
I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 1 aprile 2025
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I fatti, i personaggi ed i protagonisti delle ultime ore. Per capire cosa ci attende nella giornata di martedì 1 aprile 2025.
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CLAUDIO DURIGON

Non è facile metterci la faccia. Soprattutto quando sei al Governo del Paese ed il peso delle scelte ricade sulle tue spalle. E le norme parlano chiaro: tre mesi in più per andare in pensione. L’Istat conferma che dal primo gennaio 2027 e fino a tutto il 2029 i criteri previdenziali saranno allungati. Serviranno cioè 67 anni e 3 mesi per la pensione di vecchiaia. E 43 anni e 1 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) per la pensione anticipata. Claudio Durigon, la faccia ce l’ha messa. Ed ha detto che non se ne parla proprio. (Leggi qui: Sale la speranza di vita, si sposta la pensione: Durigon dice no).
Si è esposto con fermezza per bloccare l’aumento dell’età pensionabile previsto per il 2027, ribadendo la volontà del governo di sterilizzare l’incremento. Una posizione che appare in netta contrapposizione con i dati demografici e previdenziali italiani ed europei.
L’invecchiamento della popolazione

Secondo i dati Istat, la speranza di vita a 65 anni ha raggiunto un massimo storico di 21,2 anni nel 2024, con un aumento di sette mesi rispetto al biennio precedente. Questo dato, in base alla normativa attuale, farebbe scattare un incremento di tre mesi dell’età pensionabile a partire dal 2027. In altre parole, chi vorrà ritirarsi dal lavoro dovrà avere almeno 67 anni e tre mesi di età oppure aver maturato 43 anni e un mese di contributi (42 anni e un mese per le donne).
A livello europeo, molti Paesi stanno adottando misure più rigorose per sostenere la sostenibilità dei sistemi previdenziali. In Francia, ad esempio, la riforma pensionistica di Macron ha innalzato l’età pensionabile a 64 anni tra proteste e tensioni sociali. In Germania, si prevede un aumento progressivo fino a 67 anni, mentre in Spagna le riforme mirano a legare sempre più l’età pensionabile alla speranza di vita.
L’Italia invece continua a oscillare tra misure temporanee (come Quota 100 e Quota 103) e promesse politiche di congelamento dell’età pensionabile. Una strategia che potrebbe rivelarsi insostenibile nel lungo periodo, considerando il continuo calo della natalità e l’aumento del numero di pensionati rispetto ai lavoratori attivi.
Un Paese che invecchia e perde giovani

L’Istat fotografa un’Italia sempre più vecchia e con sempre meno giovani. Il tasso di natalità è sceso a un minimo storico con una media di 1,18 figli per donna e solo 370mila nuove nascite nel 2024. Il saldo naturale della popolazione è negativo: a fronte di 370mila nascite, ci sono stati 651mila decessi. L’immigrazione compensa in parte il calo, ma non basta a riequilibrare il sistema.
Un altro dato preoccupante è la crescita dell’emigrazione, con 156mila italiani che hanno lasciato il Paese nel 2024 (+36,5% rispetto all’anno precedente). Questo fenomeno colpisce soprattutto i giovani, che spesso cercano migliori opportunità all’estero a causa di un mercato del lavoro stagnante e stipendi in calo.
La conseguenza è che mettono al mondo i figli nel loro nuovo Paese di destinazione. Dove trovano asili nido, servizi, assistenza, stimoli a farne anche altri purché stiano lì. A tornare in Italia ci pensano: ma rimane un sogno nel cassetto perché sanno bene che in buona parte dello stivale quei servizi non li troverebbero.
Le conseguenze economiche e sociali

Bloccare l’aumento dell’età pensionabile senza un piano chiaro per finanziare il sistema previdenziale potrebbe mettere a rischio la sostenibilità futura delle pensioni. Senza un incremento della forza lavoro giovane e con un numero crescente di pensionati, il sistema rischia di diventare insostenibile. A pagare il conto potrebbero essere proprio le nuove generazioni, costrette a versare contributi più elevati o a subire un taglio delle pensioni future.
Durigon e la Lega puntano evidentemente su una strategia elettorale che cerca di accontentare l’elettorato più anziano, ignorando però i segnali allarmanti che arrivano dalla demografia e dall’economia. La questione previdenziale meriterebbe un dibattito più approfondito, con proposte concrete e sostenibili nel lungo periodo, piuttosto che soluzioni tampone dettate dall’opportunismo politico.
Il blocco dell’aumento dell’età pensionabile annunciato da Durigon potrebbe essere una misura popolare nel breve termine, ma rischia di aggravare i problemi strutturali del sistema previdenziale italiano. In un Paese che invecchia e perde giovani, la sostenibilità delle pensioni richiede scelte coraggiose e responsabili, non semplici promesse elettorali.
Se quelle scelte arriveranno, sullo stile della Germania, allora le possibilità di tenere tutto in piedi ci sono ancora. Se proprio la Lega continuerà a dire ‘Prima gli Italiani‘ senza tenere conto che è un’evidente contraddizione nella quale rischia di finire tutto, le possibilità non ci sono.
In bilico sul filo della demagogia.
GIOVANNI ACAMPORA

La recente iniziativa “Disparità: dialoghi tra arte, cultura e imprenditoria“, organizzata da Confcommercio Lazio Sud e Terziario Donna Lazio, ha messo al centro un tema cruciale: la parità di genere nel mondo del lavoro. L’evento, patrocinato dal Comune di Frosinone, ha visto la partecipazione di Giovanni Acampora presidente di Confcommercio Lazio e della Camera di Commercio Frosinone-Latina. Ed il suo intervento ha sottolineato il valore della visione femminile nel panorama professionale e l’importanza di investire nelle donne per una crescita economica equilibrata e sostenibile.
Acampora ha ribadito che “la ricchezza offerta dalla visione femminile è imprescindibile“. Ed ha posto l’accento su quanto già fatto, ma soprattutto su quanto ancora resta da fare. Il suo impegno non si è limitato a una mera adesione formale alla causa della parità di genere ma si è tradotto in azioni concrete volte a valorizzare il contributo femminile in diversi ambiti imprenditoriali. Un messaggio chiaro che evidenzia la volontà di superare le barriere culturali e strutturali che ancora penalizzano le donne nel contesto lavorativo.
Pilastro sociale

Nel territorio del Basso Lazio, la figura femminile rappresenta da sempre un pilastro sociale ed economico ma il riconoscimento effettivo del suo ruolo resta ancora una sfida aperta. Nonostante le donne siano protagoniste nell’Impresa, nei Servizi, nella Cultura e nel Commercio, la loro presenza è spesso marginalizzata da un sistema che fatica a garantire pari opportunità. Eventi come quello organizzato a Frosinone servono a smuovere le coscienze e a costruire una rete di supporto per l’empowerment femminile, un processo che deve coinvolgere tutti: istituzioni, imprenditori e società civile.
L’impegno di Acampora e delle realtà coinvolte dimostra che non si tratta solo di un discorso di principio, ma di un cambiamento strutturale necessario. L’attenzione alla crescita etica delle imprese femminili, la promozione di una maggiore presenza femminile nei luoghi decisionali e la sensibilizzazione attraverso arte e cultura sono passi concreti verso una reale parità.
Impegno collettivo

Tuttavia, sebbene iniziative come questa siano fondamentali, il cambiamento deve essere costante e sistemico. Serve un impegno collettivo e una volontà politica ed economica capace di tradurre le parole in politiche di sostegno effettivo. Dall’accesso al credito alla tutela della maternità, fino alla promozione di una cultura aziendale più inclusiva.
La strada è ancora lunga ma il percorso verso un equilibrio di genere autentico appare sempre più tracciato. Anche nel Sud del Lazio.
L’ora dei fatti.
BPF e BPC

Il fenomeno della desertificazione bancaria sta colpendo duramente la provincia di Frosinone, con effetti negativi su famiglie, imprese e l’economia locale. Secondo i dati della Fondazione Fiba dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, alla fine del 2024 solo 40 dei 91 Comuni ciociari disporranno ancora di uno sportello bancario, mentre ben 51 ne saranno completamente privi. Questo significa che 4.755 imprese e quasi 88.000 cittadini rimarranno senza accesso diretto ai servizi bancari essenziali.
Il disimpegno delle grandi banche nazionali dal territorio ha lasciato un vuoto che rischia di aggravare ulteriormente la già fragile economia locale, creando disagi soprattutto nelle aree più interne. La chiusura degli sportelli obbliga cittadini e imprenditori a spostarsi verso centri urbani più grandi per operazioni bancarie di base, un disagio che penalizza soprattutto gli anziani e le piccole imprese.
Le banche di territorio

In questo contesto, le Banche Popolari del Cassinate e del Frusinate rappresentano un presidio fondamentale per il territorio. Questi istituti, legati alle comunità locali, hanno il compito di garantire la continuità dei servizi finanziari e supportare l’economia provinciale attraverso il credito alle imprese e alle famiglie. Il loro ruolo diventa ancora più cruciale proprio mentre le grandi banche riducono la loro presenza fisica, aggravando il problema della desertificazione.
È quello che stanno facendo. Mentre le nazionali arretrano e fuggono per scommettere solo sull’on-line, Bpc e Bpf continuano ad investire ed a scommettere sulle persone, sulle imprese, sul territorio.
Non è una scommessa alla cieca. Come dimostra l’annuncio fatto nelle ore scorse dalla Popolare del Cassinate. È tra le cinque banche di comunità entrano nel capitale di Meta Srl, società toscana con sede ad Empoli, attiva a livello nazionale e specializzata nei servizi di consulenza e nell’outsourcing delle funzioni di controllo per i settori bancario e finanziario. Con Banca Popolare del Cassinate ci sono Banca Popolare di Cortona, Banca Macerata, Banca delle Province Molisane e Medio Credito Trentino.
L’operazione di acquisto, paritetica tra le cinque banche, ha riguardato complessivamente il 59,4% circa del capitale. “La rilevanza e la centralità dei sistemi informatici – spiega il DG della Cassinate Roberto Caramanica – impongono una sempre maggiore specializzazione nell’ambito dei controlli interni e nella capacità di prevenire e gestire i rischi informatici“.
Ruolo strategico

Le Banche Popolari del Cassinate e del Frusinate possono e devono assumere un ruolo strategico per arginare questo fenomeno, investendo nella presenza territoriale e sviluppando modelli di servizio più vicini alle esigenze locali. Non si tratta solo di un problema di accesso ai servizi finanziari, ma di una questione sociale ed economica che incide sulla vitalità delle comunità e sulla sopravvivenza delle piccole e medie imprese, spina dorsale dell’economia ciociara.
La sfida è chiara: evitare che la desertificazione bancaria diventi un’irreversibile condanna per i territori più periferici. Per farlo, è necessario un impegno congiunto tra istituzioni, associazioni di categoria e banche del territorio, affinché il diritto all’accesso ai servizi finanziari resti garantito per tutti i cittadini e le imprese della provincia di Frosinone.
Funzione sociale.
FLOP
FABRIZIO CORONA

La premier Giorgia Meloni testimonierà nel processo milanese per diffamazione aggravata a carico di Fabrizio Corona e del giornalista Luca Arnau. L’ex fotografo dei vip e il redattore sono infatti imputati per un articolo comparso nell’ottobre del 2023 sul sito Dillinger.it nel quale si faceva riferimento a un fantomatico “legame affettivo” tra la presidente del Consiglio e il deputato siciliano di Fratelli d’Italia Manilo Messina.
Entrambi si sono costituiti parte civile e saranno chiamati a rispondere alle domande delle parti. L’avvocato Luca Libra, che assiste la premier, ha anticipato che chiederà per lei l’audizione da Palazzo Chigi, come previsto dal codice di procedura penale, senza quindi farla venire in aula a Milano. Alla prossima udienza, fissata per il 16 giugno, sarà sentito invece Messina, difeso dal legale Alessio Pomponi e ieri presente in aula davanti al giudice dell’ottava sezione penale del Tribunale di Milano.
Notizie inventate

“Ognuno la pensa come vuole – ha detto il deputato fuori dall’aula -, c’è chi ritiene che si possa denigrare, inventare storie su chiunque. Secondo noi non è possibile e ci vuole un po’ di decenza quando si fa questo mestiere. Non si può inventare una notizia di sana pianta solo per fare follower. Non si gioca con la vita delle persone. Persone sposate, che hanno figli… Siamo due cittadini che sono stati denigrati“.
Entrambi avevano querelato il giornalista che aveva scritto l’articolo e Corona, “caporedattore di fatto” del sito che, secondo il pm Giovanni Tarzia, titolare dell’inchiesta con l’aggiunta Letizia Mannella, avrebbe procacciato la “falsa’ notizia” con “verifiche da cui ne emergeva la assoluta infondatezza“, ordinando poi “insistentemente la sollecita redazione dell’articolo” anche con “fotografie alterate“.
La diffamazione non esiste
“Noi siamo convinti che la diffamazione non esista e siamo pronti a difenderci nelle sedi opportune“, ha fatto sapere Corona sulla pagina Instagram del suo programma ‘Falsissimo’. “Soprattutto – ha aggiunto – saremo felici di presentarci in allegra comitiva a Palazzo Chigi e conoscere di persona la premier“. L’ex fotografo dei vip ha poi condiviso l’audio di una telefonata con il suo avvocato Ivano Chiesa: “Da quando ci conosciamo ne abbiamo passate di tutti i colori, ma Palazzo Chigi ci mancava“, scherza. “Adesso ci manca una querela da Trump, così andiamo anche alla Casa Bianca“.
Beato lui che ci ride.