge attività in solitaria, mentre il couchsurfing è ancora poco diffuso”. E le reazioni coscienti ai segnali di pericolo?

Lì siamo messi abbastanza bene ma non bene abbastanza. Il 48% degli italiani dichiara di sapere come comportarsi. In ranking i primi sono (ovviamente) i cittadini della Corea del Sud (73%), ultimi quelli del Giappone (26%).

Germania e Polonia primeggiano

Germania e Polonia sono seconde e Francia e Spagna “si posizionano prima dell’Italia; male, invece, l’Irlanda e il Portogallo entrambe sotto il 40%”. Attenzione, solo il 9% degli italiani conosce il “segnale del punto nero sul palmo della mano utilizzato per indicare situazioni di violenza domestica”. E solo l’11% ha familiarità col codice ‘parlare con Angela’ in bar e locali. “Poco più alta la percentuale di chi è conosce l’acronimo STAN (send the authorities now)”.

E ancora: “La percentuale sale al 22% per quanto riguarda l’ordinare un ‘angel shot’ per segnalare un problema a baristi e personale di sicurezza: se ordinato ‘liscio’ la vittima verrà accompagnata alla propria macchina, ‘con ghiaccio’ verrà chiamato un taxi e ‘con lime’ saranno chiamate le autorità”. Siamo sulla buona strada ma dobbiamo migliorare.

E di tanto, visto che i fattori in ballo sono incolumità e, a volte, la stessa vita.

La lingua s’è desta.