Top e Flop, i protagonisti di giovedì 8 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 8 agosto 2024

I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di giovedì 8 agosto 2024.

TOP

TERESA BELLANOVA

Teresa Bellanova

L’ha detta chiara e tonda, e nella settimana che prelude al Ferragosto, cioè al periodo di “inerzia canonica” dell’Italia che decide, ha fatto benissimo. Perché quello di Teresa Bellanova non è stato tanto un monito, quanto piuttosto un cartellino giallo al governo. Così giallo da presentare il viraggio del rosso e sul un tema che nella pubblicistica di Esecutivo e ministro per il Pnrr e Sud Raffaele Fitto aveva avuto un posto d’onore.

Quale tema? Quello della Zes unica, la Zona Economica Speciale che avrebbe dovuto attirare le imprese al Sud grazie ad alcuni precisi (e ben messi in grancassa) inventivi fiscali. Vediamo cosa è successo e come lo ha “cucinato” invece l’ex ministra dell’Agricoltura e presidente di Italia Viva.

“Con il passaggio alla Zes unica il governo aveva promesso una riduzione del 60% del credito di imposta per le imprese che decidevano di investire nel Mezzogiorno”. Tutto bene dunque?

Ciao ciao Zes col 60% in meno di tasse

No, anche a contare una sorta di “braccio di ferro” tra Fitto e l’Agenzia delle Entrate tramutatosi in un “undergrade” dell’agevolazione promessa. “Ora si scopre che la riduzione, applicata sugli investimenti fatti a partire dal 1 gennaio 2024, vale meno del 17%. Una vera e propria truffa ai danni di chi era pronto ad investire nel nostro Sud”. Bellanova incalza: “Ancor peggio, ai danni di chi già aveva investito, confidando nello sgravo”.

Quello che è successo, in un momento in cui il Governo Meloni paga pegno alle fibrillazioni telluriche tra i partiti che lo compongono, non è solo una decisa ridefinizione della finestra di opportunità. No, è stato un vero assist per una politica che sa benissimo come, dove e quando piazzare le sue briscole in nome del partito che fa capo a Matteo Renzi. Cioè ad un estimatore redivivo del campo largo con il Pd che prima avversava come la peste.

“Qui si va oltre l’incompetenza. Si fa di tutto per danneggiare il Mezzogiorno e il suo sistema produttivo. Poi si parla di un Sud che non è in grado di crescere”. La chiosa è agra e ad effetto, cioè voluta: “Dovreste solo vergognarvi!”.

Bellanova ha alzato i toni sapendo che quella della Zes unica è ferita aperta, e non ha concesso sconti in un periodo nel quale replicare e spiegare è fisiologicamente difficile. Questo con mezzo governo pronto agli ozi balneari. E quando si calano assi così, quegli assi fanno punto doppio.

La vispa Teresa.

FLOP

GERARDO ANTONAZZO

Il vescovo Gerardo Antonazzo

Tutto era pronto per l’ordinazione. A farla saltare è stata la riunione del Collegio dei Consultori, l’organismo della diocesi di Sora – Cassino che affianca il vescovo nell’amministrazione economica e sulle scelte di particolare rilevanza. Ha rivelato a monsignor Gerardo Antonazzo che qualcosa non quadrava sulla figura del diacono per il quale era prevista nei giorni scorsi l’ordinazione sacerdotale.

Al vicario di Cassino don Nello Crescenzi, alcuni componenti del Collegio hanno mostrato varie immagini: ritraggono il diacono vestito con i paramenti sacri mentre concelebra la messa con il vescovo di Arezzo monsignor Andrea Migliavacca nella Cappella delle Apparizioni a Fatima il 24 aprile scorso. Il che è espressamente vietato ed in alcuni casi determina la scomunica automatica.

Informato della questione, il vescovo ha disposto l’immediata sospensione dell’ordinazione e l’avvio di una verifica che vada ad accertare la veridicità delle immagini e della concelebrazione. Inoltre proceda a rivedere i precedenti alert ricevuti. Quali? Il diacono era stata messo alla porta della Comunità Exodus di Cassino dal direttore Luigi Maccaro dopo un breve periodo in cui aveva svolto la mansione di assistente spirituale, inviato dal vescovo; un altro autorevole avvertimento era arrivato da una diocesi vicina, segnalando alcune anomalie rilevate da una religiosa; una nota riservata suggeriva al vescovo un approfondimento presso il seminario San Pio X di Chieti per accertare se effettivamente il diacono lo avesse frequentato con profitto. Infine, una lettera anonima raccontava di una frequentazione intima con un parroco del clero di Cassino.

Quanta allegria
Il vescovo di Sora Gerardo Antonazzo. Foto © Roberto Vettese

A far esplodere il caso è stato un plico con foto e link al video della Messa a Fatima, in cui si faceva notare a don Nello Crescenzi che il diacono non era nelle condizioni spirituali per essere ordinato sacerdote avendo violato il canone 1040 comma 6 del Codice di Diritto Canonico secondo il quale “Non siano ammessi a ricevere gli ordini coloro che vi sono trattenuti da qualche impedimento sia perpetuo sia semplice. Tra i quali (…) chi ha posto un atto di ordine riservato a coloro che sono costituiti nell’ordine dell’episcopato o del presbiterato, essendone privo“.

Una situazione di imbarazzo che al vescovo non è piaciuta. Nemmeno in Vaticano. Soprattutto dopo il precedente che ha riguardato Montecassino e le voci di una vita un po’ troppo spensierata per una ristretta parte della comunità monastica. Chiacchiere che costarono a Cassino il rango di diocesi, l’immediato accorpamento con Sora e la sottomissione ad un altro vescovo. Ironia della sorte: la guida fu Gerardo Antonazzo.

E chi lo sente mò Francesco?

ELLY SCHLEIN

Elly Schlein con la nuova tessera

Proprio perché di questi tempi le sta andando tutto bene e lei stessa ha fatto in modo che tutto bene vada Elly Schlein dovrebbe stare più attenta. Attenta ai particolari, ad esempio, cioè a quelle cose che oggi sono ancor meno da incasellarsi come “minimal” o trascurabili nella dialettica con la maggioranza. La segretaria del Partito Democratico è in luna di miele con mezzo Paese e soprattutto con il partito.

E’ indicata come la sola papabile a puntare a Palazzo Chigi nello sfidare Giorgia Meloni ed ha perfino un paio di “siluri” pronti per giocarsi la briscola delle elezioni anticipate. Piace perfino a Matteo Renzi, questa Elly Schlein di oggi, perciò non deve perdere di vista nulla tra le cose che accadono sotto egida del Pd.

Il caso di Stefano Alberti

Cose come il caso del consigliere comunale dem di Massa, Stefano Alberti. Il consigliere, secondo una dura reprimenda del “Secolo”, tempo fa aveva aggredito il collega capogruppo della Lega, Filippo Frugoli. E così la vicenda diventa l’ennesima prova del doppiopesismo della sinistra, sempre molto solerte nel condannare le violenze, le presunte violenze o anche solo gli scivoloni verbali altrui”.

Poi la testata vicina alla destra di governo incalza: “Piuttosto distratto quando ad aggredire sono esponenti suoi o vicini al suo sentire”. In realtà il Pd toscano aveva già condannato l’accaduto con una nota in cui i suoi esponenti si dichiaravano “fermi sostenitori e promotori della convivenza civile e democratica”. Erano arrivate anche le scuse dello stesso Alberti..

La Lega incalza, Elly “tace”
Matteo Renzi (Foto: Marco Ponzianelli © Imagoeconomica)

La Lega territoriale non aveva aspettato a censurare: “Le scuse a metà di Stefano Alberti non bastano alla Lega. Soprattutto dopo il falso racconto di Alberti, secondo cui sia stato Filippo Frugoli a provocarlo”. E quindi? Quello che destra ed house organ si aspettavano era una presa di posizione “official” da parte del vertice.

Cioè di quello stesso vertice che, incarnato dalla segretaria, aveva speso più di una parola nel condannare atti speculari per triste merito. Ma squadernati a parti invertite, cioè con esponenti del centrodestra che avevano “scapocciato”.

Elly Schlein sa benissimo che se vuoi incalzare ogni giorno Giorgia Meloni sul tema del controllo delle “truppe” devi esser pronta tu stessa ad adottare questo format senza delegare le “sculacciate” ai quadri territoriali. Sennò la tua etica si fa boomerang, e chi ti avversa politicamente aspetta solo che lo stesso ti ritorni in faccia.

Non perderti di vista, mai.